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giovedì 13 agosto 2009

Escort, "In una casa di via Capruzzi l'alcova"

«So che Gianpaolo frequenta il gruppo di politici pugliesi vicini a D´Alema, e in particolare Roberto De Santis e Sandro Frisullo. So con certezza che Massimo Verdoscia faccia tuttora parte di quella compagine».

E´ Alessandro Mannarini, nell´interrogatorio del 20 maggio, a svelare il luogo dove Gianpaolo Tarantini faceva in modoche una escort intrattenesse i suoi ospiti eccellenti. E´ un appartamento in via Capruzzi, nel palazzo che ospita la filiale della Bnl: lì una prostituta incontrava i clienti che Gianpaolo Tarantini procacciava: medici, dirigenti sanitari forse, ma anche e soprattutto esponenti politici.

Il particolare emerge dagli atti allegati al fascicolo di indagine che, venerdì, ha portato agli arresti di Massimiliano Verdoscia e Stefano Iacovelli, accusati, l´uno di aver ceduto la droga a Gianpaolo Tarantini, l´altro di aver procurato la sostanza stupefacente. Tra i documenti che costituiscono i principali atti di accusa del pubblico ministero Giuseppe Scelsi, ci sono cinque verbali. Uno è quello di Alessandro Mannarini: 40 anni, leccese di buona famiglia, faceva l´autista di Gianpaolo Tarantini, con il quale, però, raccontano le carte dell´inchiesta, condivideva anche la passione per la polvere bianca.

E´ lui il primo ad ammettere. Indagato con l´accusa di aver distribuito polvere bianca, il 20 maggio, prima ancora che i riflettori si accendessero su Tarantini e sul presunto giro di escort e droga, Mannarini parla. Della droga, delle feste in Sardegna e del luogo che l´imprenditore barese aveva riservato agli incontri tra una escort e i suoi ospiti. Dice il quarantenne leccese, alla fine del verbale, lungo tre pagine: «So che Gianpaolo frequenta il gruppo di politici pugliesi vicini a D´Alema, e in particolare Roberto De Santis e Sandro Frisullo. So con certezza che Massimo Verdoscia faccia tuttora parte di quella compagine».

E poi ancora: «So che Gianpaolo Tarantini aveva disponibilità dell´appartamento sito sulla Bnl di via Capruzzi frequentato per passare qualche ora con una ragazza che lui pagava affinché effettuasse prestazioni sessuali. So che tale appartamento sia stato prestato affinché tale ragazza, tale Terry alta e bruna, di cui non conosco l´identità, prestasse i propri prestigi sessuali ad altre persone, sempre su richiesta e pagamento di Gianpaolo. Le chiavi dell´appartamento si trovano nell´auto condotta dal suo autista».


Affermazioni di scarsa importanza nel fascicolo sul giro di droga, ma che invece assumono rilevanza nell´indagine sulle escort che Tarantini ha reclutato (una, Patrizia D´Addario ha incontrato il premier Berlusconi) per ingraziarsi politici, medici e dirigenti ospedalieri. Mannarini, con il suo interrogatorio, conferma l´ipotesi investigativa. Parla di «tale Terry alta e bruna» e cioè, scoprono gli uomini della Guardia di finanza, di Maria Teresa De Nicolò, una delle giovani donne che ha ammesso di aver partecipato a Palazzo Grazioli ad una delle feste organizzate dal premier. A fare il suo nome è anche Gianpaolo Tarantini.

Nell´interrogatorio della fine di luglio, l´imprenditore confessa di aver più volte, in passato, acquistato droga e così risponde ad una domanda del pm: «Confermo di essere a conoscenza che Maria Teresa De Nicolò era una escort e di averla pagata affinchè prestasse prestazioni sessuali a favore di terzi. Ricordo di averle corrisposto 500 euro per le prestazioni a Bari e mille per quelle fuori Bari, se non ricordo male».

Nel capoluogo pugliese il luogo degli incontri, quindi, era l´appartamento di via Capruzzi. Un particolare quest´ultimo sul quale si concentra l´attenzione delle fiamme gialle nel fascicolo d´indagine sul presunto giro di escort. Agli atti dell´inchiesta, in questo caso, ci sono anche tre verbali di sommarie informazioni di Maria Teresa De Nicolò che, tra gli altri, ha fatto il nome di Sandro Frisullo, ex vice presidente della Regione Puglia. E poi quelli di Patrizia D´Addario che ha confermato di aver trascorso una notte con il premier, a Palazzo Grazioli.

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