HOME       BLOG    VIDEO    EVENTI    GLI INVISIBILI    MUSICA    LIBRI    POLITICA LOCALE    POST PIU' COMMENTATI

giovedì 2 luglio 2009

Nuova giunta, tre no a Vendola ma la partita si sposta a Roma

Tra i nomi in pericolo Frisullo, Russo, Barbieri, Godelli.

di Paolo Russo
«No, grazie». Italia dei Valori, Udc e Io Sud chiudono la porta alla proposta choc lanciata ieri dal governatore Vendola. E con diverse sfumature rifiutano di entrare a far parte della nuova giunta che, entro la prossima settimana, sarà nominata dal governatore pugliese. L´ipotesi di estendere alla Regione il laboratorio politico del centrosinistra sperimentato con successo al Comune di Bari, e nelle provincie di Taranto, Brindisi e Foggia è tramontata nel giro di poche ore. O almeno così si coglie dal tenore dei messaggi inviati a Vendola dai leader dei movimenti politici invitati al desco regionale. Oggi il presidente pugliese è a Roma per confrontarsi direttamente con i leader nazionali dei partiti "interessati a questa nuova sfida". Ma nel frattempo ha dovuto incassare i primi rifiuti a mezzo stampa.

«Vendola farebbe bene ad azzerarsi da solo», la prima a rispondere all´apertura di Vendola è Adriana Poli Bortone. Raggiunta dalla notizia del terremoto regionale durante una convention di Io Sud , la lady di ferro della destra pugliese non si è lasciata ammaliare dalle sirene baresi: «Se la sua giunta è ingovernabile dovrebbe dimettersi anche lui. Sarebbe questo il vero atto di coerenza».

Più pacato il rifiuto del segretario nazionale dell´Udc, Lorenzo Cesa: «Non siamo un partito tappabuchi e non intendiamo andare al governo di città, province e regioni percorrendo scorciatoie». Ma il partito dei cattolici ha apprezzato la svolta del governatore: «Pur apprezzando il decisionismo del presidente Vendola - ha ribadito Cesa - esprimiamo la nostra indisponibilità alla politica delle scorciatoie». Meno rigida appare la posizione dell´Italia dei valori, la principale forza politica accreditata all´ingresso in giunta. Ma Antonio Di Pietro ha ribadito: «Non siamo interessati alle poltrone».

Il primo consiglio regionale del post terremoto ieri non è durato più di dieci minuti. Dopo una sentita e composta commemorazione di Renato Guaccero, il segretario generale del consiglio recentemente scomparso, il parlamentino di via Capruzzi si è trasformato in un ring. Il Pdl, col capogruppo Rocco Palese ha chiesto la presenza in aula di Nichi Vendola, il Pd ha ottenuto la sospensione della seduta "in attesa di un chiarimento politico col presidente" che, ha ribadito il capogruppo Antonio Maniglio «Ha espresso la sua decisione in autonomia dalla sua maggioranza». Sarà l´unica flebile critica del Pd al governatore.

Gli animi, in casa democratica sono molto più tesi, di quanto dimostrato fino ad ora. Ma, spiazzato dalla mossa di Vendola, il Pd, riunito ieri in assemblea, non ha potuto che seguire la strada tracciata dal segretario regionale, Michele Emiliano. «Nella formazione della nuova giunta Vendola ha carta bianca - ha sintetizzato Maniglio - ma sono sicuro che avrà l´intelligenza di cercare il confronto non solo con il Pd ma con tutti i partiti della coalizione». Proprio per questo, ieri sera, il presidente è partito alla volta di Roma. «Voglio dialogare con tutti i soggetti interessati alla difesa del Mezzogiorno», ha detto, per nulla scoraggiato dai primi no incassati. Un gruppo di sostenitori del presidente regionale sta organizzando un sit in di sostegno. Appuntamento alle 18 sul lungomare.
(02 luglio 2009)

1 commento:

  1. Per me la partita è chiara e si è già giocata a Roma: Tutti sapevano che l'apparentamento con l'UDC ai ballottaggi avrebbe fatto venire il mal di pancia all'elettorato di Vendola, ed ora si sbatte la porta in faccia al governatore per farlo fuori! E' una persona scomoda in mezzo a tanta sporcizia! Forza Nichi, noi di Nardò te lo avevamo detto più volte, buon cammino, ma attento alle buche!

    RispondiElimina