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venerdì 11 settembre 2009

Loro giocano a fare la guerra e gli altri muiono - 11 settembre 2001: il giorno del terrore

Alle 8 e 45 dell'11 settembre 2001 un Boeing 767 della United Airlines si schianta su una delle Torri Gemelle di New York. Poco dopo un secondo aereo colpisce la Torre Sud, mentre un terzo aereo si schianta sul Pentagono, sede del Dipartimento della Difesa, a Washington.
Un quarto aereo con 45 passeggeri a bordo precipitera' poco dopo in Pennsylvania vicino a Pittsburg.
E' l'inizio del giorno più lungo e doloroso nella storia degli Stati Uniti d'America, mai colpiti così duramente al proprio interno da un attacco suicida, immediatamente paragonato a Pearl Harbour. Ma le vittime stavolta sono molte di più.

CRONOLOGIA

N.Y. - Ita.

8:45 14:45 Un aereo di linea si schianta contro una delle due torri gemelle del World Trade Center a New York

9:05 15:05 Secondo impatto: un secondo velivolo si abbatte contro l'altra torre del World Trade Center

9:18 15:18 Il presidente George W. Bush cancella gli impegni della mattinata

9:20 15:20 Giunge la notizia che l'Fbi era stato messo in allerta per il possibile dirottamento di un aereo poco prima delduplice impatto

9:28 15:28 Fonti del governo parlano di un attentato

9:30 15:30 Evacuata la Borsa del Nymex e il New York Mercantile Exchange

9:32 15:32 Wall Street rinvia l'apertura delle contrattazioni.

9:33 15:33 Uno dei due aerei era un Boeing 767 delle American Airlines dirottato da Boston

9:35 15:35 Evacuata anche Wall Street

9:36 15:36 Primo bilancio delle vittime: si parla di sei morti e di un migliaio di feriti

9:40 15:40 La polizia avverte che un terzo aereo potrebbe avvicinarsi alle due torri

9:42 15:42 Rivendicazione: la tv di Abu Dahbi attribisce l'attentato al Fronte Democratico per la liberazione della Palestina

9:45 15:45 Evacuata la Casa Bianca. Colpito il Pentagono: un aereo precipita sull'eliporto, causando il crollo di un'ala dell'edificio, che s'incendia

9:47 15:47 Evacuati il dipartimento al Tesoro e edifici circostanti

9:48 15:48 Incendio sul Mall di Washington, di fronte alla Casa Bianca. Wall Street annulla l'apertura

9:49 15:49 Evacuati il Congresso e il ministero del Tesoro a Washington

9:53 15:53 Incendio al dipartimento alla Difesa che viene fatto evacuare.

9:53 15:53 La Federal Aviation Administration chiude tutti gli aeroporti USA

10:00 16:00 Nuova enorme esplosione su una delle torri gemelle del World Trade Centre. Il personale dell'Onu scende per precauzione nei sottosuoli.

10:03 16:03 Il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (Fdlp) smentisce di essere responsabile degli attentati. Evacuazione del grattacielo Sears a Chicago.

10:07 16:07 Crolla il grattacielo colpito per primo

10:08 16:08 Il segretario di Stato Colin Powell lascia il Perù dove si trova per l'assemblea generale dell'Osa e rientra negli Usa

10:11 16:11 La rete tv NY1 informa che il secondo aereo che ha colpito il Wtc è stato dirottato dall'aeroporto di Boston ed era della United Air Lines.

10:20 16:20 Evacuato anche il palazzo di Vetro, sede dell'ONU

10:27 16:27 Tutti i voli transatlantici per gli Usa sono dirottati sul Canada.

10:28 16:27 Crolla anche la seconda torre del World Trade Centre.

10:28 16:28 Incendio davanti al dipartimento di Stato a Washington: corre voce che sia stata un'atuobomba

11:34 17:34 Reso noto il numero dei passeggeri dei due jet dirottati in totale, 156 persone erano a bordo

11:36 17:36 Un funzionario del dipartimento di Stato smentisce che una autobomba sia esplosa davanti alla sede del ministero

12:26 18:26 Terzo crollo a New York: un palazzo vicino al World Trade Center si abbatte al suolo

12:39 18:39 Sono migliaia tra morti e feriti. Emergenza sangue negli ospedali


A UN MESE DALL'ATTENTATO: INTERVISTA AL PROFESSOR PAOLO FASOLI

Paolo Fasoli, abruzzese, vive da sette anni a New York; da un anno ha lasciato Manhattan, allontanandosi dal centro per vivere nei sobborghi della metropoli. Insegna Letteratura Italiana alla City University of New York; lo abbiamo sentito per telefono pochi minuti prima che si recasse in classe per una lezione sui sui consigli che Paolo Sarpi, il sacerdote servita che fu cronista del Concilio di Trento, elargiva alla Serenissima in merito ad alcuni libri che, benché vietati, circolavano clandestinamente. Dalla censura barocca passiamo, immediatamente, alla censura sui media richiesta dal Consigliere del Presidente Bush, Condoleeza Rice, in merito alla circolazione delle dichiarazioni di bin Laden nei media statunitensi.

Come ha reagito New York alla censura sulla stampa?

New York è una città smaliziata, che ha sempre mal digerito il conformismo. Ma in questa situazione lo "spirito patriottico" prevale. Però, e non lo dico a titolo personale, cominciamo a stufarci di vedere la stampa imbavagliata, le Tv obbedienti, il giornalismo investigativo sacrificato... speriamo soltanto che tutto questo non duri ancora a lungo...

Si può tracciare un consuntivo a un mese dal disastro, mentre su Kabul piovono le bombe di "Libertà duratura"?

Cominciamo dalla fine: le operazioni militari trovano una quasi totale approvazione, però è vivo il dubbio, e diffuso, che noi, qui, non sappiamo davvero tutto quello che succede, né quello che è successo l'11 settembre. Ripeto: l'informazione conformista, seppure per ragioni di stato, non può che alimentare questa sensazione di nebulosità che avvolge la realtà dei fatti. Poi c'è questo mese, trascorso in cerca di una normalità che - contrariamente a quanto si è potuto leggere sulla stampa italiana - non ha tardato a ritrovare i percorsi e i gesti di ogni giorno.

Vuole dire che oggi Manhattan è tornata come il giorno prima dell'attentato?

No. La tensione è ancora tanta. Ma se nei giorni immediatamente successivi al disastro ogni rumore proveniente dal cielo poteva gettarci nel panico, oggi non è più così. Se allora le strade erano pressoché deserte, oggi siamo tornati a lavorare, a vivere la nostra città, a frequentare i bar... Leggendo qualche quotidiano italiano - le scene granguignolesche e l'«olezzo dei morti che giungeva fino ai ristoranti del "Village"», come ho letto da qualche parte - difficilmente potrete farvi un'idea della facilità e della semplicità con la quale la gente di questa città ha ripreso il suo posto in ufficio, a casa, a scuola...

Torniamo a un mese fa: come apprese la notizia?

Questo è un episodio molto global, o forse glocal, come si dice. Quella mattina, una splendida mattina di settembre, col cielo azzurro e l'aria calda, lessi la notizia in internet, su "repubblica.it", il sito del quotidiano italiano; soltanto successivamente accesi la Tv, assistendo alla tragedia. Fu così che decisi di raggiungere Manhattan, e da una strada sopraelevata, in macchina, vidi la seconda torre venire giù. In quel momento mi accorsi che la prima non c'era già più...

Veniamo alla politica: la leadership di Bush appare rafforzata, quella di Giuliani addirittura indiscussa.

Bisogna distinguere: Bush, in un momento di paura, di crisi, di tensione ha trovato perfino l'appoggio, palese e pubblico, di Clinton, e questo a New York non vuol dire poco. Giuliani, dal canto suo, ha avuto l'intelligenza di buttarsi a capofitto negli impegni straordinari dell'amministrazione di una metropoli ferita nell'orgoglio e nei beni, nei sentimenti della gente. La sua leadership è stata quasi naturale, senza avversari. Ma il sindaco ha commesso un errore: quello di chiedere l'estensione del mandato.

Non le sembra naturale ina una situazione di emergenza?

No, per niente: in America non esiste una legislazione d'emergenza, non esistono regole d'emergenza: la Costituzione è una e non può essere cambiata. La richiesta di Giuliani è stata avvertita come una caduta di stile, e la stampa, il New York Times come il Wall street Journal, non hanno mancato di rimproverarglielo.

Eppure le regole dell'economia sembrano infrante, almeno dal punto di vista liberista. L'intervento dello Stato sull'economia in crisi è stato pesante...

È vero. In questo campo gli aiuti concessi soprattutto alle compagnie aeree non hanno precedenti; ma l'economia non c'entra coi principi della Costituzione. E poi bisogna sconfiggere la paura della crisi, della crisi economica.

Un'ultima domanda, professore: dopo l'attacco agli Usa ha mai pensato di lasciare New York?

No, mai. All'inizio ero attonito, spaventato. Mi offersi come volontario per lavorare agli scavi, ma ce n'erano già troppi; come donatore di sangue, ma il problema era risolto. E poi - forse non ci crederà - anche le minacce terroristiche di ulteriori, possibili attacchi, qui le prendono con un fatalismo inaspettato, e anch'io faccio così: come posso reagire altrimenti? In fin dei conti mi sembra che - nonostante tutto - la reazione della nazione americana sia stata molto matura: gli episodi di intolleranza contro gli arabi americani, qui, sono stati davvero episodici, e non certo perché l'ha chiesto Bush. Insomma: non mi sento del tutto tranquillo, ma non troverei davvero ragioni sufficienti per lasciare la metropoli tanto americana, la meno americana d'America.


DA VICINO: LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI

Gli strazianti dettagli della vicenda umana dei passeggeri coinvolti negli attacchi terroristici di ieri stanno emergendo oggi.

SOCCORSI A QUATTRO ZAMPE
Questa volta l'eroe di turno non indossa nessuna divisa. E' un eroe a quattro zampe di tre anni di età. Una Labrador dal pelo biondo, di nome Roselle che ha portato in salvo il suo padrone cieco facendolo scendere per 78 piani all'interno di una delle Torri Gemelle. "Lei è una dei nostri eroi", ha detto un anchorman sollevandola e mettendola davanti alle telecamere. La storia è questa: durante il primo attacco contro la Torre Nord di New York, Mike Hingson si trovava all'interno del grattacielo. L'uomo, un non vedente di 51 anni, si e' lanciato per le scale grazie all'aiuto della sua cagnolina che lo ha fatto scendere senza paura, tra fumo e grida, per 78 piani. "Non ha mai avuto un momento di esitazione, mai un momento di panico. Gradino dopo gradino, lungo il muro mi ha portato alla salvezza", ha raccontato Hingson.


FRATELLI
Una donna irlandese di 45 anni e sua figlia di quattro muoiono nello schianto contro una delle due Torri Gemelle dell'aereo dirottato a bordo del quale si trovavano. Il fratello della donna appena entrato nel World Trade Center al momento dell'attentato sopravvive miracolosamente. È questa una delle tante storie di assurde coincidenze arrivate da New York, colpita al cuore ieri da due devastanti attentati terroristici. Secondo quanto raccontato dai familiari, Ruth McCourt e sua figlia Juliana, di origine irlandese, erano partite ieri mattina da Boston dirette a Los Angeles con il volo 175 dell'United Airlines, il primo lanciato dai kamikaze contro le Torri Gemelle. Al momento dello schianto, il fratello della donna, Ronnie Clifford, era appena entrato nel World Trade Center: aveva da poco varcato la porta d'ingresso al piano terra quando, racconta un altro fratello, John, "la donna che si trovava appena davanti a lui è stata colpita da una palla di fuoco". "Ronnie - racconta ancora il fratello, intervistato dalla radio irlandese Rte - ha preso una sorta di tovaglia e l'ha buttata addosso alla donna e mentre lo faceva ha sentito un'altra esplosione e un sacco di gente trascinare lui e la donna fuori. Penso che lei sia morta". John Clifford dice che la sua famiglia è devastata dalla tragedia: "Vedere due aerei schiantarsi contro due edifici e poi scoprire che a bordo c'erano tua sorella e tua nipote è una cosa assolutamente terrificante". Ruth McCourt, originaria di Cork, nel sud dell'Irlanda, viveva insieme alla figlia nel Connecticut.

INSIEME NEL VUOTO
L'ultimo volo hanno voluto farlo insieme. Giù da una delle Torri, 300 metri nel vuoto, mano nella mano verso la morte. Nessuno sa chi fossero, ma decine di testimoni oculari sono certi di aver assistito all'epilogo drammatico di una storia d'amore, nel giorno della strage. I corpi dell'uomo e della donna che hanno scelto di morire uniti, mentre precipitavano dal grattacielo in fiamme, sono scomparsi insieme ai resti migliaia di altri, sotto le macerie delle Torri distrutte. Da quelle macerie, all'indomani dell'attentato, escono per ora solo brandelli irriconoscibili, arti, pietosi resti umani. Le scene delle persone aggrappate alle finestre e costrette a scegliere tra due morti certe, quella delle fiamme e quella del salto nel vuoto, hanno sconvolto New York quanto i filmati che catturano il momento in cui gli aerei si infilano dentro le Torri. "Saltavano dalle finestre, uno dopo l'altro - racconta Nancy Joyner, un'addetta alle pulizie del World Trade Center - prima uno, poi due, poi decine di corpi". Edwin Moore, un muratore che stava lavorando in un cantiere vicino, aggiunge un altro frammento dell'orrore: "Ho visto un uomo che ha tentato di scendere aggrappandosi alle pareti esterne del grattacielo. Ha resistito scivolando forse per tre piani, poi e' volato giù. Era sicuramente oltre l'80mo piano". Dentro i grattacieli, pochi minuti prima del crollo, i vigili del fuoco raccontano di aver sentito "urla indescrivibili". "Si sentiva la gente gridare, dai piani più alti - racconta Matt Tansey, 27 anni - ma improvvisamente abbiamo cominciato a sentire un altro rumore. L'acciaio che si piegava, un rombo come di un terremoto e di un'esplosione uniti insieme". "Abbiamo sentito il grattacielo accartocciarsi su se stesso - dice un altro pompiere, Mike Miraglia - e siamo fuggiti. Mentre la gente lassù gridava, gridava... Non dimenticherò mai quelle urla".

ULTIMI SQUILLI
"Aiuto, ci stanno sgozzando!" Barbara Olson, ex procuratore federale e commentatore politico conservatore, la giornalista che ha chiamato il marito sul suo cellulare nei drammatici minuti del dirottamento del volo per Los Angeles precipitato sul Pentagono, sarebbe dovuta partire lunedì, ma aveva deciso di rinviare la partenza di un giorno per fare colazione con il marito il giorno del compleanno di lui. È stata lei, nella sua prima telefonata, a riferire che i dirottatori, armati solo di coltelli, avevano fatto spostare tutti i passeggeri nella coda del velivolo. Oltre alla Olson, che ha chiamato il marito Ted, avvocato dello stato, per chiedergli assistenza, mentre era in corso il dirottamento dell'aereo che si è schiantato sul Pentagono ("Che cosa devo dire al pilota di fare?", sono state le sue ultime parole), anche Mark Bingham, 31 anni, che si trovava sul volo precipitato vicino Pittsburgh, ha chiamato la madre per dirle: "Volevo farti sapere che ti voglio bene". "Gli ho risposto che gli volevamo bene tutti", ha raccontato la madre Alice. "Dei quattro aerei dirottati il suo è il solo a non aver raggiunto l'obiettivo che i terroristi si erano prefissati - ha aggiunto. - La nostra sola consolazione è pensare che Mark possa essere riuscito ad opporsi a quella gente". Un altro passeggero del volo precipitato in Pennsylvania era riuscito a chiudersi nella toilette dell'aereo e aveva chiamato il 911, il numero delle emergenze, dando l'allarme sul dirottamento. La trascrizione della telefonata, che riassume gli ultimi minuti di vita del passeggero, è al vaglio dell'Fbi.


SOLIDARIETA': I SOCCORSI E IL BILANCIO DELLE VITTIME

NY.com, il sito della città di New York, mette a disposizione un DataBase che contiene la lista dei superstiti al crollo del World Trade Center.
È aggiornata ogni mezz'ora, e permette agli utenti di rintracciare le persone eventualmente scomparse. Una lista di vittime e dispersi anche sul sito della CNN.

L'ultimo bilancio dell'attacco contro le torri gemelle di New York è di 5.366 persone scomparse. Secondo i dati forniti dalla polizia della città al "Ground zero" sono stati recuperati 380 corpi, di cui 321 sono stati indentificati. La società che ha perso il maggior numero di dipendenti è la cantor Fitzgerald, con 700 vittime. A questa seguono il dipartimento dei pompieri di New York, con 343 morti; la compagnia di assicurazioni Marsh and McLennan, con 315 dipendenti finiti sotto il crollo; la Aon con 200 scomparsi. L'attentato al World Trade Center ha provocato danni per almeno 105 miliardi.

Secondo il Dipartimento della Difesa il bilancio delle vittime del pentagono e' di 126 persone

da RaiNews24

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