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lunedì 24 agosto 2009

Profughi somali massacrati in un campo di detenzione libico

Episodio di due settimane fa, che si accompagna alla strage di 73 migranti avvenuta nei giorni scorsi nelle acque del Mediterraneo. I responsabilii: Umberto Bossi, Roberto Maroni e tutti coloro che partecipano all'industria dei respingimenti, delle deportazioni e delle reclusioni di immigrati.
Il campo di Ganfuda si trova a una decina di chilometri dalla città di Benghazi, in Libia. Vi sono detenute circa 500 persone, in maggior parte somali, e poi un gruppo di eritrei, e alcuni nigeriani e maliani. Sono tutti stati arrestati nella regione di Ijdabiyah e Benghazi, durante le retate in città oppure durante la traversata del deserto dal sud. Molti sono dietro le sbarre da oltre sei mesi. C’è chi è dentro da un anno. Nessuno di loro è mai stato processato davanti a un giudice. Ci sono persone ammalate di scabbia, dermatiti e malattie respiratorie. Dal carcere si esce soltanto con la corruzione, ma i poliziotti chiedono 1.000 dollari a testa. Le condizioni di detenzione sono pessime. Nelle celle di cinque metri per sei sono rinchiuse fino a 60 persone, tenute a pane e acqua, e quotidianamente sottoposte a umiliazioni e vessazioni da parte della polizia. La tensione è tale che il gruppo dei detenuti somali decide di tentare l’evasione.
La sera del 9 agosto, 300 detenuti, in maggioranza somali, assaltano il cancello del campo di detenzione, forzando il cordone di polizia, e iniziano a scavalcare. I militari intervengono armati di manganelli e di coltelli. Affrontano i rivoltosi menando alla cieca. Lo scontro è durissimo. Alla fine giacciono a terra in una pozza di sangue 6 morti accoltellati (e non uccisi sotto gli spari, come sembrava in un primo momento) e più di 50 feriti. Un centinaio di somali sono comunque riusciti a fuggire e si sono dati alla fuga in direzione di Tripoli, braccati dalla polizia. Il giorno dopo però mancano all’appello 10 delle persone ferite. Nessuno sa se siano ricoverati in ospedale o se siano finiti all’obitorio. Il numero delle vittime oscilla quindi tra 6 e 16. Gli altri accoltellati invece sono ancora in cella.

da Indymedia

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