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mercoledì 19 agosto 2009

Altri due mesi? ...e scoppia la rivolta al Cie di Bari.

È da poco passata la mezzanotte di Ferragosto quando all´interno del Cie (il Centro identificazione ed espulsione) di Bari esplode l´ennesima rivolta.
Una cinquantina di extracomunitari, tutti di nazionalità tunisina e marocchina, ha divelto i tubi del bagno, scardinato i letti dal pavimento, facendone spranghe di ferro con cui ha distrutto tutto quello che si poteva mandare in pezzi. Mandato per aria gli infissi, devastato una ventina di rubinetti e una quarantina di materassi all´interno di due moduli, per poi scagliarsi come una furia verso i tetti e i muri perimetrali nel tentativo di fuggire da quel Centro dove la permanenza si era rivelata più lunga del previsto.

Sarebbe stata, infatti, la notizia che dopo esserci rimasti già due mesi avrebbero dovuto attenderne altri due, come previsto dal nuovo decreto sulla sicurezza, a provocare la rabbia degli extracomunitari ospiti del Cie. Dei 50 che avrebbero provocato la sommossa, sarebbero stati una ventina i più facinorosi, gli stessi che di recente sarebbero stati portati a Bari dopo essere rimasti altro tempo nel centro di Milano. Di questi, solo due sono stati inquadrati chiaramente dalle telecamere di sorveglianza a circuito chiuso e per questo identificati: un tunisino di 25 anni e un marocchino di 30 sono stati così arrestati dalla polizia con le accuse di devastazione e saccheggio.

I due sono stati fermati nella giornata di lunedì, quando gli animi si erano ormai calmati ed è stato possibile fare un bilancio dei gravi danni, ammontanti a decina decine di migliaia di euro. I disordini sono durati infatti cinque ore e sono terminati all´alba di lunedì, lasciandosi dietro una scia di rovine. Nella rivolta, per fortuna, nessuno del personale (composto da militari dell´esercito e poliziotti) è rimasto ferito, al contrario di quanto avvenuto in altri episodi simili in passato.


Solo una settimana fa, era scattato l´allarme sulla capienza, ormai esaurita del Centro di viale Europa dove, secondo i numeri della Prefettura, erano ospiti già duecento extracomunitari contro i 196, come quota massima prevista. Eppure proprio Bari era stata scelta come destinazione per ospitare i primi sette stranieri irregolari denunciati per clandestinità a Firenze. Il trasferimento è poi saltato per l´assenza dell´alloggio alla scorta, ma il problema rimane. Il centro del quartiere San Paolo, insieme a quello dei richiedenti asilo politico di Bari Palese, è stato spesso oggetto di proteste e polemiche.

Anche per questo il servizio di sorveglianza nelle due strutture è stato potenziato e i soldati di stanza, nell´ambito dell´operazione "Strade sicure", sono saliti da 115 a 180. Numerose sono state le iniziative messe in atto nei mesi scorsi dalle associazioni impegnate per la chiusura dei centri di detenzione, per sensibilizzare l´intera cittadinanza barese, con volantinaggi sugli autobus e sit-in in piazza, allarmi lanciati sui siti Internet e sui blog.

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