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martedì 8 settembre 2009

La crisi nel Salento: 106 su 119 sono i lavoratori della Nardò Techinical Center Srl in Cassa integrazione fino al 17 ottobre...

La CGIL presenta i dati ed avverte: la situazione nella provincia di Lecce può precipitare nel giro di poche settimane.

Il segretario Arnesano: “Alto il rischio occupazionale per centinaia di lavoratori: occorre intervenire perché le crisi non esplodano”. I Sindacati richiedono unitariamente anche un incontro con il presidente della Provincia per affrontare i temi caldi del territorio: lavoro, politiche sociali, trasporti La crisi continua a colpire la provincia di Lecce. A dirlo sono i dati sull’occupazione nei settori produttivi più importanti dell’economia del territorio: dal commercio al metalmeccanico, dall’edilizia al tessile, non si intravedono segni di inversione di tendenza: “Semmai si fa sempre più vicina la prospettiva che, dopo l’estate, la situazione precipiti. – afferma Salvatore Arnesano, Segretario generale provinciale della CGIL Lecce – Basti guardare alla condizione di aziende importanti che hanno centinaia di lavoratori a rischio occupazione, dal momento che stanno per esaurirsi le settimane di Cassa Integrazione Ordinaria (CIGO, ndr)”.

Per questo il Segretario della Confederazione provinciale annuncia una serie di azioni, su più fronti, che il Sindacato è pronto a far partire per la difesa dei posti di lavoro e per arginare quanto più possibile il crollo delle imprese locali. “Vivendo fianco a fianco con i drammi occupazionali dei lavoratori e rappresentando il mondo del lavoro, - continua Arnesano - abbiamo il dovere di dire forte e chiaro che la crisi c’è e sta mettendo a dura prova i nostri settori produttivi; che sono tante e troppe le situazioni di criticità nelle aziende”. Ecco alcuni dati, tra i più rilevanti, settore per settore. Finora i lavoratori del metalmeccanico interessati dalla Cassa integrazione nel Salento sono 1.080 su 1.776. L’intero indotto Fiat-CNH ad oggi non ha ripreso le attività: CNH Italia spa ha 450 lavoratori, su 545, in CIGO fino al 3 ottobre 2009. Sempre nell’indotto, l’azienda Alcar Srl ha 318 dipendenti in CIGO su 340 unità fino al 22 novembre 2009. 106 su 119 sono i lavoratori della Nardò Techinical Center Srl in Cassa integrazione fino al 17 ottobre; mentre per i 42 lavoratori di Casta Srl si è ancora in attesa di un provvedimento. Nel settore tessile-calzaturiero una boccata d’ossigeno per i lavoratori della Romano Spa di Matino con 200 unità in cassa integrazione su 348 dipendenti: “Abbiamo concluso positivamente l’incontro tenuto presso il Ministero questo giovedì 3 settembre - annuncia il Segretario generale della CGIL: - Siamo riusciti a ottenere un altro anno di Cassa integrazione straordinaria, prorogata fino al 31 agosto 2010”.

Ancora in attesa della pubblicazione di un decreto invece per gli oltre 640 lavoratori delle aziende del gruppo Filanto: l’azienda Zodiaco Srl ha 210 lavoratori su 230 in CIGS fino al 31 ottobre 2009; 110 su 160 in CIGS fino ad aprile 2010 per Tecnosuole Srl. Per quanto riguarda Adelchi, invece, il Sindacato è in attesa di una convocazione per approfondire i dettagli di un nuovo progetto dell’azienda; al momento però sono ben 490 i lavoratori in cassa integrazione straordinaria. Per due aziende satellite del Gruppo Adelchi sono stati raggiunti recentemente gli accordi per la cassa integrazione straordinaria: 338 i lavoratori di CRC Srl di Tricase in CIGS dal 6 luglio 2009 al 5 luglio 2005; stessa durata la cassa integrazione per 142 dipendenti della Nuova Adelchi. Tutt’altro che rosea la situazione nel settore dell’edilizia: il Gruppo Palumbo (Leadri, Pal Strade, Cocemer) non dà nessuna garanzia ai suoi dipendenti per le prossime settimane: ben 95 su circa 200 sono in cassa integrazione. Sempre nel settore delle costruzioni sono in CIGO anche 36 lavoratori della Petito Srl; 20 quelli della Socim e 15 della Imcev Srl. Contratti di Solidarietà sono stati sottoscritti invece in diverse aziende del settore commercio come la GIEFFE srl che ha interessato i 29 dipendenti, come la BILLA Iperstanda con 76 dipendenti, la CAM Ventura con 63 dipendenti e l’AUTOSAT con 51 dipendenti. Anche il settore commercio è stato investito dalla CIG l’esempio eloquente è la CARREFOUR di Cavallino con 220 dipendenti in CIG a rotazione.

Per loro si è in attesa di un riscontro dopo l’incontro delle Organizzazioni sindacali con la Conad Lecrerk che si terrà a Roma domani, martedì 8 settembre. Ben nota, a causa delle proteste in tutto il paese, è la condizione dei precari della Scuola, che, anche a Lecce, hanno manifestato nei giorni scorsi davanti alla Prefettura: “Gli effetti della Riforma Gelmini - sottolinea Arnesano - si traducono nella nostra provincia in tagli per centinaia di docenti, con conseguenze pesantissime sull’occupazione nel nostro territorio. Nella provincia di Lecce almeno 500 precari, tra docenti e personale tecnico amministrativo, non lavoreranno più, tra i docenti di ruolo numerosissimi sono stati i soprannumerari e elevati gli esuberi. I recenti incontri con il Governo sulla situazione della scuola, e in particolare su quella del personale precario, non hanno sortito alcun effetto positivo: nessuna risorsa in più per i precari, conferma dei tagli previsti anche per i prossimi anni, nessuna certezza sulle stabilizzazioni del personale docente e ATA”. Anche nel settore agro-alimentare aumenta il dato della CIG: è il caso della Copersalento, in cui tutti i dipendenti (35 più 7 in mobilità) sono a casa con la Cassa integrazione ordinaria.

“Ci auguriamo di arrivare a un punto sulla delicata vicenda di Copersalento – sottolinea a questo proposito il Segretario Arnesano – Per questo rilanciamo la richiesta di riunire un tavolo tecnico presso la Provincia di Lecce per fare chiarezza sulla questione ambientale e individuare le possibili soluzioni per la tutela dei livelli occupazionali”. La Presidenza della Provincia di Lecce, inoltre, è stata in questi giorni interpellata unitariamente dai sindacati Cgil, Cisl e Uil per un incontro urgente in cui affrontare i temi più caldi del territorio: Sviluppo del territorio e programmazione negoziata; Misure del mercato del lavoro e strumenti anti crisi; Politiche sociali; Problematiche ambientali e rifiuti; Formazione professionale; Trasporti. “La richiesta – spiega Arnesano - è motivata in particolare dal fatto che, in un momento in cui gli effetti della crisi esasperano gli elementi di debolezza e arretratezza territoriale, diventa opportuno e necessario il coinvolgimento di tutti i soggetti sociali di rappresentanza intermedia, come il Sindacato, per la costruzione di un modello di sviluppo del territorio condiviso e partecipato”. “Siamo infatti di fronte ad una condizione sociale peggiorata per quella parte di mondo del lavoro maggiormente colpito dalla crisi - continua Arnesano - e dobbiamo riflettere seriamente sul fatto che finora questo disagio sociale non si è ancora manifestato in tutta la sua drammaticità, per l’impegno che abbiamo messo in campo per affrontare con accordi collettivi una gestione estensiva degli ammortizzatori sociali ma anche, è giusto riconoscerlo, per le diverse azioni di solidarietà delle istituzioni del nostro territorio. Ma questo equilibrio rischia di non durare a lungo se non affrontiamo il problema per tempo con azioni e scelte adeguate”.

08/09/2009

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