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sabato 15 agosto 2009

Un regolamento per i figli dei clandestini

L'idea nasce dalla necessità di risolvere un problema: quello di permettere anche alle coppie di immigrati irregolari di iscrivere all'anagrafe il figlio nato in Italia. Un gesto semplice fino a pochi giorni fa, ma divenuto difficile e perfino pericoloso da quando la nuova legge sulla sicurezza ha introdotto il reato di clandestinità. Il risultato è che, per paura di essere denunciati, i genitori irregolari non si presentino più, dopo il parto, all'anagrafe per denunciare la nascita, trasformando così il figlio in un «bambino fantasma». E questo nonostante il governo assicuri che per le donne immigrate incinta la legge conceda un permesso di soggiorno temporaneo.Per ovviare al problema, il Comune di Genova sta pensando di permettere direttamente ai medici, ginecologi e pediatri, di procedere all'iscrizione del bambino all'anagrafe dopo il parto. Evitando in questo modo possibili denuncie per i genitori.
La novità verrà inserita in un regolamento ad hoc per l'accesso all'anagrafe e ai servizi all'infanzia che gli esperti legali del comune stanno mettendo a punto.«In questo modo i figli degli immigrati potranno avere garantito il codice fiscale e quindi l'assistenza sanitaria e tutti i servizi previsti per l'infanzia, dagli asili nidi alla scuola materna», spiega Paolo Veardo, assessore ai servizi civici del comune. «Poter iscrivere il proprio figlio all'anagrafe è un passo importante per garantire l'integrazione degli immigrati, e vogliamo che tutti possano goderne, senza avere paura».
Per un bambino immigrato l'iscrizione all'anagrafe non rappresenta solo la possibiltà di poter accedere ai servizi per l'infanzia e all'assistenza sanitaria, ma risulta fondamentale anche per poter ottenere in futuro la cittadinanza italiana. Una possibilità legata alla facoltà che i comuni hanno di segnalare al ministero degli Interni gli stranieri nati nel proprio territorio che vi hanno soggiornato fino alla maggiore età. Sempre a Genova in un anno sono stati un centinaio i figli di immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza in questo modo. «Affinché questa pratica possa continuare a essere applicata - prosegue Veardo - è fondamentale poter dichiarare la nascita e, con le nuove norme, per i clandestini diventa un problema».
A settembre, finita la pausa estiva, il nuovo regolamento verrà portato in aula e discusso con l'opposizione. «Noi non governiamo con i decreti, e tutti avranno modo di poter dire ciò che pensano», spiega ancora Veardo polemizzando con la pratica del governo di procedere attraverso provvedimenti d'urgenza e voti di fiducia, impedendo di fatto ogni confronto. Il rischio è che in futuro, una volta che il regolamento dovesse essere approvato, il governo possa cercare di bloccarlo facendo ricorso alla Corte costituzionale. Non sarebbe la prima volta. La stessa cosa accadde infatti con la legge che, sempre a Genova, consentiva agli immigrati di votare alle elezioni amministrative. «Certo, la possibilità esiste - ammette l'assessore - ma ricordiamoci che stiamo parlando dei diritti dei bambini». «La Costituzione va rispettata ma ci sono leggi che non la rispettano», conclude Veardo parlando delle nuove misure anti-immigrati introdotte con al legge sulla sicurezza. «Noi stiamo studiando gli spazi di autonomia delle amministrazioni locali, e riteniamo che in questo caso esistano. La nascita diventa un fattore dirimente. Senza la dichiarazione di nascita tutto questo ragionamento cade».

di C. L. – ROMA da Il Manifesto

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