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lunedì 11 maggio 2009

LA CRISI MONDIALE DEL CAPITALISMO E L'ATTACCO ALLA SCUOLA PUBBLICA

E' impossibile capire il senso dell'attacco alla scuola pubblica, come alla sanità, alle pensioni ecc..in Italia e in gran parte del mondo senza tener conto di un dato: il capitalismo che sembrava trionfante e che da almeno due decenni non aveva più contestazioni neanche verbali da quella che una volta era la sinistra, è entrato in crisi.
Crollo delle borse, fallimenti di banche e assicurazioni questa situazione di grave crisi viene affrontata dagli stessi politici che avevano dato via libera agli speculatori tirando fuori di corsa centinaia di miliardi di dollari per compensare.
Concentrare l'attenzione sulla Gelmini è come sparare sull croce rossa , perchè lei nella riforma ci ha messo solo le stronzate come il grembiulino, il voto in condotta, mentre i tagli sono stati fatti da Tremonti e prima da Padoa Schioppa, da Zecchino, Berlinguer, Moratti, Mussi.
INSISTO sulla corresponsabilità del centrosinistra e della destra che, con politiche analoghe, hanno regalato ai privati molte imprese statali redditizie costruite a spese della comunità, non hanno tagliato le spese militari, anzi sono aumentate. Tagliare le spese per la scuola in modo così pasticcione ed affidarsi ad una politicante di provincia come la Gelmini incapace perfino di leggere bene un testo vuol dire che c'è dietro un disegno autoritario ben preciso che oltre che dei Berluscones è anche dei Gelli, Dell'Utri e compagnia cantando.
Aiutare i bancarottieri si trovano i miliardi, mentre per la scuola no, ed ecco che i ragazzi insieme a insegnanti e genitori hanno messo su un movimeto "l'onda anomala" che non si scioglierà in poco tempo, non si fermerà così facilmente. Un movimento ben organizzato che ha capito subito le bugie dei governanti e si sono collocati con altri lavoratori in lotta: erano decenni che non si vedevano studenti davanti alla Fiat di Mirafiori volantinare per coinvolgere gli operai. Hanno capito le bugie contro i lavoratori dell'Alitalia nascondendo che l'Azienda non è affatto in crisi come ci hanno detto per mesi, altrimenti la Air France e Lufthansa non farebbero a gara per comprarla, che i debiti se li è accallati lo stato e ai Colaninno davano gli utili. Perchè non vendere l'Alitalia ad un partner straniero così come fanno con fusioni finanziarie da per tutto nel mondo e dare quei soldi per salvare la scuola?
LA VOSTRA CRISI, DICONO I RAGAZZI, NON LA PAGHIAMO NOI. Continuate così la strada è in salita ma riannodare i fili di una sinistra politica e sindacale che ha disperso un patrimonio storico di decenni non è facile ma si può fare.

Maurizio Maccagnano

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