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mercoledì 9 settembre 2009

Ramadan ad Auschwitz

Una marcia silenziosa lungo i binari di Birkenau. Migliaia di persone hanno camminato dai cancelli del campo di sterminio fino al Monumento internazionale alle vittime del nazifascismo. Non si trattava però di normali turisti. L’aspetto straordinario era la presenza di non pochi musulmani.Nonostante si sia nel cuore del Ramadan, alcune delegazioni dal Marocco, dall’Arabia Saudita, dall’Indonesia e dall’India hanno partecipato all’incontro Fedi e culture in dialogo - Settant’anni dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Cracovia.

Cristiani, ebrei, musulmani, induisti e buddisti hanno reso omaggio a tutte le vittime dello sterminio. Avvicinandosi alle lapidi qualcuno si è inginocchiato, più o meno imbarazzato. Gli ebrei, tra cui l’ex rabbino capo Israel Meir Lau, scampato ad Auschwitz, si sono stretti spalla a spalla, come al muro del pianto. Qualcuno ha semplicemente sostato.

Ma Ceija Stojka si è avvicinata togliendosi le scarpe, come si fa in un luogo sacro. Rom austriaca, sopravvissuta ai lager nazisti (è stata deportata ad Auschwitz, a Ravensbruck e a Bergen Belsen) è una dei pochi rom che ce l’ha fatta a uscire viva dai campi di concentramento. Dopo il ritorno a Vienna ha lavorato come venditrice ambulante e ora gira il mondo raccontando la sua storia. Che oggi l’ha riportata qui.

da Internazionale

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