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venerdì 3 luglio 2009

VIA DAL “TEMPIO” GLI ARTIGIANI CON LE LORO BANCARELLE

Blitz ieri sera nel cuore del centro storico di Lecce, in via Vittorio Emanuele, da parte della municipale. Una ventina di artigiani hanno dovuto chiudere le loro bancarelle di prodotti fatti a mano.

Non sono ambulanti. Nemmeno saltimbanchi, artisti di strada. Sulla carta, ancora, neanche commercianti. Forse, artigiani?La loro figura professionale, per il burocratese, non ha ancora collocazione. Sarà diverso, chissà, quando il Comune di Lecce farà passare il provvedimento che disciplina definitivamente questa categoria (artigiani, pare di capire), ma, per intanto, ieri sera, una ventina di bancarelle “internazionali” che espongono manufatti in cuoio, collane, bracciali, borse, nel cuore del centro storico di Lecce, in via Vittorio Emanuele, sono state fatte chiudere dagli agenti della municipale. I quali, molto garbatamente, e in più tranche, hanno invitato gli artigiani prima a rispettare i 5 metri di distanza imposti dalla legge tra una bancarella e l’altra, poi a lasciare libero definitivamente il suolo pubblico.

E così questa mattina, una ventina di artigiani, tra cui salentini ma anche spagnoli, indiani, africani, si sono dati appuntamento vicino la chiesa di Santa Croce per poi recarsi presso l’ufficio Cultura del Comune. Già, ma cosa c’entra l’ufficio Cultura del Comune con la vendita di borse in cuio, bracciali e collanine? E’ quello che si sono chiesti artigiani cacciati dal "Tempio", anche se ieri sera sarebbero stati proprio gli agenti della municipale e indirizzarli verso lo sportello comunale. Ed infatti, una volta lì, i responsabili della Cultura hanno invitato il gruppo a recarsi da tutt’altra parte, negli uffici dell’Annona. Anzi, no. Forse è meglio andare negli uffici della municipale “turistica”, in piazza Sant’Oronzo, proprio sotto Palazzo Carafa. E una volta lì, spallucce da parte degli impiegati: “Non è passato ancora il provvedimento che regola questo tipo di vendite”. Ma quale provvedimento?

“Hanno avuto tutto l’inverno per pianificare il nuovo regolamento – sbotta una ragazza che espone con la sua bancarella su corso Vittorio Emanuele – e adesso che tutto dovrebbe essere pronto perché ormai siamo in piena estate, l’amministrazione comunale non sa ancora cosa fare. C’è chi dice che siamo artisti di strada, ma non è vero. C’è chi dice che il permesso per esporre, vale a dire l’autocertificazione sulla base della legge regionale 114, numero 11 del 2003, non è più valido… insomma, siamo in pieno marasma e chi ci sta rimettendo siamo noi, che ieri sera non abbiamo potuto lavorare e che rischiamo di non potere esporre per tutta l’estate”.

Ecco cosa risponde al telefono l’assessore alle Attività produttive Attilio Monosi: “Non sono artisti di strada ma artigiani che nella loro attuale collocazione amministrativa non possono occupare il suolo pubblico nel centro storico per vedere i loro prodotti. D’altronde c’è una decisione presa in un consiglio comunale del 2005, poi trasformata in ordinanza a firma del sindaco, che vieta espressamente la vendita di prodotti artigianali e manufatti nel centro storico”.

E’ evidente che in tutta questa storia, come fanno notare i diretti interessati, al di là del nuovo provvedimento, ancora poco chiaro, e non ancora esecutivo, che c’è un preciso indirizzo dell’amministrazione comunale di volere vedere le strade della città vecchia sgombre da artigiani, diverso è invece per i ritrattisti e gli artisti di strada, categorie che non “distraggono” i passanti dagli acquisti nei negozi.

Il punto è proprio questo. Potrebbero gli artigiani fare storcere il naso ai commercianti del centro storico anche se la loro produzione di piccola bancarella non avrebbe nulla a che fare con gli oggetti esposti nelle vetrine dei negozi di via Vittorio Emanuele? Forse. Potrebbero i negozianti adirarsi perché gli artigiani non sono tenuti a pagare tasse e imposte, mentre loro sì? E se quella dei falsi artisti di strada, artigiani, invece, rappresenta una realtà lavorativa a tutti gli effetti, perché renderla difficile più di quanto già non lo fosse?

In attesa di fare chiarezza sui punti in questione e di risposte, decine di piccoli lavoratori che non espongono certo per hobby, rischiano di non poter lavorare, senza che nesuno li abbia avvertiti per tempo, magari quando era ancora inverno.

di Vincenzo De Filippi da LeccePrima

1 commento:

  1. io sono un artigiana di roma e lavoro nel centro storico credo che sia vergognoso quello che ci fanno i vigili permettono tanto libero svolgimento a tutti di poter vendere quadri e altro e a noi ci penalizzano dicendoci che facciamo commercio...........ma e''tutto un caos o cosa ...........forse mafia chissa'''capisco bene le difficolta''di tutti ma la legge qual'e' realmente chi si alza prima si veste....qui tutti si improvvisano pittori mi viene da ridere calcolate che mia figlia e''picasso in confronto e questi buffoni ma dai lasciateci sopravvivere e con dignita''mi nonna dice sempre che la vecchia non voleva mori mai....e poi fai la legge e fai l'inganno mamma mia ci beffano tutti qui gli stranieri ci deridono e ci calpestano grazie al nostro stato che ci lascia marcire e non ci tutela.vergogna .......

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