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martedì 16 giugno 2009

BERTINOTTI PROPONE UN UNICO PARTITO DELLA SINISTRA

Fausto Bertinotti torna a far sentire la sua voce all'indomani delle Europee e, in un'intervista a La Stampa, lancia la sua proposta: "Bisogna far nascere un Partito nuovo della sinistra italiana, di tutta la sinistra italiana. Un partito creato da tutti quelli che oggi sono all'opposizione e che si sentono più o meno di sinistra, da Rifondazione all'Italia dei Valori, dal Partito democratico al movimento di Vendola, dai socialisti ai Verdi, dai Comunisti italiani ai radicali". Molti i "No", anche in Sinistra e Libertà, ma la proposta avvia una discussione utile.
"Bisogna far nascere un partito nuovo della sinistra italiana, di tutta la sinistra italiana. Un partito creato da tutti quelli che oggi sono all'opposizione e che si sentono più o meno di sinistra, da Rifondazione all'Italia dei valori, dal Partito democratico al movimento di Vendola, dai socialisti ai Verdi, dai Comunisti italiani ai radicali". Lo dice a La Stampa Fausto Bertinotti, che commentando il risultato delle europee osserva: "Abbiamo perso tutti. Queste elezioni, in Italia e in Europa, sanciscono la fine della sinistra novecentesca, dai comunisti ai socialisti, dai socialdemocratici ai laburisti. Se ognuno di noi non prende atto di questo fatto e non è disposto a rimettersi in discussione, non ne usciremo mai. E continueremo ad agonizzare fino alla morte. Siccome penso che la sinistra abbia ancora una senso, sociale e politico, a cominciare dal bisogno di ridare una rappresentanza al mondo del lavoro, dico che bisogna riprovarci mettendosi tutti insieme. Intanto prendendo atto che nessuna della nostre storia ha più senso se va avanti da sola".
Bertinotti conclude: dobbiamo dare "un fortissimo segnale di novità, appunto un partito nuovo e unitario. Altrimenti non vedo scampo. Io penso che questo nuovo partito dovrebbe non solo nascere, ma anche proporsi un primo traguardo presentandosi alle prossime elezioni politiche".

La discussione è aperta, anche se è inutile negare che la strada è tutta in salita. Il primo "no" secco arriva, com'è scontato, da Marco Rizzo, Pdci, europarlamentare uscente: "Alla sinistra serve innanzi tutto l'azzeramento del gruppo dirigente che ha portato alla duplice sconfitta del 2008 e delle europee. Non servono alchimie organizzative - afferma l'esponente del Pdci - serve un progetto nuovo e l'azzeramento dei gruppi dirigenti che hanno fallito. Il silenzio di Bertinotti è durato pochissimo. Dopo neanche un anno dal disastro dell'Arcobaleno eccolo chiedere la formazione di unico partito dal Pd a Rifondazione". L'affondo è durissimo: "Serve aria nuova e non assassini della politica che tornano sul luogo del delitto", conclude Rizzo.

Ma la proposta di Bertinotti fa discutere anche i compagni di Sinistra e libertà, divisi tra il No di Nencini (socialisti) e la disponibilità al dialogo di Paolo Cento (verdi):
"Non ci interessano le alchimie né tantomeno gli esperimenti contro natura, solo un serio progetto per una sinistra riformista. La proposta di Bertinotti per i socialisti è irricevibile". Taglia corto Riccardo Nencini, segretario nazionale del Ps. "Bertinotti- dice Nencini- ha ragione quando dice che è finita la storia del '900, perché il profondo mutamento della società italiana ha provocato una rottura con costumi e consuetudini del secolo passato. Ma è proprio per questo motivo che riunire in un medesimo partito chi, come Diliberto, di quella storia riporterebbe in vita anche le salme imbalsamate, chi, come Di Pietro, si dichiara apertamente non di sinistra e fa opposizione ad personam contro Berlusconi e chi, come noi, non vuole deviare dalla strada del riformismo, provocherebbe soltanto ulteriore confusione".
Una cosa, conclude Nencini, "è che tutti i partiti di minoranza, compresa l'Udc, possano condividere momenti di opposizione al governo, altra cosa è mettere in campo una sinistra del futuro".
"Sinistra e libertà è un progetto aperto che non si deve rinchiudere in un micro partito dai confini prefissati. In questo senso la sollecitazione per una sinistra ampia fatta da Bertinotti è interessante, ma questo, ovviamente non può significare un partito contenitore di tutto e del suo contrario", è il commento a caldo di Paolo Cento dei Verdi - Sinistra e libertà. Secondo Cento, inoltre, "lo stesso voto europeo ci dice per altro che il futuro della sinistra o è ecologista o rischia di rimanere vittima del proprio passato. E questo vale sia per la cultura social-democratica che per quella comunista. Ora proprio in questa direzione, se, come dice Bertinotti, le categorie del '900 sono superate bisogna avere il coraggio di trarne anche le logiche conseguenze in termini di nuove forme di organizzazione, partecipazione politica e di contenuti. Noi Verdi siamo pronti a dare il nostro contributo verso il futuro".

Positiva la risposta di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e deputato eletto nelle liste dell'Idv: "Fausto Bertinotti ha proposto l'avvio di un percorso che porti alla costruzione di una forza politica capace di riunificare l'Idv, il Pd ,Sinistra e libertà, i Radicali. Sarebbe un gravissimo errore lasciar cadere nel vuoto questa proposta. Naturalmente dovrà essere preceduta dall'individuazione di un progetto comune e di trasparenti modalità di scelta dei futuri gruppi dirigenti. Se e quando questo percorso dovesse mai essere individuato l'associazione Articolo21 e tante altre associazioni non mancheranno di dare il loro contributo", conclude Giulietti.

Ma per Walter Veltroni, la proposta dell'ex presidente della camera funziona solo con il bipartitismo. Il Pd è un progetto valido e sarebbe sbagliato se si pensasse che occorre "sfasciarlo" per poter ricostruire il centrosinistra. Veltroni precisa, interrogato dai giornalisti, di essere interessato solo al "progetto" e non alle lotte di potere interne al suo partito e aggiunge: "Leggo che qualcuno dice che bisognerebbe sfasciare il Pd per rilanciare il centrosinistra. Io dico no, le due cose non sono alternative: solo con un grande Pd si riuscirà a far vivere un centrosinistra riformista. Perché il centrosinistra deve essere riformista".
E quando gli viene chiesto un commento sull'ipotesi di dar vita ad un unico partito del centrosinistra, lanciata da Fausto Bertinotti, ribatte: "Bisogna mettersi d'accordo su quale modello istituzionale vogliamo. Se si vuole un modello bipartitico ok, allora la proposta di Bertinotti ha un margine.
Ma allora bisogna essere coerenti, sostenere il referendum elettorale... Io avevo capito che non era questa l'impostazione prevalente nel centrosinistra...".
Piuttosto, "penso ci sia da lavorare sul Pd", che potrebbe diventare "la base su cui costruire un'alleanza riformista". Sull'aggettivo Veltroni insiste: "Il centrosinistra deve essere riformista: qui serve qualcuno che prenda il welfare e lo riformi, che prenda la scuola e la riformi... E questo lo può fare solo una grande forza riformista".

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