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giovedì 30 luglio 2009

Nardò: emergenza e "free raiders"

Lunedì 27 luglio il quotidiano di Lecce ha pubblicato un articolo intitolato "Benvenuti nell'inferno di anguria city" che riportiamo per intero. L'articolo parla fra le altre cose dell'azione umanitaria portata avanti in questo periodo da alcuni volontari appartenenti ad alcuni gruppi politici di sinistra di Nardò. Proprio su questo punto vorrei soffermarmi per specificare di quali gruppi si tratta visto che le varie testate giornalistiche di questi giorni altro non hanno fatto che attribuire i meriti al Senatore Maritati per aver "scoperto" per primo la situazione.
Movimento per la sinistra e rifondazione comunista sono attivi già da circa venti giorni sul territorio neritino sia sul piano umanitario che istituzionale per far fronte a quest'emergenza, insieme a loro hanno collaborato costruire insieme e in un secondo momento i giovani democratici, grazie ai quali è stato pubblicato l'articolo.

Di Ilaria Falconieri

“Il cuore rallenta e la testa cammina” sono i versi con i quali Fabrizio De Andrè si avvicinava, in un suo pezzo, al mondo dei Rom. Quegli stessi versi accompagnano i passi, i pochi metri appena fuori dall’abitato neretino che bisogna percorrere per raggiungere la tendopoli degli immigrati stagionali. Loro non sono Rom, vengono dall’Africa da ogni parte dell’Africa (Sudan, Tunisia, Marocco, Burkina-Faso) ma si ha la sensazione di doversi avvicinare quasi con circospezione a questo loro mondo fatto di disperazione e speranza e non per paura del diverso, per xenofobia, come spesso accade, ma per paura di violare il loro dolore silenzioso.
La situazione degli immigrati stagionali, tristemente nota a Nardò, è solo una delle tante sacche di miseria e povertà che sistematicamente da 20 anni a questa parte si trasferisce dal sud del mondo a sud dell’Italia, Puglia, ma anche Calabria, Campania, Basilicata, Sicilia. Il Comune di Nardò per far fronte alla situazione si è attivato lo scorso anno con la realizzazione del progetto A.M.I.C.I che, attraverso i finanziamenti regionali, prevedeva la ristrutturazione dell’immobile masseria Boncuri e l’utilizzo di quest’ultimo come “centro di accoglienza” per gli immigrati stagionali. Il centro, tuttavia, gestito dalla cooperativa “Finis Terrae” può accogliere solo poco più di 50 persone mentre il flusso di immigrati che ogni anno interessa la nostra città è stimato attorno le 400 persone. Per assurdo dunque la pur meritevole iniziativa dell’amministrazione ha creato, se possibile, una gerarchia della disperazione, con immigrati di serie A, i fortunati che hanno trovato alloggio presso la masseria e quelli di serie B che si sono accampati nelle campagne come e dove hanno potuto. Ma la situazione è ancora più complessa e riguarda proprio le dinamiche sociali all’interno della tendopoli. Vi convivono etnie diverse, e sebbene sia stupefacente come questo avvenga senza grossi problemi, “all’interno del campo – racconta uno dei tanti volontari che quotidianamente portano il loro sostegno agli immigrati – le prevaricazioni sono all’ordine del giorno”. Sempre i volontari ci spiegano infatti che all’interno di questa comunità si sono creati dei fenomeni di caporalato interetnico per cui anche il solo possesso di un’auto per gli spostamenti costituisce un vantaggio tale da creare prevaricazione. “Chi tra di loro ha l’auto si fa pagare 3 euro per un passaggio” continuano i volontari “tra di loro poi alcuni si sono fatti gestori di una sorta di mensa e chiedono 3 euro e 50 per un piatto di cuscus o 1 euro per il latte”. Ma il vero problema è che molti di loro sono senza lavoro. Il prolungarsi delle piogge quest’anno ha infatti ridotto la richiesta di manodopera nei campi per cui molti immigrati non hanno denaro, per mangiare, per bere e meno che mai per partire. Poi c’è il decreto sicurezza che ha confuso ulteriormente le idee e generato tra gli extracomunitari il terrore di chiedere soccorso medico nonostante tra di loro, viste le precarissime condizioni igieniche in cui vivono, molti avrebbero bisogno di cure.
Una situazione al limite in cui però c’è una nota positiva e di speranza: un gruppo di volontari, si è attivato da alcuni giorni per alleviare le sofferenze di questa gente organizzando una distribuzione quotidiana d’acqua di cui, nel campo c’è, disperatamente bisogno. Si sono autotassati per l’acquisto di un contenitore da 200 litri con il quale approvvigionano il campo di acqua fresca che attingono da un pozzo privato poco distante, per un totale di 500 litri al giorno, si sono autotassati per acquistare prodotti contro le zanzare che dilagano nel campo torturandone gli “ospiti” e si stanno attrezzando per la distribuzione di generi alimentari da reperire, si spera, attraverso il buon cuore di tutti.
C’è poi l’intervento di alcuni medici che, “senza frontiere” in questa appendice d’Africa, hanno visitato alcuni malati nel campo, distribuito medicinali e si sono messi a disposizione con i volontari per qualsiasi esigenza.
Uno di loro, R.L, medico ospedaliero di Nardò, ci dice quanto importante sia che passi questo messaggio “Queste persone hanno diritto ad essere curate ed in merito ci sono disposizioni ben precise del governatore regionale. Anche un medico curante può e deve prestare cure mediche a quanti tra gli immigrati dovessero rivolgersi a lui, avvalendosi, per la prescrizione dei farmaci di un codice generico (x01) appositamente istituito”.
Tante infine le iniziative che hanno in cantiere i volontari atte a favorire l’integrazione: partite di calcio, feste interetniche e lezioni di italiano. Iniziative, assieme a quella della distribuzione dell’acqua, di cui hanno tuttavia remore a parlare temendo sgomberi coatti del campo o altri provvedimenti contro gli immigrati.
Un particolare colpisce della vita nel campo: un sottofondo di parole e musiche etniche grazie a qualche antenna parabolica sparsa qua e là. Unico contatto con una terra, la loro, che se non spinti da necessità non avrebbero probabilmente mai lasciato. Una musica questa che, gli italiani conosco bene.

2 commenti:

  1. Salveeeee...finalmente riesco ad entrare in questo blog...
    i mie complimenti è davvero bello ed accogliente e si trovano molti spunti per commentare.
    anche io ho collaborato per un po di giorni al campo -immigrati e conosco la situazione abbastanza bene, credo che lo stupore e lo sgomento per le condizioni in cui vivono centinaia di persone sia quello che più conta.
    ahimè sono rimasto male per la piega che ha preso la vicenda a causa dell'intrusione mediatica che forse era inevitabile e che magari non ha generato solo che un polverone.
    non credo che alla cittadinanza importi molto dell'"inferno" nella periferia ma va dato assoluto risalto alla collaborazione di due gruppi politivi avversi sotto certi aspetti politici ma capaci di essere vicini nella solidarietà. Non sono assolutamente favorevole all'articolo della dott.ssa falconieri in quanto lo ritengo tra le righe poco incisivo e carente di vissuto,questa è solo la mia idea.
    mi dispiace davvero che rappori di collaborazione si siano venuti ad incrinare dopo l'articolo. personalmente resterà un bel periodo di confronto con i tanti giovani di mps che ritengo validi e fin troppo poco maliziaosi da capire che molto probabilmente dietro la visita di maritati si nasconda un non so che di misterioso. è inutile fare supposizioni ma la mia idea riguardo al pd è molto critica e di conseguenza anche le attività svolte dai capi piddini... ancora complimenti per il blog. jordan

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  2. Danilo, anche se non ti conosco personalmente, ho sempre apprezzato il tuo modo di far politica. Spero che mps sia in grado di intercettare le istanze di una città da troppo tempo orfana di una sinista.

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