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domenica 5 luglio 2009

Vendola contro D'Alema, e il Pd si spacca sul rimpasto

Un lungo faccia a faccia tra Nichi Vendola e Massimo D'Alema. Un incontro "cordiale" ma a tratti teso, al termine del quale il governatore pugliese non ha ottenuto tutte le garanzie politiche che cercava per la formazione della nuova giunta regionale. Vendola voleva dal leader democratico la certezza della sua riconferma a guida della coalizione che correrà per le regionali del 2010. Ma la risposta dell'ex premier è stata più fredda di quanto Nichi si aspettasse. La sua ricandidatura non è, per il momento, nell´agenda del Pd nazionale. La linea del Partito democratico è quella esposta dal senatore Nicola Latorre: «Ogni cosa al suo tempo. Ora la giunta poi le regionali». Una risposta che non sta più bene a Vendola. Per il presidente gli equilibri della sua nuova squadra di governo sono strettamente connessi al futuro politico del laboratorio pugliese. E - a questo punto - dipendono anche dall´esito del confronto che da oggi si aprirà in casa Pd.

I democratici pugliesi sono spaccati a metà. Il sindaco Michele Emiliano, è lo sponsor principale di Nichi Vendola. Ma c´è una fetta del partito che, dietro la regia del leader Massimo, sta lavorando alla candidatura di Francesco Boccia. L´area che al congresso sosterrà la mozione Bersani in Puglia è nettamente maggioritaria. E alla ricandidatura del presidente attualmente in sella preferirebbe quella di un moderato in grado di parlare con Udc, Italia dei valori e Io Sud. Una scelta che significherebbe anche per D´Alema, isolare e disinnescare il "pericolo Emiliano". La conferma dei timori baresi arriva dalle dichiarazioni dell´onorevole Albero Losacco: «Sul sostegno all'iniziativa di Vendola ci sono resistenze anche all´interno del Partito democratico, queste vanno superate restando lontani da accordi di apparato».

Non è difficile immaginare allora che, nei prossimi giorni tra le due anime contrapposte del Pd, si scatenerà una guerra senza esclusione di colpi. Dall´esito di questa battaglia dipenderà il nuovo assetto di giunta. In questi ultimi mesi di governo Nichi Vendola ha una sola strada per ottenere la fiducia di tutto il partito democratico. Dimostrarsi un valido e affidabile interlocutore per i cattolici e i moderati. Dall´azzeramento della sua giunta continua a ricevere attestati di stima da parte di Udc, Idv e Io Sud.
Ieri, però, nel suo viaggio a Roma il presidente ha maturato la convinzione che, l'ingresso in giunta di questi partiti, è altamente improbabile. Anche Nicola Latorre, ribadisce: «Credo che su questo aspetto non avremo sorprese. Un allargamento della coalizione è possibile, ma a partire dalla prossima legislatura».

Per dialogare sui programmi e ipotizzare un'alleanza con i centristi, allora, Vendola ha bisogno di imprimere una svolta moderata alla sua squadra. Esponenti graditi a Udc e a Idv, ma non organici a questi partiti, avranno la precedenza nella formazione della nuova giunta.
Gli assessori che hanno rimesso nelle mani del presidente Vendola la loro delega, nel frattempo, stanno chiedendo al governatore di accelerare i tempi per la formazione della nuova giunta. Il leader di Sinistra e libertà è atteso a Bari nella serata di oggi. L´annuncio della nuova squadra dovrebbe arrivare per l´inizio della nuova settimana.
Fino ad allora la maggioranza di centrosinistra sarà esposta alle lacerazioni interne e agli attacchi della destra. Ieri il Pdl è tornato alla carica: «Il presidente della giunta deve informare il Consiglio regionale circa le motivazioni che hanno determinato l´azzeramento della giunta». Questa è la richiesta che l´opposizione ha formalmente inoltrato attraverso una lettera al presidente del Consiglio, Piero Pepe.

di Paolo Russo da La Repubblica

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