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giovedì 27 agosto 2009

Melpignano (LE), Blasi: “La Copersalento non può riaprire”

Lecce (salento) - Il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi, non abbassa la guardia davanti al collega magliese. Poi ad Astore, primo cittadino di Poggiardo, suggerisce: “Basta lamentarsi, chieda all’Ato un impianto di compostaggio come faccio io da 3 anni”.

(Pierpaolo Spada) - Disputa senza tregua. Se il sindaco di Maglie Antonio Fitto fa di tutto pur di permettere la riapertura di Copersalento, il sindaco di Melpignano Sergio Blasi fa lo stesso pur di ostacolare la riaccensione dell’inceneritore temuto come un “cancro”. A tre giorni dalla revoca dell’ordinanza 42 del 24 marzo, con la quale il sindaco magliese aveva disposto a Copersalento l’immediata sospensione delle attività di combustione, Sergio Blasi prende carta e penna e scrive: “Non esistono i presupposti affinché la Provincia possa consentire a Copersalento la ripresa dell’attività”.

Un’uscita non sorprendente che coerentemente Blasi lega alla posizione di contrarietà assunta con ostinazione da tempo, soprattutto ora che l’ordinanza di Fitto riabilita la Copersalento per 4 mesi. A supporto della sua tesi, il sindaco di Melpignano premette le seguenti motivazioni: “L’ordinanza n. 134 del 21.08.09 emanata dal Sindaco Fitto, è condizione non sufficiente per consentire a Copersalento la ripresa dell’attività essendo necessaria anche l’autorizzazione da parte dell’Ente provinciale che, a suo tempo, aveva disposto il divieto di prosecuzione all’esercizio in regime di procedure semplificate accordando a Copersalento una fase sperimentale diretta a verificare il rispetto del limite di 0,1 ng. La fase sperimentale, tuttavia, si è conclusa con esito negativo per Copersalento che ha superato del doppio quel limite, come la stessa Asl e Arpa hanno confermato nella nota del 07.08.2009”.

E non è tutto. Blasi rafforza le sue osservazioni rilevando quanto contenuto nella nota della Asl dello scorso 14 agosto: “Una nuova situazione di criticità sanitaria potrà essere scongiurata solo se Copersalento è in grado di rispettare il limite imposto”. Il che non è accaduto, soprattutto quando, alla combustione, sono state destinate consistenti miscele di biomasse e rifiuti. Non è un caso infatti che sia stata la stessa ditta, lo scorso 21 aprile in prefettura, a chiedere l’autorizzazione a riaprire promettendo (la procedura semplificata) “bruciamo solo biomasse, così rispetteremo i limiti”. Fitto non è rimasto a guardare e dopo aver querelato Blasi, si è arrotolato le maniche e lavorato per ottenere la riapertura dell’impianto più contestato del Salento per il suo potenziale inquinante, purtroppo, già verificato. Nella sua ordinanza del 21 agosto elenca innumerevoli considerazioni e osservazioni, prima di concludere con la nota Asl del 18 agosto: “Al momento, non vi è pericolo per la salute pubblica nella ripresa dell’attività da parte di Copersalento, purché vengano rispettati i limiti di emissione fissati dalla Provincia di Lecce”.

Per Antonio Fitto, quindi, i forni possono tornare a far ardere i fusti. Anzi, occorre che il tutto parta subito. Per lui, sembra proprio non esserci altra priorità. Dal canto suo, Blasi tranquillizza i suoi cittadini, “non sarà certo questo carnevale fuori stagione giocato tra le parti – dice, con tanto di riferimento ai legami tra Fitto e Copersalento - a fermare questa battaglia”; non molla, e si rivolge ai 30 lavoratori impiegati nell’impianto in attesa di risposte. Ricorda loro di aver già chiesto al Consiglio provinciale che si dedicasse una seduta intera rivolta alla loro attuale condizione; ma, di fatto, spiega, nessuno si è mosso.

Poi coinvolge il presidente della Regione Vendola, con la richiesta di un monitoraggio costante sulla realtà-Copersalento al fine “di sottrarre il sindaco Fitto”, come dice, “gli ultimi spruzzi di una vecchia rivoltella ad acqua”. Dal rifiuto di accettare la riapertura di Copersalento al rifiuto di sentire ancora lamentarsi il sindaco di Poggiardo Silvio Astore. Blasi, al primo cittadino poggiardese che, praticamente ossessionato dalla presenza nel territorio di sua competenza del biostabilizzatore della Sud Gas, insiste nel chiedere a Vendola l’intervento, in sintesi, replica: si rivolga come ha fatto fino a oggi al presidente della Provincia e alle Ato controllate dal centrodestra, ma chieda, come faccio io da tre anni, un impianto di compostaggio in modo tale che non ci sia il bisogno di biostabilizzare l’umido e dunque di un biostabilizzatore a Poggiardo”.

da IlPaeseNuovo

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