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venerdì 5 giugno 2009

Gaza ARMI MISTERIOSE A GAZA MICROTECNOLOGIE PER AMPUTAZIONI

“Ho esaminato le immagini gli spettri e le tabelle dei campioni che avete
preso a Gaza dopo la recente guerra e mostrano con molta chiarezza che
sono state utilizzate in quel posto delle armi basate su nano sistemi e
questa è una delle prime prove evidenti che i nano sistemi soprattutto i
nano tubi a carbonio possono essere utilizzati con efficacia distruttiva
molto forte. A mia conoscenza è il primo caso sperimentato sul campo
durante un atto bellico.” Così ha commentato il Prof. Alberto Breccia
Fratadocchi membro del Comitato Scientifico dell’ organizzazione per la
proibizione delle armi chimiche (Opac) , le analisi dei campioni delle
armi misteriose usate a Gaza nell’ ultimo conflitto.

I campioni sono stati raccolti dal documentarista Manolo Lupicchini per la
trasmissione di Ricardo Iacona “Presadiretta” e portati ai laboratori
dell’ università di Ferrara per essere analizzati. Le analisi sono
terminate qualche settimana fa ed ora è la redazione Investigativa di
Rainews24 e riprendere il percorso dell’inchiesta con approfondite
interviste sui risultati delle analisi e sulle caratteristiche delle
ferite misteriose incontrate dai medici che hanno operato allo Shifa
Hospital a Gaza . Due medici norvegesi, il Dott Erich Fosse il Dott
Gilbert Mads, che hanno operato in quell’ospedale durante il conflitto ,
raccontano di aver spesso trattato arti inferiori mutilati all’ altezza
del femore senza tracce di frammenti di metallo o proiettili , con una
insolita morfologia del tessuto organico che appare cauterizzato e non
risponde alle cure.

Le analisi presso i laboratori dell’ università di Ferrara dei 3
frammenti degli ordigni misteriosi hanno mostrato : una lega di metalli,
una agglomerato di fosfati fusi, e un frammento di Carbonio. E’
quest’ultimo, ad un’analisi microscopica, ha rivelato la presenza di
micro tubi di carbonio, cavi , sui quali sono state rilevate sostanze
chimiche , in particolare magnesio. Il caricamento di micro tubi di
carbonio, secondo il Prof. Alberto Breccia aumenterebbero fino 5 volte
la potenza del materiale chimico, riducendo il peso dell’ ordigno.
L’ordigno secondo le testimonianze raccolte, viene sganciato da aerei
teleguidati ed è in grado di colpire con estrema precisione aree di
pochi metri, all’interno dei quali ha conseguenze letali, senza creare
danni collaterali nelle aree circostanti.

Nell’inchiesta vengono fatte ipotesi sul funzionamento delle diverse
nuove armi usate nel conflitto e sui sofisticati processi fisici che
vengono utilizzati, ma la caratteristica comune di questi nuovi ordigni,
è quella di utilizzare micro tubi di carbonio caricati di sostanze
chimiche e questo fatto potrebbe essere interpretato come una violazione
del trattato internazionale del 1993 e delle integrazione del 1997, che
proibisce l’uso di armi chimiche

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