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domenica 2 agosto 2009

Caso Rumesh, un fatto accidentale a bruciapelo

Il pm della Procura di Como ha chiesto la parziale archiviazione del fascicolo di inchiesta a carico del vigile che sparò in testa a un ragazzino di Como: «Una disgraziata fatalità»

Poche storie, gli ha sparato in testa da distanza ravvicinata ma non l'ha fatto apposta. E' stata solo una «negligenza e imprudenza», disgraziata fatalità. Dunque, anche se la ricostruzione è poco originale, il pubblico ministero della Procura di Como, Mariano Fadda, è convinto che il vigile della squadretta anti-writers che ha sparato in testa a Rumesh Rajgama, un ragazzino cingalese di 17 anni, sia stato vittima «di una irriflessa pressione del grilletto nel corso dello spostamento fuori dalla sede stradale». Per questo il pm ha chiesto la parziale archiviazione del fascicolo di inchiesta a carico dello sparatore. Non più lesioni volontarie, ma lesioni colpose. Una richiesta che fa il paio con la mossa della giunta comunale di Como che a sei mesi da quel tentato omicidio ha rimesso al lavoro la muscolare squadretta che scorazza per la città molestando ragazzini armati di bombolette.
Secondo il pm, il «supertestimone» che incastrerebbe lo sparatore mente, mentre la spiegazione del vigile Marco Dianati non fa una grinza, è un classico: «Accidentalmente mi è partito un colpo incappando nel marciapiede mentre stavo facendo avvicinare il ragazzo ad un muro per perquisirlo». Rumesh, che ha la parte destra del corpo semiparalizzata e disturbi alla vista e all'udito, quel giorno stava scappando in automobile. Niente di particolarmente grave, un po' poco per prendersi un colpo a bruciapelo. Dopo «un rocambolesco inseguimento», al primo semaforo l'auto si è semplicemente trovata imbottigliata nel traffico per un semaforo rosso, un po' poco per far perdere la testa a un vigile armato. Ma nella sonnolenta Como ormai basta un niente per immaginarsi in missione sulle strade della California, lo sanno i duemila ragazzi che sono scesi in piazza per protestare contro il sindaco Bruni (Forza Italia) che legittima i peggiori comportamenti dei vigili.
Nessun politico, fatta eccezione per i giovani comunisti che hanno spinto per un'interrogazione parlamentare, ha perso tempo per interrogarsi su una vicenda di inaudita gravità, paragonabile solo ai casi clamorosi che di tanto in tanto illuminano in mondovisione la brutalità dei cops americani. Solo Minniti, viceministro agli Interni, si è degnato di rispondere che prima della sentenza non può procedere allo scioglimento della squadretta anti writers. Magari, dopo, ci scappa una bella onorificienza per il lavoro svolto.

di Luca Fazio da Il Manifesto 12Ott2006

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