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martedì 4 agosto 2009

Veneto, con le pistole in spiaggia per dare la caccia agli ambulanti

VENEZIA - I sindaci-sceriffi chiamano, la polizia provinciale risponde. Aspettando i militari, che il governo ieri ha deciso di mandare anche a Venezia in barba al sindaco filosofo, gli agenti hanno cominciato di buon mattino sulla spiaggia di Bibione, la più orientale del territorio veneziano, a dare la caccia ai venditori abusivi extracomunitari. Nei prossimi giorni, e per tutto agosto, mandati dalla neo-presidente leghista della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, batteranno anche le spiagge di Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino, Chioggia, tutte governate da amministrazioni di centrodestra. "È una risorsa che mettiamo a disposizione del territorio, d'intesa con i comuni interessati - spiega l'energica Presidentessa - perché bisogna scendere in campo con soluzioni concrete e non solo con le dichiarazioni".
Scendono in campo armati di pistole, nelle loro eleganti divise azzurre e blu, gli agenti della polizia provinciale, distolti per l'occasione dai loro habitat naturali di controllo della caccia e della pesca. Perché sono "forze dell'ordine a tutti gli effetti".

Tecnicamente, ufficiali di polizia giudiziaria. Ma non possono girare da soli, perché le loro competenze sono limitate al bracconaggio. Quindi, anche per poter fare una multa, devono farsi sempre accompagnare da qualcuno. In questo caso dai vigili urbani dei comuni interessati. In compenso, diversamente dai cacciatori di taglie, non costano nulla. Hanno l'unico svantaggio che devono imparare il mestiere. Riuscire a distinguere una finta borsa di Vuitton da una péppola e da un bisàto.

Sono in tre, accompagnati da due vigili, i pistoleri esordienti della prima ronda istituzional-leghista che si muove guardinga sulla sabbia calda del litorale. Alla fine della prima giornata di lavoro tornano a casa già con un buon bottino. Hanno fermato e controllato un bel gruppetto di ambulanti extracomunitari, di venditori cinesi di cianfrusaglie, di massaggiatrici thailandesi.

Ne hanno multato e denunciato una dozzina, e sequestrato un discreto quantitativo di merce varia, tra cui un bel mucchio di asciugamani. Poche le reazioni. Distratti i bagnanti, pressoché indifferenti i vù cumpra': "Noi siamo molti più di loro, non ci daranno più fastidio di quanto non lo facciano già i vigili". Sono 48 in totale gli agenti che scendono in campo. Appartengono a una squadra scelta, molto dotata tecnicamente, che si è già distinta in vivaci battaglie contro i pescatori di frodo, che una volta sequestrarono addirittura una pattuglia tenendola prigioniera per un'intera notte in mezzo alla laguna. Faranno 48 turni di servizio, due pattuglie alla volta, ciascuna composta da due uomini, per un totale di 600 ore "regalate alla sicurezza dei cittadini". Perché "per noi la priorità è la sicurezza", tuona la Presidentessa. "Distogliere degli agenti destinati ad altre mansioni significa solo aggiungere confusione", attacca invece il deputato veneziano del Pd Andrea Martella.

I pistoleri della Provincia non entreranno, almeno per ora, nel territorio del Comune di Venezia. Né sulle dorate spiagge del Lido né per le calli del centro storico. "Perché il Comune non lo ha chiesto". Anche se, per la Zaccariotto, ce ne sarebbe un gran bisogno, dal momento che "il problema sicurezza in città è stato sottovalutato e soprattutto mal gestito". Difatti la Presidentessa sostiene che il sindaco Cacciari "farebbe bene ad accettare l'arrivo dell'esercito", quei 90 militari che ieri il ministro della difesa Ignazio La Russa ha messo a disposizione del Prefetto. Sarà lui a decidere dove mandarli. Saranno, probabilmente, le truppe anfibie dell'esercito del battaglione "San Marco" dei lagunari, gli antichi "fanti da mar" della Serenissima Repubblica, considerati un po' i marines italiani, che erano stati allertati già due mesi fa. Una scelta che il Comune non condivide. "Non si capisce che senso ha sprecare delle forze preziose nella lotta al terrorismo internazionale - attacca il vicesindaco Michele Vianello - per mandarle a reprimere il nulla".
Anche perché, aggiunge, i dati del Viminale per il 2008 "dimostrano in modo inequivocabile come sia la nostra città che la nostra provincia siano assolutamente sicure". Ancora più duro il Pd veneziano, che parla di "vergogna" di un governo che mentre discute di sicurezza toglie sempre più risorse alle forze dell'ordine, e sostiene che "non servono le iniziative spettacolari".

di ROBERTO BIANCHIN da LaRepubblica

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