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venerdì 17 luglio 2009

Salerno - La manovalanza cammorrista di De Luca al congresso dei giovani del PD

NB: Il signore delle ceneri ha, praticamente e struttUralmente, la città in mano, le società miste che gestiscono i servizi della città sono al suo diretto comando chi ci lavora è asservito al sistema mafioso
le principali istituzioni sono sotto il controllo
oramai a salerno per lavorare e guadagnare devi accettare compromessi tipo servilismo estremo e consenso politico non è casuale che capita che intere famiglie lavorano ed altre si ritrovano senza alcun reddito tutto dipende dal grado di servilismo e dalla composizione numerica del nucleo familiare. Una metodologia di ispirazione mafiosa se non accetti questo non lavori e perseguito anche in termini istituzionali.
Questi non sono ne fasci e ne compagni questa è mafia...
Arrivano in un quartiere e fanno un monitoraggio delle famiglie evidenziando le piu numerose o facinorose ed iniziano a risolvere qualke problema tipo lavoro o contributo in cambio di consenso prima se ne serve e poi li rivende alla giustizia.
per gli appalti di lavori pubblici vengono disposte delle ditte costituite in cartelli con un unica finale regia
con le cooperative lo stesso praticamente schierate sul campo coop con un unico terminale
In una estrema sintesi si stanno abbuffando e lo fanno pure con arroganza sia istituzionale usando una legalità formale con una evidente illegalità , sotto il profilo del controllo del territorio hanno uomini dispiegati su tutto il territorio.Comprano consensi con denaro pubblico.

QUESTA è MAFIA E SE Cè QUALKUNO CHE STUDIA DINAMICHE MAFIOSE PUO CONFERMARE...
IL SISTEMA DELL'UOMO DELLE CENERI è INTRISO DI MAFIA

Salerno - La manovalanza cammorrista di De Luca al congresso dei giovani del PD

Polo Nautico, cinquanta persone bloccano l’ingresso. Grimaldi: «Metodi di camorra»
Giovani pd, è rissa al congresso
FULVIO SCARLATA Assalto al congresso dei giovani del Pd: in cinquanta, alle diciassette, bloccano l’ingresso del Polo Nautico, impedendo di entrare e di uscire. Minacce, inseguimenti e botte ai ragazzi del Pd e ai giornalisti: «Siamo di De Luca, il congresso oggi è rimandato, lo vuole il popolo di Salerno. E tu che parli, sappiamo chi sei, ti veniamo a prendere in redazione e scommiamo di sangue». Tutto sotto gli occhi della Digos (che non ha fermato nessuno) e del consigliere comunale Giannicola Bonadies che, pur conoscendo gli aggressori, è rimasto inerte. Il nuovo Pd, ricco di tante ansie e aspettative, nasce a Salerno al Polo Nautico. Motivo del contendere, per un partito in piena crisi che ha appena perso le elezioni, la piccola segreteria provinciale dei giovani. Secondo la vecchia tradizione degli scontri interni, il 9 maggio scorso era stato convocato un primo congresso senza avvertire il segretario regionale Michele Grimaldi: presenti 30 dei 54 delegati, eleggono Liliana Bonadies. Grimaldi e il segretario nazionale Fausto Raciti bloccano la ratifica del congresso, lo annullano. E riconvocano il congresso, da maggioranza bassoliniana, ieri pomeriggio al Polo Nautico. Alle 17, però, sono arrivate una cinquantina di persone con uno striscione: «Bassolino vergogna, dimettiti». «Sono scesi dalle auto di Salerno Sistemi e indossavano magliette delle società miste, tutti accompagnati da ultrà della Salernitana» denuncia Grimaldi che, con altri, resta sequestrato nel palazzo, mentre gli altri venivano fermati fuori. Solo l’arrivo della Digos permette ai ragazzi di uscire dal Polo Nautico, dove però continuano le minacce. Il sindaco di Rofrano, Toni Viterale, tenta di parlare con i manifestanti: «Oggi il congresso non si fa - la risposta - Questa è Salerno, qua comanda De Luca, ve ne dovete andare e basta». Curiosamente, i manifestanti sanno tutto dei vari congressi. I ragazzi provano di tutto ma gli energumeni minacciano di entrare al congresso e «dare fastidio», con toni e sistemi che molto ricordano il linguaggio dei clan. Prendendo di mira, poi, i singoli. «Tu non sei di Salerno, vattene che è meglio per te» l’invito deciso per Grimaldi, condito con insulti e minacce. «Non capisco, questi non mi sembrano né giovani, né democratici» dice Massimiliano Cataldo, minuto ex segretario della Sinistra giovanile Ds mentre parla con un giornalista. «Tu stai provocando, ti devi solo stare zitto»: un uomo, più largo di spalle che alto maglietta blu a righe, si avvicina e colpisce violentemente alla testa Cataldo. Poi botte ai giornalisti: «Ti sappiamo, ti veniamo a scommare di sangue a casa tua, o in redazione al Corso». Spintoni per tutti i ragazzini. «Tu non sai chi sono io - grida uno alto, maglietta bianca, occhiali da sole, sempre presente a decine di manifestazioni deluchiane in funzione di servizio d’ordine - Simmo a camorra, statti attento». Tutto sotto gli occhi della Digos e di Giannicola Bonadies. La figlia Liliana, segretaria dei giovani, preferisce non farsi vedere.

da Indymedia

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