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mercoledì 17 giugno 2009

Salento: rifiuti e campagna elettorale


In queste settimane abbiamo visto come sindaci ed esponenti delle istituzioni utilizzano la vicenda dei rifiuti del Salento, ormai esclusivamente per la campagna elettorale della propria fazione politica. Il Consigliere Palese ad esempio ha chiesto proprio ieri la riapertura della discarica di Nardò. Sarà di ciò informato il candidato presidente Gabellone che l’ha tassativamente escluso?”.

L’assessore regionale all’Ecologia Michele Losappio in merito a ciò ha dichiarato : :“la Regione non resterà inerme e contrasterà con le proprie competenze ogni atto di boicottaggio che il cinismo della politica intende praticare tenendo in ostaggio i salentini”.
Comunicato stampa Regione Puglia: ecco la verità:L’assessore all’Ecologia, Michele Losappio, ha diffuso la seguente nota: “La complessità del sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti è tale che tutti gli attori del sistema dovrebbero collaborare o comunque espungere tale argomento dalla campagna elettorale. Purtroppo le dichiarazioni del Sindaco di Lecce e del Presidente dell’ATO LE 1 sul ruolo e sulle presunte responsabilità della Regione non sono ispirate da queste considerazioni e la cosa sorprende e dispiace. La Regione è perciò costretta a precisare. 1. L’ATO LE 1, presieduto dall’Assessore Garrisi per conto del Comune di Lecce, è l’unico dei 15 ATO della Puglia che colpevolmente non si è ancora dotato di personalità giuridica così come prevede la normativa statale. L’incredibile ritardo è tutto nella esclusiva responsabilità dell’ATO e dei suoi vertici ed ha determinato l’impossibilità di usufruire dei finanziamenti europei che la Regione mette a disposizione per la raccolta differenziata e per gli impianti sulla base di protocolli di intesa, così come si sta facendo nelle altre realtà. Più volte la Regione ha sollecitato e ha offerto il proprio contributo a risolvere una situazione che nasce nel conflitto fra esponenti del Partito delle Libertà, ma ad oggi la situazione è ancora ferma. 2. Ugualmente ferma è la redazione da parte dell’ATO del Piano di Bacino, strumento indispensabile per rendere efficiente ed unitario il servizio di raccolta, lanciare la differenziata, definire il completamento del ciclo impiantistico. La Regione ha dovuto formalmente diffidare l’ATO a farlo, pena il commissariamento. A 30 giorni dalla delibera di giunta regionale di diffida si è ancora in attesa del piano e ciò non denota favorevolmente per l’efficienza e l’applicazione dei suo vertici. L’assenza del Piano impedisce ed impedirà all’ATO di passare ad una fase di stabilizzazione e di potenziamento dell’attività di raccolta e smaltimento limitandosi come oggi è a vivacchiare. Non a caso è stata l’ANCI Puglia a chiedere alla Regione un’accelerazione –anche con i commissariamenti- dei Piani, per la redazione dei quali è attiva da tempo una task force Regione-ANCI che l’ATO non ha ritenuto necessario coinvolgere. 3. Le contraddizioni del nuovo sistema impiantisco di Cavallino, uno dei primi a essere in funzione in Puglia, coinvolgono l’ATO ed il Comune prima e più della Regione. Il Comune è infatti stazione appaltante della discarica e dell’impianto di biostabilizzazione. Questo su delega della Regione che ha rimesso allo stesso gli oneri e l’onore del funzionamento del nuovo impianto. La differenza di metraggio fra questo impianto gestito da Ambiente e Sviluppo e quello limitrofo di produzione di ecoballe da termovalorizzare gestito da COGEAM richiama a responsabilità (se proprio le si vuole cercare nella politica e nelle istituzioni) che non esentano per nulla l’ATO e l’Amministrazione di Cavallino. Anzi! La questione è stata comunque affrontata e risolta e non ostacola il funzionamento dei due impianti. Il responsabile del procedimento (sempre il Comune di Cavallino) è il responsabile del progetto della nuova discarica che ha determinato l’insorgenza di contrasti fra la società che l’ha costruita e quella che la gestisce. Il collaudo è subordinato alla risoluzione di tale contrasto che ci risulta essere in via di risoluzione in questi giorni. Su entrambe le questioni la Regione, in stretta collaborazione con la Provincia, ha espresso il massimo di collaborazione con ATO e Comune, anche per la risoluzione di controversie giuridiche. Non sono pertanto giustificate le ingenerose dichiarazioni degli amministratori di Lecce. 4. Il cattivo funzionamento in questi giorni del trituratore di Ambiente e Sviluppo non può certo essere addossato alle responsabilità della Regione se non si vuole cadere nel ridicolo. Da lì sono nati alcuni dei problemi che hanno coinvolto la città di Lecce. L’eventuale sollecitazione spetta al responsabile del procedimento che certamente avrà svolto il suo compito. Come si vede le difficoltà sono di molti se non di tutti e non possono essere affrontate con le conferenze stampe davanti ai cassonetti ma con la concertazione ed il lavoro comune per il bene della Puglia e dei Salentini. Quello che la Regione ha fatto ed intende continuare a fare”.

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