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venerdì 24 luglio 2009

Cinque milioni di giovani senza lavoro

Il peggio non è ancora passato, nonostante le improbabili rassicurazioni che vengono date da tutte le parti. Tanto che nei 27 paesi dell’Unione europea risultano disoccupati e iscritti alle liste di collocamento - rivela l’Eurostat (l’ufficio di statistica della Ue) - ben 5 milioni di giovani di età compresa tra i 15 i i 24 anni. I paesi più colpiti sono la Spagna e l’Inghilterra, oltre a quelli che sono più recentemente entrati nella Ue con il miraggio di avere più mercato e, magari, più occupazione.É il caso della Lettonia, dove il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato a essere del 28,2%. Il paese baltico ha già chiesto un prestito all’Fmi per uscire dalla crisi.
Batte la Lettonia solamente la Spagna con un tasso pari al 33,6% che è il doppio di quello registrato in Europa (18,3%). La Spagna, in questo momento, ha il triste primato del più alto numero di disoccupati: a fine anno il tasso sarà del 19%. Tra il 2008- 2009, in dodici mesi, circa 789 mila giovani sono entrati nella disoccupazione nella penisola iberica, mentre in Inghilterra la cifra è pari a 850 mila unità. In Italia, invece, si è registrato in dodici mesi l’incremento più elevato rispetto a quello di altri paesi europei (+4,5%), ovvero 456 mila giovani sono senza un lavoro.
La «ripresina» nel nostro paese potrà esserci, ma la disoccupazione continua ad allarmare tanto che lo stesso Isae (un istituto che collabora con il ministero del tesoro) non riesce a nascondere che - a fine anno - andranno persi 300 mila posti di lavoro (si comincia ad avvicinare molto al dato dei 500 mila annunciato mercoledì dal Cnel). Inoltre, sempre la Isae rivela che il tasso di disoccupazione nel nostro paese sarà al 7,9% a fine anno e al 9,3% nel 2010. Ammesso e non concesso che ci sia un recupero di ricchezza (il Pil) dello 0,2-0,4% nel corso del prossimo anno (a condizione che tutto vada nel verso giusto), questo dato in sé avrebbe poco significato se non si accompagnasse alla soluzione del grave problema della disoccupazione.

di Maurizio Galvani da Il Manifesto

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