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giovedì 25 giugno 2009

Teheran, scontri tra polizia e manifestanti davanti il parlamento

Ancora scontri in Iran, ancora Teheran il teatro degli scontri più duri e diffusi. In una dimensione nella quale sembrava essere scesa un'irreale calma sulla capitale iraniana, rotta negli ultimi giorni da focolai sparsi per i quartieri con i giovani impegnati a confrontarsi sporadicamente con le forze dell'ordine, oggi vi è una nuova discesa in piazza, notevole numericamente e conflittuale nelle pratiche.
Sono infatti in corso scontri durissimi nei pressi del parlamento iraniano. I manifestanti stanno attaccando massicciamente le forze dell'ordine e le milizie basij presenti alle spalle dei cordoni dei poliziotti. Barricate lungo le vie adiacenti a piazza Baharestan, sassaiole contro gli schieramenti. Sono almeno 4mila le persone in piazza.

Vi sono non poche difficoltà a capire l'attendibilità delle notizie (anche alla luce del furore interessato e decontestualizzato dei media mainstream) che nelle ultime 2 ore si stanno rincorrendo, sembrano però confermati un paio di morti fra i manifestanti dell'Onda verde, diversi sarebbero i feriti da arma da fuoco. Nell'azione repressiva sono le milizie basij a farla da protagonista, la polizia lancia lacrimogeni. I paramilitari in motocicletta sembra stiano utilizzando la mano pesante contro le proteste di quest'oggi, diverse fonti dicono ancor di più di quel che si è assistito nelle precedenti settimane. Al Arabiya riporta di una donna uccisa, di "sanguinosi scontri" in piazza.

Teheran si presenta comunque come militarizzata: elicotteri militari sorvolano piazza Enghelab, teatro degli scontri di sabato, furgoni blindati scorrono lungo via Azadi, il contorno è un continuo presidiare delle strade. Intanto per domani era stata proclamata una manifestazione di lutto in memoria delle vittime da parte dell'ala riformista, ma dinnanzi alla negazione dell'autorizzazione Moussavi ha comunicato il suo annullamento.

Il quadro resta complesso viste le contraddizioni e anomalie presenti: il fronte verde della protesta, schieramento che vede migliaia di persone in piazza a prescindere di ogni autorizzazione o placet politico riformista e che travalica la contestazione del voto, resta (molto implicitamente) al cospetto di un leader come Moussavi che quest'oggi, probabilmente per la prima volta, ha preso pubblicamente le distanze dagli scontri al parlamento, "La riunione non ha legami, di nessun tipo, con Moussavi e il suo campo ed è stata organizzata in modo indipendente" ha dichiarato.

da Infoaut

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