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giovedì 3 settembre 2009

Inchieste Puglia, Vendola: guai a politica-porcellaio

Bari (Puglia) - "Guai ogni qualvolta la politica si trasforma in un porcellaio, guai ogni qualvolta chi esercita potere smette di dimenticare quel senso del limite a cui dovrebbe ispirarsi, e il contenuto del senso del limite è il rispetto della dignità e della vita delle altre persone". Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato così i nuovi sviluppi dell'inchiesta che vede coinvolti due ex assessori della prima Giunta Vendola.

"Ci aspettiamo di conoscere i fatti perché finora siamo di fronte ad una sequela di indiscrezioni giornalistiche, a racconti che hanno anche un certo grado di confusione". "Vorremmo conoscere la verità - ha aggiunto il presidente - la verità è la bussola che deve orientare la nostra ansia di moralizzazione".
Secondo Vendola, "l'ansia di moralizzazione ha bisogno di nutrirsi di verità anche per evitare che possano essere coinvolte persone che non c'entrano niente. Noi dobbiamo evitare il rischio di fare di tutte le erbe un fascio, di mettere nello stesso mazzo persone per bene e persone per male'".

"Qualora si fosse adoperato un ricatto a sfondo sessuale - ha affermato - per soddisfare una domanda di lavoro si sarebbe commesso, dal punto di vista della pubblica morale, un atto gravissimo. Le cose che abbiamo letto sono francamente disgustose e spero che si possano dimostrare infondate. Qualora fossero fondate la nostra reazione sarebbe assolutamente gravissima".

"Le regole della pubblica amministrazione non prevedono che un avviso di garanzia porti alla destituzione di un funzionario o di un dirigente - ha spiegato Vendola rispondendo sull'ipotesi di prendere provvedimenti nei confronti dei funzionari e dirigenti regionali dell'assessorato alla Sanità-; non ci sono regole che lo prevedano neanche per la politica, se non quelle, diciamo, di un codice di autoregolamentazione che noi nei fatti ci siamo dati, credo con rigore e con serietà".

"Non consentiamo che i sospetti possano danzare attorno alla vita delle istituzioni. Perché - ha aggiunto - pensiamo che si debba energicamente dare segnali di controtendenza di fronte al degrado della vita pubblica quando esso c'è. Naturalmente questo e' il momento in cui bisogna stare attenti perché nel degrado della vita pubblica c'è tra i capitoli non di secondo piano anche il coinvolgimento di persone eventualmente innocenti".

Secondo il Vendola, "siamo di fronte ad una processione di illazioni, di 'si dice'. Quindi bisogna fare una discussione generale. “Qualora ci fosse questo sarebbe gravissimo,- ha concluso il presidente - qualora ci fosse il ricatto sarebbe insopportabile, non dovrebbe che suscitare indignazione".

da IlPaeseNuovo

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