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mercoledì 17 giugno 2009

Fiesta, Samba e Svastiche

Un arresto quasi casuale a S. Paolo svela una vasta organizzazione neonazista con radici nel sud del Brasile e ramificazioni internazionali. Obiettivo: occupare il paese e 22 stati europei.

Neuland è una "nuova terra", dove l'occupazione per i cittadini non manca e il salario minimo è di 840 euro (2400 real). In questa repubblica federale l'inno nazionale è l'ultimo movimento della Nona sinfonia di Beethoven e la capitale è stata battezzata Magno per sottolinearne la grandezza.
Vi sono tre edifici interconnessi di 200mila metri quadri e 160 piani ciascuno. Neuland potrebbe essere il paese immaginario di un racconto di fantasia. Ma la mente di chi ha creato questa nazione-babele, con 20 lingue ufficiali, è la stessa che è accusata di pianificare la morte di un rivale, prodotta da una ideologia già utilizzata per giustificare l'assassinio di milioni di persone nel secolo scorso, e si mostra viva nel Brasile del 2009: il nazismo.

Il paolista Ricardo Barollo, 34 anni, coordinatore di progetti speciali dell'impresa appaltatrice Camargo Corrêa, è stato indicato quale mandante del reato che è costato la vita dello studente di Architettura del Minas, Dayrell Bernardo, 24 anni, e della sua ragazza, la studentessa Renata Waechter, 21 anni, all'alba del 21 aprile a Campina Grande del Sud, nel Paraná, a causa di una disputa di potere. Il crimine ha portato alla luce una rete organizzata di nazisti nel paese, con ramificazioni in vari stati e connessioni con altri paesi.

Dayrell e Barollo sono stati i leader dei due maggiori movimenti nazionali. Sostenevano che la razza bianca era a rischio di estinzione e, per questo motivo, la mescolanza razziale avrebbe dovuto terminare. Neuland sarebbe stato un paese di estrema destra fondato sulla stessa ideologia che il dittatore Adolf Hitler impiantò in Germania a partire dal 1934. Come primo obiettivo il gruppo avrebbe occupato San Paolo e gli Stati del sud del Paese. Poi avrebbe conquistato il territorio di 22 paesi europei.

Questa storia è venuta alla luce il 1° maggio, quando Barollo è stato arrestato nel quartiere di Moema, a San Paolo, in un appartamento di lusso sfrenato nel quale viveva con i genitori. Gli altri cinque accusati di partecipazione al crimine sono stati arrestati nel Paraná. Da lì la polizia ha cominciato ad avere accesso all'universo neonazista di cui fa parte il gruppo. La rete di ramificazioni nel sud-est, Sud e centro ovest del Paese è formata, per la maggior parte, da giovani di classe medioalta, di buona formazione intellettuale. La domanda di partecipazione è così alta che, per essere ammessi alla fazione, i candidati devono superare una prova rigorosa.
Copertina della rivista

La valutazione è svolta dal computer in un documento inviato per e-mail con una password di accesso e 30 domande dissertative come «Il fine giustifica i mezzi?». «Chi era Adolf Hitler?». E: «Quali e come sono stati i principali governi europei negli Anni 40?». Chi risponde correttamente sui fatti storici è scartato. Passano la prova quelli le cui risposte sono basate sul revisionismo, teoria che, tra l'altro, nega l'Olocausto. I promossi sono "battezzati" in una località confermata poche ore prima dell'inizio dell'evento Solo la città dove avviene l'incontro è comunicata in anticipo. Impugnando torce infuocate gli adepti giurano di onorare l'immagine del Führer e il nazionalsocialismo.

Tale devozione è espressa con azioni discrete, analoghe a quelle di una società segreta. Il movimento non ha sede, sito web o qualsiasi cosa che consenta di essere identificato. I membri preferiscono comunicare via e-mail o sms. Si telefonano soltanto in casi eccezionali. Gli incontri, laddove siano inevitabili, avvengono sempre in luoghi diversi per non destare sospetti. Non vi è dilettantismo. I gruppi sono divisi in cellule.

L'uso della propaganda serve a diffondere l'ideologia attraverso riviste e manifesti. In politica, l'attenzione è focalizzata sulla formazione di futuri partiti e sulla conquista di nuovi aderenti. Ora è il paramilitare il settore armato, che affermano servire per la difesa (non vi sono prove di alcun tipo di formazione). Le donne non possono partecipare. Ma è consentito loro partecipare a feste nelle quali le bevande sono controllate e la droga è bandita. Anche i neri possono accedere al movimento, ma a condizione che siano "puri", senza mescolanza di razze. E non possono diventare leader.

Il piano dettagliato di Neuland è stato presentato da Barollo ai suoi seguaci nel settembre 2008. In primo luogo il gruppo avrebbe eletto consiglieri municipali e il sindaco a Balneário Picarras, nello Stato di Santa Catarina. Dopo alcuni anni, rafforzatosi, avrebbe conquistato gli Stati del sud e la città di San Paolo, in un movimento separatista che avrebbe creato il nuovo paese.

Le frontiere, tuttavia, sarebbero state chiuse agli immigrati. Barollo ha confermato queste informazioni il giorno dell'arresto, mentre vestiva una maglietta della nazionale di calcio tedesca. Ciò che non ha confessato è che l'obiettivo del gruppo era molto più temerario. Neuland, una "terra promessa" fondata su «unità, giustizia e libertà», avrebbe occupato paesi che fanno parte dell'Unione europea come Germania, Danimarca, Italia, Polonia, Svezia tra gli altri.
Un gruppo nazista arrestato dal Cope, il centro operazioni di polizia speciale

Un gruppo nazista arrestato dal Cope, il centro operazioni di polizia speciale

Tutto ciò è documentato come piano di governo in cartelle alle quali "Istoé" ha avuto accesso. Barollo sarebbe stato il presidente, con uno stipendio di 10.560 euro (30mila real). Superiore ai 8.348,95 real che riceveva dalla Camargo Corrêa. La data del suo compleanno, il 18 luglio, sarebbe diventata festa nazionale. Bandiere, ministeri, progetti, incarichi e anche leggi erano già stati definiti.

Oltre a Dayrell, la polizia sa già che altri due possibili leader erano annotati per morire per via di divergenze con Barollo: uno nella città gaúcha di Caixas del sud, l'altro nella capitale paolista. Il gruppo accurato avrebbe anche avuto appoggio da leader in Cile e Inghilterra. Dall'Argentina, dove vi è una rete neonazista composta da tremila membri, sarebbero arrivate le armi del delitto. In Brasile, fin dove si sa, la maggioranza lotta per lìideologia e sostiene una strategia, non l'uso di armi, per far sì che col tempo il neonazismo acquisti forza. La violenza sarebbe stata l'ultima risorsa, differentemente dagli skinheads, che hanno come principale stimolo l'aggressione di minoranze, come nordestini e omosessuali.

Nel reportage di Istoé sono stati intervistati tre giovani di gruppi neonazisti, due arrestati con l'accusa di avere assasinato Dayrell, e un dissidente che sarà testimone dell'accusa. Tutti nella fascia di 20 anni. Si sono dimostrati pentiti di essere entrati nella fazione, ma hanno confermato le loro convinzioni. «L'estrema destra compie azioni più decise», sostiene Gustavo Wendler, 21 anni, uno degli arrestati. Si è anche appurato che avessero amici neri, ebrei e stranieri. Perfino omosessuali. «Soltanto non permetto che invadano il mio spazio», ha dichiarato Rodrigo Mota, 19 anni, un altro arrestato.

Oltre a Wendler e Mota, sono stati arrestati Jairo Fischer, 21 anni, Rosana Almeida, 22, e João Guilherme Correa, 18. Secondo il delegato Francisco Caricati, del Centro operazioni di polizia speciali (Cope), di Curitiba, essi hanno indicato Barollo come mandante. L'avvocato di questi, Adriano Bretas, ha dichiarato a Istoé che il suo cliente non avrebbe concesso interviste, che nega ogni addebito e che parlerà solo in tribunale.

La notte del delitto, il gruppo di Daryell ha organizzato una festa in una fattoria di Campina Grande per ricordare i 120 anni della nascita di Hitler. Gli imputati hanno attirato Dayrell e Renata, che venivano dal Minas per partecipare alla manifestazione, in un agguato sulla BR-116. Erano tutti amici, anche se facevano parte di fazioni rivali. «Essi vanno al vaglio della giuria popolare e possono prendere fino a 72 anni di detenzione per doppio omicidio volontario, motivazione turpe e apologia di nazismo», afferma Caricati. Nella casa delle persone coinvolte e che hanno partecipato alla festa, è stato trovato materiale sull'ideologia di Hitler come
striscioni, manifesti, riviste, libri e spille.

Le divergenze tra Barollo e Dayrell sono iniziate nel 2007, tre anni dopo la costituzione del gruppo. Il mineiro aveva creato magliette, cappellini e bandiere con simboli nazisti per la vendita. Barollo aveva iniziato ad accusarlo di essere capitalista, affermando che l'ideale del gruppo era la purezza della razza e l'eguaglianza sociale. Dayrell definì il leader controllore rigido, eccentrico e mise in scena una votazione autonominandosi nuovo responsabile del gruppo in Minas Gerais e Paraná. Più avanti Daryell invitò a seguirlo le persone che non erano riuscite a entrare nel gruppo di Barollo per via di difficoltà della prova di ammissione. La fazione di Barollo conta 50 membri, quella di Daryell 300.

I gruppi emersi in seguito al crimine in Paraná non sono gli unici del Brasile tra i seguaci di Adolf Hitler. Istoé ha appurato che vi sono almeno altre tre fazioni neonaziste organizzate nel Paese. Una nel Rio Grande del Sud di 70 persone, un'altra di 20, anch'essa gaúcha, con il solo compito di importare armi, e una terza a San Paolo, di circa 40 persone. Non vi sono dati consolidati de quanti siano i neonazisti in Brasile. Ma un'indagine dell'antropologa Adriana Dias, dell'Unoversità statale di Campinas (Unicamp), fornisce indicazioni. Per la sua tesi di dottorato ha indagato siti che praticano il neonazismo in portoghese, spagnolo e inglese.

Nel 2007 ha conteggiato un totale di circa 13mila pagine web. «Oggi sono 20mila, quasi il doppio», afferma Dias. L'indagine ha rivelato che dal Brasile vi sono stati circa 150mila accessi a queste pagine. Con lo sviluppo di Internet cercare compagni che si identificano nell'ideologia nazista è diventato più facile. Tra il 2006 e il 2008 la Safernet, che combatte crimini telematici, ha visto aumentare vertiginosamente il numero di denunce riferite a contenuti di odio sulla Rete.

«La maggior parte era annidata nel social forum Orkut, ma vi erano anche forum, siti e blog», racconta Thiago Tavares, presidente di Safernet. Il quale ricorda come le denunce siano diminuite dopo una grande operazione per disattivare queste pagine nel 2008, ma l'attività continua. «I neonazisti sono organizzati e possiedono conoscenze tecniche per criptare l'origine delle connessioni», afferma.

A riprova di ciò la rivista online "O Martelo", creata da Bernardo Daryell per promuovere il neonazismo. Sull'edizione di febbraio 2009, dieci pagine della rivista sono dedicate a una guida della sicurezza su Internet. Il testo parla, sostanzialmente, dell'importanza della rete per il movimento nazionl socialista e spiega, passo dopo passo, come navigare in forma anonima (e così accedere a contenuti proibiti senza essere identificati).

Internet ha anche favorito l'emergere di dissidenze dei gruppi più conosciuti, come Front88 e Valhalla88, ad esempio. Questi dissidenti fanno ricorso a nomi pomposi e a siti web elaborati, ma possiedono, in media, cinque o sei membri. «Sulla rete vediamo i gruppi apparire e scomparire rapidamente», racconta Alexandre de Almeida, storico e docente di Antropologia alla Pontificia università cattolica di San Paolo (Puc), autore dello studio "Skinheads: i miti prodotti dal Potere Bianco paolista".

Gli specialisti sono unanimi: la repressione è lo strumento principale per far sì che i movimenti neonazisti non si espandano ulteriormente - e guadagnino potere come le cellule del terrorismo hanno raggiunto in altri paesi, diventando un rischio per la sicurezza dello stato. Vi è, tuttavia, un'alternativa che dipende esclusivamente dalla società, basata sull'educazione alla tolleranza e alla diversità. «Ciò non si vede nelle scuole e pochi paesi si avvicinano a questi temi», afferma la storica Maria Luiza Tucci Carneiro, docente dell'Università di San Paolo, specialista in razzismo e antisemitismo.

«E' fin da subito che si insegna il rispetto per gli altri», afferma il capo delegazione del Cope, Miguel Stadler, il quale sottolinea come i genitori nulla sapessero circa i coinvolti nel caso del Paraná: nessuno di essi sapeva delle simpatie dei figli per Hitler. «Il dibattito sui pregiudizi è urgente», afferma il delegato Caricati. «Chi immaginerebbe che, decenni più tardi, un'ideologia fondata sulla barbarie fosse responsabile di uno di questi crimini?». Ancora di più in Brasile, dove la mescolanza è una connotazione indelebile del Paese.

da Indymedia

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