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domenica 2 agosto 2009

Vendola: "Momento di barbarie". E querela Tato Greco

Bufera politica dopo il blitz dei carabinieri nella sede dei partiti. Il segretario del movimento di Fitto: "Governatore colluso". E viene denunciato

«Stiamo vivendo un momento di barbarie». Nichi Vendola si è lasciato sfuggire soltanto una frase. Poche, amarissime parole per commentare gli sviluppi dell´inchiesta coordinata da Desireè Digeronimo. Il governatore pugliese è frastornato dal susseguirsi di atti formali e indiscrezioni legate alle inchieste sugliintrecci pericolosi tra sanità, politica e malavita. Ma ha scelto di non parlare più. Quello che Vendola non può dire, lo dichiara (con più diplomazia) il coordinatore di Sinistra e libertà, Nicola Fratoianni: «Auspichiamo che non si alimenti un´ennesima bufera mediatica sulla vicenda a danno di quanti, da tempo, tentano di coniugare l´etica delle responsabilità politica con la faticosa attività di governo regionale».
Il governatore pugliese è infastidito - racconta chi sta vivendo accanto a lui queste ore delicate - più per i metodi utilizzati dalla procura di Bari che per le accuse arrivate dal centrodestra e dall´Italia dei valori.
Di fronte alle dichiarazioni di Greco ("Tato, a mamma...") però, non ha potuto fare finta di niente. Il rampollo della politica pugliese, coinvolto nell´indagine aperta dal pm Giuseppe Rossi nel 2002, ieri ha sottolineato: «Vendola è colluso da 4 anni con il sistema. Da presidente della Regione - ha accusato il coordinatore della Puglia prima di tutto - non ha squadernato alcun sistema di potere, come invece si vanta di aver fatto: la verità è che per quattro anni ha governato questa regione condividendo i metodi e scegliendo direttamente le persone che oggi sono oggetto di indagine della procura. O crede che abbiamo dimenticato la difesa a oltranza che Vendola fece in aula quando il centrodestra provava a far emergere il conflitto di interessi del suo assessore alla Sanità, Alberto Tedesco?».
Dichiarazioni pesanti che hanno convinto Vendola a querelare Tato Greco e a diffondere una piccata risposta: «Io - ha scritto il governatore - non ho alcuna relazione con storie di cocaina e prostitute e appalti sanitari né con voti di scambio né con scambi di qualunque genere. Ho letto invece sui giornali, nella presa diretta delle intercettazioni telefoniche, quale sia lo stile di Tato Greco e dei suoi sodali: e ne ho provato immensa pietà». Ma il pensiero del capogruppo della Puglia prima di tutto trova sponde anche all´interno del centrosinistra. «Nell´affare Tedesco Vendola si è comportato come Pinocchio - ha accusato il coordinatore regionale dell´Italia dei valori, Pierfelice Zazzera - mentre noi abbiamo tentato invano di svolgere il nostro ruolo da grillo parlante. Ma fu inutile: in un recente consiglio regionale monotematico - ricostruisce il leader dell´Idv - Vendola espresse il proprio pieno appoggio all´operato di Tedesco e alla politica sanitaria regionale. Per tanto riteniamo che sulle ultime vicende il presidente Vendola abbia forti responsabilità politiche». Siamo all´anticamera di una richiesta di dimissioni.
Richiesta, invece, esplicitamente formulata ieri dal Popolo della libertà: «Se uno schizzo di fango era bastato a destituire un vicepresidente, cinque perquisizioni dovrebbero essere sufficienti a indurre un presidente duro e puro a destituirsi da solo», ha dichiarato Roberto Ruocco. L´eurodeputato Salvatore Tatarella, ha evocato, invece lo spettro di una «tangentopoli pugliese».

di Paolo Russo da La RepubblicaBari

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