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venerdì 24 luglio 2009

SABATO 25 LUGLIO 2009 NARDO’ CHIOSTRO DEI CARMELITANI - CONVERSAZIONE PUBBLICA CONTRO IL DECRETO SICUREZZA

A pochi giorno dall’approvazione del decreto sicurezza, un coro sempre più arrabbiato cerca di contrastare, attraverso la raccolta delle firme o l’informazione sul web, quella che è stata definita una vera e propria legge razziale la quale, calpesta qualsiasi diritto internazionale.
Disegno di legge 733 B in materia di pubblica sicurezza, varato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, dal Ministro dell'’Interno, Roberto Maroni, e dal Ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Questo nonostante le proteste di tutte le organizzazioni per i Diritti Umani, delle forze democratiche, della Chiesa cattolica e le forti perplessità del Consiglio Superiore della Magistratura. La Legge 733 B ha tutte le caratteristiche per essere definita senza indugi una legge razziale che va contro la Costituzione italiana, le direttive europee in materia di immigrazione e libera circolazione, la Carta dei Diritti Fondamentali dell'’Unione europea, le Convenzioni internazionali sui diritti umani, tra cui la Convenzione di Ginevra, la Convenzione sui Diritti del Fanciullo, la Carta dei Diritti dei Popoli e la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per dire no Emergency, Il Cantiere e il C.R.S.E.C. (Centro Regionale per i Servizi Educativi e Culturali) hanno organizzato per sabato 25 luglio 2009 una conversazione pubblica nel Chiostro dei Carmelitani alle ore 20:00, nella quale interverranno Natty Patanè, assessore ai servizi sociali di Sava, Umberto Caracciolo, dirigente A.S.L. Nardò e Ahed Ababneh, mediatore culturale e componente dell’associazione FINIS TERRAE, presente nella Masseria Boncuri per dare assistenza agli stagionali.
Per non rendere inutile la giornata, vi invitiamo partecipare numerosi e ad intervenire dando il vostro contributo.
Non rendiamo i poveri braccianti dell’anguria ancora più invisibili.
A pochi passi dalla città c’è l’inferno e nessuno muove un dito.
Ci vantiamo tanto di essere la città dell’accoglienza; allora impariamo veramente ad integrare e aiutare.
Questo appello è rivolto soprattutto alle istituzioni e ai becchini sfruttatori imprenditori agricoli che sono i responsabili di questo stato di schiavitù dal quale al momento è difficile uscire.

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