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venerdì 7 agosto 2009

Georgia, Amnesty: situazione sfollati ancora grave a un anno dal conflitto

Trentamila georgiani rimangono ancora lontani dalle proprie case

Nessuno ha pagato per le numerose violazioni del diritto internazionale commesse durante la guerra in Georgia. Lo afferma Amnesty International in un rapporto che fa il punto anche sul "futuro incerto" che gli sfollati del conflitto hanno davanti a se'. "Centinaia di migliaia di persone devono fronteggiare una nuova realta' creata dal conflitto e le autorita' hanno la responsabilita' di rendere questo tempo di transizione il meno duro possibile.Hanno anche il dovere di fornire giustizia e riparazione alle vittime", ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa Centrale e Asia di Amnesty International. La guerra scoppiata nella notte tra il 7 e l'8 agosto 2008 causò la fuga di circa 192 mila persone, in larga parte di etnia georgiana. Dei 38.500 civili di etnia ossetina che lasciarono l'Ossezia del Sud per trovare riparo nella Federazione Russa, la maggior parte (salvo 4000) ha fatto rientro nel proprio territorio. Per quanto riguarda invece gli sfollati georgiani, 30 mila sono ancora lontani dalle proprie abitazioni; in particolare, 18.500 sfollati fuggiti dall'Ossezia del Sud e dal distretto di Akhalgori rischiano di esserlo ancora per molto tempo. La maggior parte degli sfollati in Georgia ha ottenuto un risarcimento o una sistemazione alternativa, all'interno di 36 nuovi centri urbani o insediamenti rurali dotati di forniture e servizi essenziali, ma del tutto isolati da scuole e ospedali e totalmente dipendenti da aiuti umanitari. Amnesty centra anche il tema della sicurezza e delle mine dislocate sul terreno. La mancanza di chiarezza sulla linea di demarcazione tra Georgia e Ossezia del Sud istituita dopo il conflitto e' un'altra fonte di insicurezza e la conclusione della missione Osce-Onu ha lasciato incompiuto il monitoraggio internazionale. Gli unici osservatori internazionali presenti nella regione, quelli della missione dell'Unione europea, non possono entrare nelle aree controllate dalle autorita' dell'Ossezia del Sud ne' nell'altro territorio secessionista dell'Abkhazia.

da PeaceReporter

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