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mercoledì 1 luglio 2009

L’ombra della mafia nella ricostruzione dell’Abruzzo

Dietro i lavori per la ricostruzione c’è l’ombra della Mafia. Dante Di Marco, l’uomo che ha vinto l’appalto per i lavori è legato ai prestanome di Ciancimino

In queste ore affidabili testate on-line come Repubblica, Terra e Italia dall’Estero hanno pubblicato la notizia di presunti legami tra Dante Di Marco, l’uomo che ha vinto uno degli appalti per i lavori di ricostruzione in Abruzzo e organizzazioni di stampo mafioso. Pubblichiamo di seguito l’articolo tratto dal quotidiano Blitz , che riassume i passaggi salienti dell’indagine.

Nei pressi di Bazzano i lavori sono in avanzato stato di realizzazione, tanto che per il prossimo novembre quasi 15mila sfollati andranno ad abitare le cosiddette “casette”, 4500 alloggi su 104 ettari di terreno. Qui sarà costruita la “new town“. E proprio qui l’imprenditore Dante Di Marco, alla fine di maggio, ha vinto il primo sub appalto per la ricostruzione.

Fin qui niente di strano, se non fosse per uno stretto legame che lega Di Marco agli amici siciliani, gli stessi che nascondevano in Abruzzo i soldi di don Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo.
Dante Di Marco è un settantenne dalle amicizie “importanti”,
vive a Carsoli, piccolo paese fra l’Aquila e Roma e ha una ditta che gestisce con i figli e che non è mai stata coinvolta direttamente in indagini antimafia. Dante Di Marco, però, è anche socio fondatore della “Marsica Plastica srl” con sede, guarda caso, a Carsoli.

La “Marsica Plastica srl”, è un’impresa molto nota agli investigatori dell’Aquila e anche a quelli di Palermo. È nata il 22 settembre del 2006 nello studio del notaio Filippo Rauccio di Avezzano e tra gli altri soci c’era anche l’abruzzese Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto per avere occultato i soldi di Vito Ciancimino in un villaggio turistico a Tagliacozzo.

C’era Giuseppe Italiano (il nome di suo fratello Luigi è stato trovato in uno dei “pizzini” del boss Antonino Giuffrè quando era ancora latitante), che è un ingegnere palermitano in affari di gas con Massimo Ciancimino. C’era anche Ermelinda Di Stefano, la moglie del commercialista siciliano Gianni Lapis, il regista degli investimenti del “tesoro” di Ciancimino fuori dalla Sicilia. Una bella “cricca” quella della “Marsica Plastica srl” e oggi, uno dei suoi soci, ha avuto la responsabilità di inagurare la ricostruzione dei venti siti individuati per realizzare le new town intorno all’Aquila. Un Piano da 330milioni.

Roberto Saviano, ricordando la situazione in Irpinia, ha dichiarato, qualche giorno dopo la tragedia abruzzese, che il flusso di capitali provenienti dagli aiuti per il terremoto nella regione Abruzzo comportava il rischio di trasformare la zona in un obiettivo della criminalità organizzata. Ottanta capimafia sono agli arresti nel carcere dell’Aquila, o almeno lo erano, finché il ministro degli Interni non ha ordinato il loro trasferimento urgente a causa del pericolo di crollo dell’edificio. Saviano ha inoltre aggiunto che recentemente, i capimafia ancora in libertà si sono riuniti in Abruzzo per mettere a punto i loro piani.

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