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martedì 11 agosto 2009

Verona vieta i matrimoni dei migranti

Verona fa da apripista al pacchetto-sicurezza varato dal governo, primo artefice il ministro leghista Roberto Maroni.
I primi ad andarci di mezzo sono stati gli automobilisti troppo veloci, che hanno beccato la multa maggiorata pochi minuti dopo la mezzanotte tra venerdì e sabato scorsi. A seguire quattro coppie di sposi, di nazionalità ghanese e nigeriana, che dovevano convolare a nozze nella giornata di sabato. Una funzionaria dell’ufficio anagrafe li ha avvisati dell’entrata in vigore della legge, che prevede, con il reato di clandestinità, anche il divieto di contrarre matrimonio con persone sprovviste dei titoli di soggiorno. Uguale sorte per una coppia, su quattro, che aveva fissato la cerimonia civile per giovedì prossimo, mentre il giorno di ferragosto saranno quattro su dieci i matrimoni “saltati” in virtù del nuovo provvedimento. Non fa una piega il sindaco Flavio Tosi, leghista doc ed amico personale del ministro: “Non c’è alcuna lesione – ha dichiarato – dei diritti e delle libertà fondamentali. E’ chiaro che un ufficiale di stato civile non può sposare persone non regolari sul territorio, sarebbe una contraddizione con la legge vigente. L’Italia era l’unico Paese occidentale dove i clandestini potevano sposarsi”. Sarà ma c’è chi ha già annunciato battaglia. L’Asgi (associazione studi giuridici immigrazione) ed altri gruppi che si occupano dei diritti dei migranti stanno valutando la possibilità di sollevare la questione della legittimità costituzionale dei nuovi provvedimenti legislativi: “Vogliamo capire – dice l’avvocato Marco Paggi – se il pacchetto-sicurezza, con la norma che vieta il matrimonio con persone irregolari, viola la tutela assicurata dalla nostra Costituzione alla famiglia in ogni sua manifestazione, senza distinzioni tra cittadini e non cittadini”.
E, se Verona sembra per ora l’unica città in cui l’amministrazione comunale ha applicato rigorosamente (e velocemente) la nuova legge sui matrimoni, altre seguiranno. E il numero degli “invisibili”, invece di diminuire, crescerà.

di Paola Bonatelli da Il Manifesto

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