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giovedì 17 settembre 2009

DALL’ACQUA DI SITSATSAWENI AL SOLE DELL’AFRICA

Fino a qualche mese fa, alla scuola elementare di Sitsatsaweni era quasi impossibile trovare acqua potabile. Un problema per gli 800 scolari che lì studiano, mangiano e trascorrono diverse ore della giornata. Ora, riferisce un articolo della Inter press service (Ips), la scuola è stata dotata di pannelli solari che generano elettricità utilizzata per pompare 8000 litri d’acqua al giorno da un pozzo artesiano. Acqua pulita, molto più abbondante e molto diversa da quella sporca fino a poco tempo fa a disposizione dei bambini di Sitsatsaweni. Il sistema installato in questo centro dello Swaziland è in realtà parte di un progetto più ampio attraverso il quale il governo intende dotare le strutture pubbliche di sistemi di produzione di energia solare con lo scopo di sfruttare un’abbondante ed economica risorsa naturale. Con una spesa relativamente limitata (l’impianto di Sitsatsaweni è costato circa 15.000 euro) si potranno così rendere energeticamente autonome scuole, strutture sanitarie e altri edifici di utilità pubblica. “Contrariamente alla vecchia pompa a energia tradizionale – dice David Tembe, presidente di una locale commissione incaricata degli affari idrici della comunità – la nuova a energia solare non costa nulla e consente di pompare più acqua dal sottosuolo perché venga conservata in uno speciale serbatoio”. Purtroppo, aggiunge Tembe, i bambini possono avere accesso all’acqua potabile soltanto nella scuola, una volta a casa, come le loro famiglie, possono fare affidamento soltanto su sistemi tradizionali. Di esempi replicabili come quelli di Sitsatsaweni – dove due inesauribili risorse naturali, acqua e sole, si sono ‘alleate’ in concreti progetti di sviluppo sostenibile - si parlerà dall’11 al 14 Ottobre nella vicina Sudafrica, a Johannesburg, in occasione del Congresso mondiale dell’energia solare.

da Misna

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