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mercoledì 19 agosto 2009

Contro la fuga di cervelli In Puglia il progetto con clausola di ritorno

«Ritorno al futuro» è la speranza di poter valorizzare il territorio grazie a risorse e ingegno locali. Il titolo del celebre film degli anni ‘80 denomina anche il progetto della Regione Puglia mirato a limitare la cosiddetta fuga di cervelli, un fenomeno odioso che negli ultimi lustri ha assunto dimensioni sempre più corpose. Un trend da bloccare per evitare il rischio di rallentamento della crescita produttiva, economica e sociale della regione. Sono ben 40 i milioni di euro stanziati dall’ente regionale per offrire un’oppor tunità, in Italia o all’estero, ai giovani laureati pugliesi di arricchire le proprie conoscenze, migliorare il proprio bagaglio culturale, accrescere la propria professionalità. In cambio viene chiesto loro di non recidere il cordone ombelicale con le proprie origini: onorare un patto attraverso il cosiddetto Contratto etico giovanile. In pratica quanto acquisito presso le migliori università del mondo deve poi essere messo a disposizione della propria terra. Al momento sono ben 1.700 ad aver usufruito di una borsa di studio in discipline umanistiche, economiche- giuridiche e scientifiche per un esborso di poco superiore a 22 milioni

L’assessore regionale Michele Losappio approdato alle deleghe al Lavoro e alla Formazione professionale (dopo essere stato per 4 anni alla ripartizione Ambiente) in virtù del rimpasto estivo voluto dal presidente Vendola, crede fermamente nel progetto avviato dal suo precess ore.
«Il progetto - spiega - utilizza i fondi strutturali europei (Fse) che vengono affidati al settore della formazione professionale. Una parte di questi soldi, anziché essere indirizzata ai tradizionali enti storici viene destinata a specifiche borse di studio».

A chi sono riservate? Ai laureati che decidano di partecipare a master di qualità in Italia oppure all’estero. Grazie a questo progetto la Regione Puglia copre il costo di questi corsi di specializz azione.

Con una particolare clausola? Esatto. Chi usufruisce del finanziamento, al termine del master deve tornare in Puglia per mettere a disposizione del territorio le competenze acq uisite.

È un primo passo importante, ma serve anche qualcos’altro. Non è una garanzia. Né sarà sufficiente per evitare nuovi fenomeni di fuga, perché per far ciò è necessario legare la ricerca al mondo delle imprese. Solo in tal modo sarà possibile coniugare la crescita con la creazione di nuovi posti di lavoro. Ma se tutto ciò è difficile se legato solo al possesso di titoli e attestazioni. Penso ai brevetti, alle invenzioni e a tutto ciò che può modernizzare la regione.

Sotto questo aspetto, com’è il rapporto col mondo imprenditoriale? Le imprese preferiscono fare la ricerca in proprio, al loro interno, e lo fanno sfruttando i fondi messi a disposizione della Regione. Borse di studio e formazione interna da parte delle imprese sono importanti, perché tutto il mercato delle professioni che fa da cintura al mondo produttivo ha bisogno di nuovi innesti qualitativi. Lo ribadisco: la sinergia con le imprese è fondamentale.

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