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mercoledì 3 giugno 2009

Affaire monnezza Campania, 15 "arresti eccellenti"

Proseguono le indagini e le inchieste contro i responsabili del tracollo della Campania per la gestione dei rifiuti. Nonostante una magistratura mostratasi in passato accuratamente morbida ed attenta agli equilibri di potere della regione (all'interno dei quali detiene il proprio ruolo), quest'oggi tornano sotto accusa molti (ma sempre solo una parte) dei personaggi responsabili della funesta strada fatta percorrere in questi 15 anni alla regione Campania per quanto riguarda il raccoglimento e lo smaltimento dei rifiuti.All'interno dell'operazione soprannominata "Green", Guarda di Finanza e Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito all'alba 15 arresti, 15 custodie cautelari (domiciliari) che la vulgata giornalistica definirebbe "eccellenti".

I pm Giuseppe Noviello e Paolo Firleo sono infatti i titolari dell'inchiesta sulla gestione della monnezza partenopea durante il commissariamento del 2005, la quale riguarda le pratiche di collaudo degli ex impianti di combustibile da rifiuti (Cdr) del Napoletano (Giuliano e Caivano) e del Sannio (Casalduni), oggi riconvertiti in impianti per la tritovagliatura, finalizzati al trattamento via inceneritore. L'accusa mossa per tutti è di falso ideologico, avendo attestato l'idoneità degli impianti quando erano già sequestrati e la conformità del loro prodotto alle specifiche del contratto stipulato tra Regione Campania e Fibe, società del gruppo Impregilo che ha gestito lo smaltimento dei rifiuti nella regione dal 1998 al 2005. "In manette" sono finiti il presidente della provincia di Benevento, Aniello Cimitile del Partito Democratico, il direttore del termovalorizzatore di Acerra, Vittorio Vacca, professori universitari e funzionari della Regione Campania. L'esplicitazione del nugolo di interessi e coinvolgimenti che accomuna reggenza politica regionale, emissari del governo nazionale, burocrati opportunisti e intellighenzia di palazzo.

Niente di nuovo per i comitati in difesa della salute e dell'ambiente che si battono da anni in difesa della propria terra, opponendosi a discariche e inceneritori, in direzione di prospettive di segno capovolto (rifiuti zero). Quindi, dopo il bluff dell'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra (che non è ancora in funzione ma che ha sforato progressivamente i suoi limiti di emissione), in attesa dei prossimi filoni delle inchieste scottanti partite negli anni passati che vedono il commissario straordinario Bertolaso dietro il tavolo degli accusati, sembra aggiungersi un ulteriore tassello di un disastro davanti il quale nemmeno la magistratura ha potuto astenersi dal setacciare.
da Infoaut

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