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lunedì 17 agosto 2009

Salerno. Francesco Mastrogiovanni muore all'ospedale psichiatrico: era stato legato ai polsi e alle caviglie

Salerno. Francesco Mastrogiovanni muore all'ospedale psichiatrico: era stato legato ai polsi e alle caviglie

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Francesco Mastrogiovanni è deceduto per un edema polmonare provocato da un’insufficienza ventricolare sinistra. Sul suo corpo sono state riscontrate lesioni su polsi e caviglie, segno dell’utilizzo di legacci abbastanza spessi, plastica rigida o addirittura filo di ferro. Comunque, lesioni derivanti da una forte pressione esercitata con strumenti non leciti.
Ma ora i medici legali della procura vorranno capire anche il motivo scatenante di un edema polmonare che ha poi determinato l’infarto.

Sono alcuni dei dati emersi dall'autopsia effettuata ieri mattina sul cadavere di Francesco Mastrogiovanni, il maestro di scuola elementare di Castelnuovo Cilento sul cui decesso sta indagando la procura di Vallo della Lucania.
Mastrogiovanni fu coattamente ricoverato il 31 luglio scorso all'ospedale San Luca in seguito ad una crisi di nervi e dopo che gli è stato certificato il trattamento sanitario obbligatorio è morto dopo quattro giorni di degenza.

La procura della Repubblica ha aperto una indagine, diretta dal pm Francesco Rotondo, a carico del primario Michele Di Genio e i medici Rocco Barone, Raffaele Basto, Amerigo Mazza, Annunziata Buongiovanni, Michele Della Pepa, Anna Angela Ruberto.Ieri l’autopsia e la scoperta di profonde lesioni a polsi e caviglie. È soprattutto su quest'ultimo aspetto che si incentrano le indagini della Procura di Vallo della Lucania.

Le lesioni, infatti, starebbero ad indicare l'allettamento forzato del paziente e sull'eventuale accanimento dei sanitari si incentrano le indagini. Durante l’esame del corpo è stata rilevata in effetti la presenza di profonde lesioni ai polsi e alle caviglie, dovute a uno stato di contenzione prolungato.
Una pratica estremamente invasiva e violenta, che però nella cartella clinica di Mastrogiovanni non viene menzionata né, tanto meno, motivata come prevede la legge. È, infatti, ammessa solo in uno stato di necessità e deve durare poche ore, fino alla terapia chimica.
Mastrogiovanni, invece, secondo l’ipotesi choc all’esame degli inquirenti, sarebbe rimasto legato al letto per più giorni fino alla morte.

Nella sua cartella clinica, inoltre, ci sarebbe un “buco” di oltre 10 ore rispetto ai trattamenti a cui il maestro è stato sottoposto prima di morire, ovvero dalle ore 21 del 3 agosto fino alle 7,20 del giorno successivo, quando i medici del reparto ne hanno constatato il decesso. Durante l’autopsia sono stati eseguiti anche prelievi di tessuti che saranno analizzati in un centro specializzato di Napoli.
L’ipotesi di reato, di cui devono rispondere i sanitari, è omicidio colposo, salvo che dall’esame della cartella clinica e delle video registrazioni sequestrate non emergano differenti profili di responsabilità. Ad essere determinanti sono soprattutto le riprese girate nella camera di Mastrogiovanni durante il trattamento di ritenuta e subito dopo la sua morte, per verificare le azioni degli indagati.

da Indymedia

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