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giovedì 30 luglio 2009

Anguria City, Manni:"Il blitz del senatore Maritati"

Lecce (Salento) - Piero manni, consigliere regionale di Rifgondazione Comunista, commenta e non condivide l'atteggiamento di Alberto Maritati sulla delicata vicenda degli extracomunitari lavoratori nei campi di angurie a Nardò.

I cittadini stranieri, in particolare se abitano in gruppo e specialmente se in odore anche lieve di clandestinità, sono storicamente oggetto privilegiato dei blitz delle forze dell’ordine e di tutori (in)civili più o meno autorizzati o coperti dalle organizzazioni xenofobe tipo la Lega del Nord o il Governo di Berlusconi; che potessero diventare oggetto dei blitz del senatore Maritati e del PD, non in tanti ce l’aspettavamo.

"Maritati - comincia Manni - ci ha ancora una volta smentiti, noi che non ci rassegniamo ad accettare che il Senatore sia diventato guerrafondaio in prima linea e xenofobo umanitario (non di quelli, ossia, che i cittadini stranieri li sprangano); ha fatto un blitz in piena regola, in testa alle forze dell’ordine e dalle televisioni, un blitz dalla forte eco mediatica. Una eco mediatica che ha rischiato e rischia di provocare controlli e ritorsioni a tutto danno di quei cittadini stranieri che il Senatore ha voluto… ha voluto che cosa? Maritati non ha affrontato i neri nodi della questione, ignorando peraltro che ai bisogni materiali ed urgenti di questi nostri fratelli stanno dando risposte per quanto è possibile esaurienti tanti volontari, le parrocchie e le organizzazioni della sinistra"

"Meglio avrebbe agito Maritati se avesse fatto un blitz tra gli agrari che sfruttano in maniera intensiva gli immigrati (fino ad undici ore quotidiane di lavoro; un ingaggio che prevede il pagamento del salario soltanto se si completa il periodo; lavoro in nero; ecc. ecc.); meglio avrebbe agito se il blitz lo avesse fatto portandosi appresso non le televisioni bensì gli ispettori del lavoro; se il blitz lo avesse fatto presso il suo compagno di partito sindaco di Nardò, il quale sa benissimo che la situazione si ripete identica da diversi anni, e fa finta di nulla: non in nome dell’accoglienza bensì dell’economia del territorio (leggi: gli interessi degli agrari)".

"C’è una condizione di sfruttamento precapitalistico - continua il consigliere - di cittadini lavoratori: in queste terre che sono state la culla della democrazia salentina fondata sulle lotte bracciantili e l’occupazione delle terre dell’Arneo, in queste terre che sono state fecondate dal sangue dei braccianti, in queste terre si ripete la dialettica antica dei rapporti servili, lo sfruttamento intensivo, il caporalato. Tutto sotto gli occhi tolleranti di chi finge di non vedere e si compiace di denunciare la mancanza dell’acqua o dell’assistenza sanitaria (problemi, ribadisco, che il volontariato affronta in solidarietà e condivisione), ignorando che la questione è sempre quella: il conflitto tra capitale e lavoro".

"Immagino che in molti rimpiangano i bei tempi andati nei quali si poteva semplicemente sparare sui lavoratori disobbedienti; oggi la questione è più complessa, e bisogna versare qualche lacrima e pagare il tributo di qualche appassionata invettiva, sotto i riflettori della telecamera. Poi - conclude - di corsa nelle stanze del potere, a trattare e contrattare il prossimo segretario regionale del Partito. E i cittadini stranieri, che perdono la propria lingua insieme con il sudore di una fatica feroce? Bè, ne riparliamo l’anno venturo di questi tempi".

da IlPaeseNuovo

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