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lunedì 31 agosto 2009

In Italia ci diamo sempre alle rivoluzioni tardive

Cambiamenti politici clamorosi sono avvenuti in questi anni in molti paesi: solo in Italia la situazione è ferma da 20 anni.

Stati Uniti, 2008: avviene una cosa impossibile.
Dopo 8 anni di dominio dell'estrema destra repubblicana, Teocon e Neocon, che trascina il paese in due guerre disastrose, gli fa perdere la fiducia e la credibilità di molti alleati, lo pone in svantaggio rispetto a rivali fino ad allora giudicati inferiori o sconfitti (Cina, India, Russia, Brasile) e lo fa persino regredire sul piano del diritto (Patriot Act, sospensione dell'Habeas Corpus, Abu Grahib, prigioni segrete, torture, ecc), viene eletto un presidente nero, politicamente "self made man" e a capo di una corrente dei democratici giudicata "socialisteggiante".
Naturalmente non è tutto oro quel che riluce e Obama ha già deluso molti suoi fans, ma la portata storica del cambiamento da lui incarnato è indiscutibile.

Giappone, 2009: un altro cambiamento impossibile. (notizia di oggi)
Dopo 54 anni di dominio quasi incontrastato, i liberaldemocratici vengono sonoramente sconfitti alle elezioni politiche generali dai rivali di centrosinistra del partito democratico, del partito socialdemocratico e del nuovo partito del popolo. I liberaldemocratici, che in passato avevano fatto del Giappone la seconda potenza economica mondiale, negli ultimi dieci anni tolto Koyzumi erano riusciti solo a raggranellare magre figure.
Crescita zero per dieci anni consecutivi, pagati a caro prezzo dalle classi più povere in un paese privo di un vero e proprio stato sociale, e totale incapacità d'affrontare la crisi globale scoppiata a novembre del 2008 sono le due principali ragioni della loro Caporetto politica.

Venezuela, 1998;
Brasile, 2001;
Argentina, 2001;
Bolivia, 2005;
Ecuador, 2006;
Nicaragua, 2007;
Paraguay, 2008 (insieme a qualche altro paese latinoamericano): vengono eletti nuovi governi socialisti, guidati da formazioni politiche nate dal basso, che mettono all'opposizione sia i conservatori sia la vecchia sinistra compromessa con quest'ultimi.
Iniziano grandi riforme politiche, sociali ed economiche che nel giro di pochi anni portano questi paesi a ridurre allo 0% l'analfabetismo (precedentemente oscillante fra il 20 e il 30%), a dar vita a un vero sistema sanitario, alla formazione di nuovo personale medico e docente, a programmi di riqualificazione delle aree urbane e rurali più disagiate. Un successo che invano i conservatori cercano di minimizzare e nascondere, di fronte ai dati schiaccianti delle organizzazioni internazionali che disperdono senza pietà tutte le loro false accuse.
E non mancano altri successi, altri cambiamenti importanti avvenuti anche nel resto del mondo, in aree che non fanno notizia: dall'Africa (nuova vittoria dell'ANC in Sud Africa, per esempio) all'Asia (chi ha più sentito parlare, dopo il '98, di Timor Est?).

E in Italia? Tutto come prima, tutto come vent'anni fa.
Dopo Prodi gli italiani hanno rimesso sul seggiolone Berlusconi, che v'era stato sopra fino a due anni prima. Ma gli italiani non sono contenti; cercano soltanto di rassegnarsi. Per il momento non hanno ancora individuato l'alternativa all'attuale classe politica. Non c'è problema, presto la troveranno.
La società si sta muovendo: di fatti come quelli dell'INNSE, della Marelli e della LASME ne sono avvenuti molti più di quanto vogliano farci credere i nostri giornali e telegiornali. C'è un'opposizione che sta nascendo nei cuori e nelle coscienze della gente; e non ha nulla a che fare nè coi sindacati nè coi partiti della sinistra (nè tantomeno con quelli della destra).
Al momento buono quest'opposizione delegittimerà tanto la destra quanto la sinistra ufficiali, scegliendo di farsi rappresentare da sè stessa. Ci riuscirà.
I governanti e i loro cortigiani sono tutti avvertiti.

di Filippo da Indymedia

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