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giovedì 11 giugno 2009

Il Pd a Vendola: 'Il nostro Obama'


«NICHI Vendola adesso ha le carte in regola per essere l' Obama del Pd e di un' Italia migliore». Mentre da Foggia a Lecce si contano i voti e al consiglio regionale comincia il grande valzer delle poltrone, l' exploit del presidente della Regione si impone come il vero tema politico di questa tornata elettorale. A lanciare la sfida di Vendola leader del Partito democratico e della nuova sinistra italiana non è propriamente un compagno comunista. Ma Guglielmo... Minervini, democratico della Margherita, non ne fa una questione di vecchie ideologie, ma di nuove idee. «Nichi ha in mano intuizioni che sanno interpretare i bisogni profondi della società». E del Partito democratico. «Il 26 per cento dice che il Pd sopravvive, ma ci sono ancora troppe potenzialità inespresse- spiega Minervini - Vendola è l' unico leader di caratura nazionale in grado di indicare il profilo di una proposta politica in grado di rilanciare il partito e conquistare la fiducia dei nostri elettori». E a chi disprezza il presidente con l' orecchino, definendolo un "poeta del nulla", l' assessore regionale replica preventivamente: «La forza delle sue idee sta anche in questi anni di governo. La Puglia non più solo come laboratorio politico italiano, ma come fucina di progetti realizzati ed esportabili su scala nazionale, dall' economia pulita all' accoglienza degli immigrati. È questa la nuova immagine del Sud che funziona che si può contrapporre al Nord impaurito e dominato dalla Lega e da Berlusconi». Il governatore pugliese ha già risposto alle lusinghe arrivate dal Pd nazionale, con un comunicato ufficiale. «Col nostro 3,1 per cento abbiamo inaugurato il cantiere della nuova sinistra italiana. Noi, quel cantiere, non lo chiuderemo«, ha scritto Vendola, forte di aver incassato la conferma ufficiosa anche per le prossime Regionali. Ma a meno di un anno dalla fine di questa legislatura, in via Capruzzi sta per cominciare un grande giro di poltrone. Sono almeno quattro gli scranni del consiglio regionale che stanno per cambiare inquilino. Ma in palio ci sono anche la presidenza di un gruppo consiliare e la guida della commissione Bilancio. A liberare l' ambita poltrona sarà Vittorio Potì dei Socialisti autonomisti. Uno dei veterani del parlamentino pugliese ha scelto di chiudere la sua carriera da dove era cominciata quarant' anni fa. Il consigliere regionale è diventato sindaco del suo paese, Melendugno, e ha conquistato anche un posto nel nuovo consiglio provinciale di Lecce. «A questo punto mi manca solo l' Europa», ha scherzato Potì che lascerà il suo posto alla Regione al primo dei non eletti della lista Primavera Puglia, Aurelio Gianfreda, assessore uscente alla Provincia di Lecce. Lo svuotamento dei socialisti autonomisti dovrebbe completarsia fine luglio quando per l' ex assessore alla Salute, Alberto Tedesco, si apriranno le porte di Palazzo Madama. Primo dei non eletti per il Pd al Senato, Tedesco prenderà la poltrona di Paolo De Castro, in partenza per Strasburgo. Al suo posto, in consiglio regionale esordirà Domenico Caputo che, in un colpo solo, potrebbe diventare anche capogruppo dei Socialisti autonomisti. Cambi in vista anche nel centrodestra dopo l' affermazione alle Europee di Sergio Silvestris e Raffaele Baldassarre. Sergio Tedeschi, comandante dei carabinieri del nucleo radiomobile di Trani, prenderà il posto del farmacista di An. Aldo Aloisi subentrerà a Baldassarre. Ma il Pdl potrebbe cambiare ancora squadra dopo il ballottaggio. Enrico Santaniello è ancora in corsa per il Comune di Foggia.

di PAOLO RUSSO

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