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lunedì 13 luglio 2009

Movimento per la Sinistra Nardò - Documento per l’Assemblea nazionale del 3 luglio 2009


Questo è il documento del Movimento per la Sinistra di Nardò consegnato nelle mani di Nichi Vendola durante l'assemblea nazionale si Sinistra e Libertà tenutasi a Roma il 3 luglio scorso.

La storia del gruppo di Nardò non è certamente né unica né originale nel variegato orizzonte del Movimento per la Sinistra, e forse proprio per questo può risultare utile una testimonianza del suo evolversi, tra grandi entusiasmi e dolorosi dubbi: una storia come tante; forse, chissà, speranze e timori diffusi e condivisi anche altrove.I primi incontri in gennaio: si avverte sin da subito la voglia di ri...”partire”, il progetto di Nichi Vendola è una calamita che attrae energie, idee e storie personali di varia provenienza. La nostra esperienza è quella di un gruppo che nasce già composito e articolato e non, come probabilmente avviene in altre realtà locali, sulle spoglie di quella che in tanti continuano erroneamente a considerare una scissione. In altre parole la nascita del nostro gruppo, che sin dall’inizio ha inteso far riferimento al Movimento per la Sinistra, non avviene per gemmazione attorno ad un nucleo preesistente ( il PRC dei “vendoliani”) ma è il risultato di un incontro nel quale ci si è sentiti/e tutti/e partecipi di un processo di sintesi e mediazione, restando garantita a ciascuno/a la propria identità.
La voglia di fare è tanta: ci si vede a scadenza settimanale e cominciano a delinearsi le tracce di probabili percorsi politici, nel locale e non. Ma cominciano anche i problemi ed i malumori legati ad una certa confusione che accompagna il MPS nazionale nella sua strutturazione. Fisiologico, certo, data la situazione. Però non si riesce ad avere accesso alle informazioni, né si sa bene quale ne sia la provenienza e, poi, quali canali percorra: certo, non sono i nostri.
Cominciamo così a segnalare le nostre difficoltà via mail, al sito nazionale, proponendo un’assemblea costituente che fissi delle regole e stabilisca dei criteri di rappresentatività. Nessuna risposta né qualcosa che ci assomigli. In aprile indiciamo un’assemblea, invitando i gruppi della provincia di Lecce attraverso i pochi contatti a disposizione. In quell’occasione socializziamo le nostre perplessità, generate sia dalle difficoltà di accesso alle informazioni che riguardano il Movimento, sia dalla constatazione che la provvisorietà rischia di fossilizzarsi, introducendo elementi di fissità molto mal tollerati da chi invece si sente partecipe di un divenire quanto mai dinamico, complesso e articolato: in sostanza si chiede che gli organismi rappresentativi non siano costituiti SOLO dai fuoriusciti di Rifondazione, ma che si proceda al più presto alla definizione di gruppi dirigenti, sia pure temporanei, compositi, che rispecchino effettivamente la realtà composita di cui fanno parte. E’ un problema di forma che però è anche sostanziale: si rischia di disperdere energie ed ingenerare dubbi su chi si è appena avvicinato al Movimento solo per un problema di mancanza di circolarità nella gestione delle informazioni, cioè nella comunicazione e, quindi, nella definizione delle scelte. La sensazione, molto fastidiosa visto l’entusiasmo, è quella di esclusione.
Purtroppo, ci viene risposto, c’è l’emergenza delle elezioni provinciali ed europee e “non c’è tempo da perdere”. Ora l’emergenza è alle nostre spalle: è tempo di analisi e riflessione su ciò che è stato e su ciò che sarà.
Senz’altro quello del MPS è un progetto a lungo termine, e proprio per questo ci piace, ma riteniamo che occorra al più presto elaborare dei sistemi di comunicazione interna più efficaci, meno elitari e, soprattutto, condivisi, in modo da legittimare concretamente le domande, le proposte e le richieste che la base, unica vera forza di questo movimento, elabora. Noi abbiamo inteso così il “radicamento nei territori” e ci auguriamo di non aver capito male.

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