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mercoledì 9 settembre 2009

In vino veritas, in acqua putridas, in coca cola adidas (la lista della spesa ).

Eccolo qui, il vino cabernet consigliato per portate a base di carni rosse, cacciagione e brasati. Oddio, a me il vino non è mai piaciuto molto, ma ultimamente qualche buon bicchiere non lo disprezzo, ma senza esagerare, perché, si sa, in vino veritas, in acqua putridas, in coca cola adidas… ahahahahahah… ma quanto stupidi eravamo? Da bambini, io e i miei cugini, ci divertivamo con questi insulsi giochi di parole senza senso.Non significava niente, ma noi ci sforzavamo di convincere gli adulti che, in realtà, si trattava di uno straordinario caso di pubblicità occulta antelitteram, quasi un inno al consumismo modaiolo ed alla esaltazione del brand come status symbol paninaro,quando ancora i fanatici delle marche erano solo un’idea nella mente di qualche pazzo furioso non casualmente inserito nel consiglio d’amministrazione di una multinazionale qualsiasi. Certo, un giochetto non del tutto innocuo, tipico d’una certa cultura alto-borghese, vagamente annoiata e molto, molto snob, che ha castrato le nostre migliori energie auto deterministiche.

Fatto sta che la profezia si è avverata. Oggi vedo un sacco di giovani che sorseggiano vino fuori da locali alla moda e l’acqua sembra davvero qualcosa che imputridisce, visto l’abbondanza di alcol disinfettante con cui si cerca di diluirla. Quel che non comprendono è però l’effetto dissolvente che il gruppo ossidrile -OH ha sulle cellule cerebrali. In più, le marche, le grosse multinazionali ed i loro fatturati miliardari dettano, se possibile, ancor più leggi ad personam. Certo, non era difficile prevederlo, ma fa comunque impressione constatare come, davvero, non siano serviti a niente certi strali di sociologi, filosofi e scrittori di fantascienza nel descrivere un futuro in cui l’uomo sarebbe divenuto schiavo dei propri vizi.

D’altra parte, credo fosse inevitabile e gli ammonimenti, nonché le idealizzazioni di una società scevra da condizionamenti di massa, non hanno fatto altro che svegliare un futuro troppo remoto, creando un presente assonnato, come sosteneva Kafka.

Mettiamo allora anche questa bottiglia nel carrello. Se non altro, è di vetro, materiale ecologico per eccellenza, sul quale almeno mia figlia non avrà nulla da obiettare. Cosa manca? Ah, sì. I biscotti…

da Prepuzio’s Blog

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