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lunedì 14 settembre 2009

8,8 milioni di bambini muoiono prima di aver compiuto 5 anni

l'Unicef ha presentato ieri i idati sulla mortalità infantile nel mondo, in particolare dei bambini con meno di cinque anni. La situazione migliora, ma il dato resta sconvolgente e inaccettabile: e ci sono paesi, come il Sudafrica, dove il tasso di mortalità infantile è addirittura cresciuto rispetto al 1990.

«Anche se nel 2008 i tassi di mortalità infantile sotto i cinque anni sono calati, è inaccettabile che ogni anno 8,8 milioni di bambini muoiano prima di aver compiuto cinque anni» sono le parole di Ann Veneman, direttrice generale dell’Unicef, alla presentazione, ieri, dei nuovi dati sulla mortalità infantile.
Africa e Asia insieme assommano ancora il 93 per cento di tutte le morti sotto i cinque anni che si verificano ogni anno nel mondo. «Un numero sproporzionato delle morti avviene in un piccolo gruppo di paesi molto popolati»: il 40 per cento di esse si verifica in solo tre paesi: India, Nigeria e Repubblica democratica del Congo.
I nuovi dati presentati ieri dall’Unicef evidenziano un calo del 28 per cento del tasso globale di mortalità infantile tra zero e cinque anni. Si è passati da 90 morti ogni mille nati vivi nel 1990 a 65 nel 2008. Il numero complessivo annuo di decessi di bambini è dunque 8,8 milioni, rispetto ai 12,5 milioni del 1990. «Il tasso globale di mortalità infantile è costantemente diminuito negli ultimi due decenni», ha sottolineato il presidente di Unicef-Italia Vincenzo Spadafora.
«Gli esperti di salute pubblica attribuiscono questo calo costante al crescente ricorso a interventi sanitari fondamentali, come le vaccinazioni, tra cui quella contro il morbillo, l’uso delle zanzariere trattate con insetticidi per prevenire la malaria e l’utilizzo di integratori come la vitamina A – ha spiegato Spadafora – Là dove questi interventi sono aumentati, sono stati conseguiti risultati positivi».
Le nuove stime sono il risultato di raccolte e analisi di una serie di fonti di dati condotte da demografi ed esperti sanitari di Unicef, Oms, Banca mondiale e Unpd, coordinati da consulenti tecnici di varie importanti istituzioni universitarie.
Un esempio positivo è il Malawi, che è ormai sulla buona strada per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio n. 4 , cioè la riduzione di due terzi della mortalità sotto i cinque anni tra il 1990 e il 2015. Le stime indicano che la mortalità sotto i cinque anni in Malawi è scesa da 225 morti ogni mille nati vivi 1990 a 100 nel 2008. Nel 2000, solo il 3 per cento dei bambini sotto i cinque anni dormiva sotto una zanzariera, mentre nel 2006 questa quota è aumentata al 25 per cento. Il Malawi ha concentrato le sue limitate risorse su miglioramenti in campo sanitario e sul ricorso a interventi più efficaci, con il risultato di salvare un gran numero di bambini.
In alcuni paesi, però, i progressi sono lenti o inesistenti. In Sudafrica il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è in realtà aumentato, dal 1990. La salute del bambino è indissolubilmente legata alla salute della madre e il Sudafrica ha il più alto numero di donne con l’HIV nel mondo. I recenti impegni presi dal governo per potenziare gli interventi per prevenire la trasmissione madre-figlio dell’ HIV dovrebbero contribuire a migliorare la situazione.
Il progresso può essere accelerato anche negli ambienti più poveri, attraverso programmi sanitari integrati e monitorati, su base comunitaria, mirati ad affrontare le principali cause di morte: polmonite, diarrea, affezioni neonatali, malaria, HIV e malnutrizione. Le due principali cause di mortalità sotto i cinque anni sono polmonite e diarrea. Nuovi strumenti, come i vaccini contro la polmonite da pneumococco e la diarrea da rotavirus, potrebbero fornire ulteriori risultati.


tratto da www.unimondo.org
da Carta

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