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domenica 25 ottobre 2009

Affinità e differenze tra Berlusconi e Marrazzo

di Anna Esposito

Al di là delle facili ironie sul caso Marrazzo a cui molti non si sono sottratti, la scrivente neppure , ci sono evidenze rilevanti ed altre che non lo sono. In quel di Via Gradoli solo qualche palazzina, mura di cemento armato tenute su ormai con lieve, ma decoroso imbarazzo per il declino decadente e inevitabile di ogni luogo attraversato dal tempo e dall’uomo. Roma e il Romanzo criminale di celluloide, Roma e il delitto politico, la Via Gradoli quella famosa per essere stata uno dei nascondigli delle Br per l’ostaggio Moro. Il quartiere ha sempre dato le spalle al resto del mondo, ora è come denudato.Il governatore del Lazio s’incontra con dei transessuali tra quelle mura, la flagranza di uno di quegli incontri ripresa in un video al momento dell’irruzione dei Carabinieri nella alcova. Rinvenuta all’interno del locale anche della cocaina. La faccenda, Marrazzo, l’ha definita una “debolezza privata”. I gusti sessuali di ciascuno non ritengo debbano rappresentare materiale di dibattito nazionale e politico, a meno che la propria condotta privata non collida con ciò che si sostiene pubblicamente per cui si attirano voti e di conseguenza si viene eletti.

Se un dì si scoprisse che la Binetti è omosessuale (parliamo d’ipotesi), ciò atterrebbe di certo alla sua sfera intima e personale, ma che valore avrebbe la sua posizione politica che ostacola il processo di normalizzazione di questo paese, riconoscere uguali diritti ad ogni cittadino indipendentemente dal proprio orientamento sessuale? Come rapportarsi rispetto al suo voto contrario all’approvazione della legge Concia contro i reati di razzismo e omofobia?

Non trovo riprovevole che Marrazzo prediliga accompagnarsi con dei transessuali, brasiliani o d’altra nazionalità ciò di per se è una evidenza non rilevante, ciò che può rientrare nell’interesse del cittadino è sapere che il governatore della ragione Lazio si sia messo in condizione di essere ricattato ed abbia ceduto al ricatto corrispondendo per il silenzio delle somme di denaro, che abbia utilizzato l’auto blu per recarsi per ragioni private agli incontri sessuali abitualmente, conoscere quanto queste sue “debolezze private” abbiano potuto incidere o influire negativamente sul suo operato politico in regione nell’interesse comune.

Il paragone con Berlusconi che si trascina fin dalle ore successive allo scandalo romano mi sembra creare un parallelo inquietante e inappropriato. “La vita privata va difesa, quella di Marrazzo come quella di Berlusconi”, questi discorsi suonano un po’ come a dire eccovi la sinistra ipocrita che scava nel torbido delle lenzuola del premier, poi son tutti uguali. E salvi tutti, salvo Berlusconi.

Marrazzo ha una storia professionale rispettabile. Marrazzo ha sbagliato e la sua parziale ammissione non lascia dubbio. Marrazzo si è autosospeso dall’incarico politico ciò è l’evidenza rilevante di chi sa che gli errori nella vita, soprattutto in politica, hanno delle inevitabili conseguenze e non se ne sottrae. Berlusconi è un uomo spregiudicato. Ci sono prove che lo ritraggono nello spregio assoluto di regole e istituzioni che dovrebbe rappresentare, ciò rende tali evidenze rilevanti ai fini dell’interesse pubblico. Berlusconi organizzava “cene simpatiche” per se e per i suoi con escort e aspiranti veline utilizzando voli di stato. Berlusconi utilizza le istituzioni come un potere di scambio per favori sessuali concessi. Berlusconi incontra il Papa e si dichiara in perfetta armonia con lui. Berlusconi non solo nega ogni addebito anche di fronte all’evidenza, ma minaccia e querela che gli da torto.

E se la Consulta non gli dà il Lodo prima li taccia di comunismo, poi tenta di delegittimarli attraverso i media che controlla, infine pensa di cambiare la Costituzione per adattarla ai suoi scopi, come ha peraltro fatto già con il Paese. La sua vita privata si serve di quella pubblica e viceversa, questa l’evidenza più rilevante oltre al fatto che ritiene d’aver diritto all’impunità come necessaria conseguenza del suo potere politico. In questo caso proteggere la vita privata di Berlusconi significherebbe riconoscergli un potere che trascende la democrazia e legittimarlo attraverso il linciaggio degli avversari politici, come nel caso di Marrazzo, non è un metodo sufficiente allo scopo.

da Indymedia

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