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venerdì 24 luglio 2009

Un’altra vittima getta ombra sul Cremlino

Nulla di nuovo da Mosca. O almeno nulla di buono. Solo ieri è stato annunciato il ritrovamento, avvenuto il 10 luglio, del cadavere di Andrej Kulagin, un attivista della ong Spravedlivost (Giustizia), sparito due mesi fa.

Il direttore della ong, Andrej Stolbunov, ha denunciato l’esecuzione del suo collaboratore, collegandola alle uccisioni di Natalia Estemirova e di Anna Politkovskaja. Le forze di sicurezza russe, invece, si sono affrettate a sottolineare che contro Kulagin erano stati aperti alcuni procedimenti penali. Per atti vandalici.

Una sottolineatura che va di pari passo con quella fornita dal viceministro dell’interno che, a proposito dell’inchiesta sulla morte di Estemirova, ha voluto specificare che le indagini seguono varie piste, tra cui quella della rapina (anche se la donna aveva ancora con sé il cellulare) e quella legata a presunti problemi nella vita privata.

Come commenta Shaun Walker su Russia Profile, “quello che è cambiato a Mosca, con Medvedev, è la retorica di superficie. Prima ci dicevano che queste morti erano irrilevanti. Ora ci dicono che sono importanti, e il presidente manda le sue condoglianze”. Ma i mandanti continuano a essere ben protetti.

Intanto l’associazione Memorial, per cui lavorava Natalia Estemirova, ha chiuso i suoi uffici in Cecenia, anche se continuano i sequestri e le sparizioni: almeno sei persone sono state sequestrate in Cecenia questa settimana. La popolazione ha sempre più paura delle violenze e degli abusi e ora non sa più neppure a chi denunciarli. Sono in molti, scrive il sito Caucasian Knot, a rimpiangere il lavoro di Natasha.

da Internazionale

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