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mercoledì 5 agosto 2009

L’autunno caldo di Berlusconi: non solo escort, ma anche la mafia

Quali saranno le conseguenze degli scandali di questi mesi sulla stabilità della leadership di Berlusconi, nel suo partito e nel paese? Il settimanale statunitense The Nation sostiene che i principali problemi ai danni del presidente del consiglio italiano rischiano di arrivare non dallo scandalo sessuale che lo ha coinvolto, ma dalla riapertura dell’inchiesta sulla morte del giudice Paolo Borsellino.

“Anche se i fatti sono ancora poco chiari e l’intera verità non verrà mai a galla, è noto che il nome di Berlusconi è stato collegato alle trattative tra Cosa nostra e il governo italiano negli anni 1992 e 1993, mentre i due giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino venivano uccisi in attentati e lo scandalo delle tangenti travolgeva i due maggiori partiti di governo”.

“Secondo un ex mafioso, il nome di Berlusconi appare su un documento stilato da un boss della mafia durante queste negoziazioni segrete. Se il documento dovesse risultare autentico, sarebbe plausibile quindi ipotizzare che Berlusconi fosse un interlocutore della mafia durante quella stagione sanguinosa”. Uno scenario impressionante che farebbe sembrare nulla le registrazioni con Patrizia D’Addario. “C’è di peggio che fare l’attempato Don Giovanni”.

Il Guardian invece si sofferma su come l’indebolimento della leadership di Berlusconi abbia portato in questi giorni alla formazione di un fronte ribelle, interno al suo partito, che chiede maggiore attenzione per il meridione.

“Berlusconi è riuscito a neutralizzare le proteste usando una strategia di gran moda tra i premier italiani: stanziare altri soldi per il Mezzogiorno. Ma la velocità con cui il caso è rientrato non deve farci perdere di vista due fatti che potrebbero portare a conseguenze imprevedibili durante l’autunno”.

“Primo: si è trattato della prima rivolta interna che Berlusconi ha affrontato nel suo partito. Secondo: gli scandali non hanno compromesso la sua leadership, ma di certo l’hanno indebolita. E forse non è una coincidenza che il ministro delle finanze, Giulio Tremonti, intervistato sulla possibilità di essere il successore di Berlusconi, abbia risposto che ’sarebbe difficile succedere a una persona così straordinaria’. Non si tratta esattamente di un no”.

da Internazionale

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