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venerdì 11 settembre 2009

Casa. I movimenti annunciano querele contro Il Messaggero


Lo spiraglio aperto nei giorni scorsi sembra richiudersi pericolosamente nelle ultime 24 ore. Da una parte, l’incontro con il sindaco, previsto per il prossimo 15 settembre, strappato dai movimenti di lotta per la casa dopo una settimana di proteste sui tetti dei Musei capitolini; dall’altra, ieri mattina, l’ennesimo sgombero di circa duecento persone che vivevano da due anni negli spazi dell’ex Museo della carta, in via Salaria, all’altezza del raccordo anulare. Un clima di incertezza e di paura che sembra la strategia preferita dalla giunta Alemanno. Ma non solo. In queste settimane, alcuni giornali della capitale si sono messi a disposizione di una campagna violenta contro le occupazioni abitative, riportando le “testimonianze” [sempre vaghe e anonime] su presunte denunce su estorsioni, violenze e minacce. In prima fila, ovviamente, i quotidiani Il Messaggero e Il Tempo, di proprietà rispettivamente di Franco Caltagirone e Domenico Bonifaci, esponenti di primo piano del potere immobiliare romano [una “coincidenza” curiosa: fu proprio Caltagirone, nel 1996, a vendere Il Tempo a Bonifaci per circa 70 miliardi di lire].

L’ultimo capitolo della campagna si trova nell’edizione odierna del Messaggero: il solito Davide Desario la spara grossa, scrivendo di “centocinquanta euro di pizzo per occupare una stanza”. Questa volta, l’articolo fa riferimento specifico all’occupazione dell’ex scuola 8 marzo [promossa dal Coordinamento cittadino], nel quartiere della Magliana. Si parte ovviamente dalla solita denuncia anonima, in questo caso di un cittadino eritreo che si sarebbe rivolto anche ai carabinieri. “Un’accusa inaudita – commenta Gabriele, uno degli occupanti della scuola di via dell’Impruneta – Una menzogna facilmente verificabile: si parla di 150 euro a persona, bambini compresi. Ma qui ci sono famiglie composte da tre o quattro persone, il che vorrebbe dire un esborso di circa 500-600 euro a nucleo familiare. Ve lo immaginate un precario o un disoccupato che occupa una casa per quella cifra?”.

Attualmente nella scuola 8 marzo abitano 40 famiglie; un terzo delle persone sono italiane, il resto cittadini stranieri. Il comitato d’occupazione ha presentato un progetto di riqualificazione, approvato in consiglio municipale all'unanimità, che prevede la trasformazione dei piani alti della scuola in edilizia popolare e il piano sottostante destinato a servizi e commercio. “La persona che viene citata nell’articolo – continua Gabriele - è un ex occupante che abbiamo allontanato qualche tempo fa a causa di comportamenti incompatibili con le regole della buona convivenza. Forse si tratta di una vendetta, ma non spetta a noi dimostrarlo. Sicuramente, invece, presenteremo una querela per diffamazione contro Il Messaggero”.

Reazioni indignate anche da parte di Action: “Le accuse di questi giornali sono surreali – Spiega Simona Panzino – Da noi si paga una tessera annuale di 15 euro e si versa ogni mese un piccolo contributo, per le spese di gestione, che viene stabilito in assemblea. Non abbiamo letto niente, invece, sulle vere truffe del Regina Elena operate durante la gestione del rettore Frati: tra queste, un’indagine della procura della repubblica sulla scomparsa di 100 milioni di euro stanziati dalla Regione negli anni novanta”. In questo clima, domani pomeriggio, ci sarà il corteo cittadino promosso da tutti i movimenti per il diritto all’abitare. “E’ chiaro il tentativo di criminalizzazione – conclude Irene Di Noto dei Blocchi precari metropolitani – Se si colpisce il movimento di lotta per la casa, si idebolisce una parte significativa dell’opposizione sociale nella città. I poteri forti stanno usando qualsiasi mezzo, anche la diffamazione a mezzo stampa. Ma questa volta la risposta sarà duplice: politica e legale”.

da Carta

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