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martedì 15 settembre 2009

A caccia di bloggers

Non è un buon periodo se vivi in Vietnam e sei un blogger, racconta l’Economist di questa settimana. Nelle scorse settimane due blogger molto noti e un giornalista sono stati arrestati dalla polizia, a seguito del loro tentativo di stampare delle magliette con slogan critici nei confronti della Cina, il principale partner commerciale del paese.

I tre sono stati accusati di avere “abusato delle libertà democratiche” per danneggiare lo stato. “A un anno dal congresso del Partito comunista che metterà in gioco le tre principali cariche politiche del paese, il governo sta tentando di imbrigliare i commentatori più indisciplinati. Una norma approvata lo scorso dicembre impedisce ai blogger di scrivere anonimamente e di occuparsi di politica, ma far rispettare questa legge è estremamente complicato”. In Vietnam, infatti, oltre un quarto della popolazione utilizza internet e i blog stanno mostrando una “crescita spettacolare”.

“Le associazioni per la libertà di stampa”, prosegue l’Economist, “considerano ormai il Vietnam rischioso quanto la Cina e la Birmania, per quel che riguarda la libertà dei bloggers”. Ma davanti a un numero così vasto di cittadini da tenere sotto controllo, l’ondata repressiva potrebbe rivelarsi controproducente. “Il governo rischia di farsi un grosso autogol. Quando un blogger viene arrestato, il numero dei suoi lettori decolla”.

da Internazionale

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