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martedì 23 giugno 2009

VENDOLA: "L'11 Luglio partirà il processo costituente per il nuovo partito della Sinistra"

Nichi Vendola, capolista nella circoscrizione Nord-Est alle europee, in una intervista al Corriere della Sera, che riportiamo, racconta la sua lunga campagna elettorale e annuncia il prossimo appuntamento di Sinistra e Libertà: “l’11 luglio, a Roma è già convocata un’assemblea nazionale per dar vita alla Costituente del Partito della nuova sinistra italiana. Con gli alleati di oggi e tanti altri soggetti. Un partito con due gambe: unità di popolo e innovazione”.

Nichi Vendola, leader di ‘Sinistra e libertà’, racconti cosa ha visto.

«Ho visto punti di crisi come le miniere del Sulcis e i cantieri di Monfalcone. E poi, operai dello zinco, dell’alluminio, tessili, elettronici, lavoratori Fiat».

In questa campagna elettorale si è parlato molto di erotismo.

«L’Italia è rimasta prigioniera di un reality che cela le crepe, il dolore sociale. Ho sotto gli occhi due diciassettenni».

Chi sono?

«La prima è Noemi. Che avrebbe avuto il diritto di non diventare una specie di eroe del nostro tempo. La seconda è Ester Ada, la nigeriana morta, incinta, sulla nave Pinar al largo di Lampedusa. Poi, ho in mente due capi di governo».

Quali?

«Uno è Obama che legge Corano, Bibbia e Talmud e cerca l’incontro di culture e civiltà. L’altro è Berlusconi impegnato a mobilitare le forze dell’ordine per requisire album fotografici sulla sua vita privata».

Si parla molto poco di Europa.

«Vedo manifesti imbarazzanti: ‘Portare Trapani, o la Calabria, in Europa’. Il problema è riportare l’Europa nel Mediterraneo. Finora l’Unione è stata vincoli di bilancio, monetarismo, fuga di fronte alle responsabilità davanti alla questione della Palestina».

Ci sono ancora inviti al voto utile.

«È stato utile dare il voto al Pd, l’ultima volta? Utile per la contrattazione collettiva, la scuola pubblica, il Sud, la laicità dello Stato? Oggi il Pd è tutto e il contrario di tutto, ma spero che riesca a produrre speranze positive».

Ha nostalgia di falce e martello?

«Le porto stampate nel cuore. Io mi dico comunista, ma non posso più sentire nostalgie per il muro di Berlino o le adorazioni di Diliberto per la salma di Lenin. Io fui fra i fondatori di Rifondazione, non di Restaurazione».

Non è pentito di essere uscito da quel partito?

«No. L’Italia non ha bisogno di una sinistra mummificata, in naftalina, ma di una grande sinistra che metta assieme socialismo riformista, ecologismo, comunismo berlingueriano, nuovo pacifismo, non violenza».

Funziona l’alleanza con Sinistra democratica, Verdi, Socialisti?

«L’11 luglio a Roma è già convocata un’assemblea nazionale per dar vita alla costituente del Partito della nuova sinistra italiana. Con gli alleati di oggi e tanti altri soggetti. Un partito con due gambe: unità di popolo e innovazione».

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