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martedì 13 ottobre 2009

CASA BPOUND - ANCORA UN'ALTRO ARRESTO

L'articolo è stato pubblicato un pò di giorni fa. E' desolante vedere che l'unico linguaggio conosciuto da questi fascisti del terzo millennio sia la violenza. I loro padri, che ora gestiscono importanti posti di potere, insegnano. Ma i padri li abbiamo anche noi è il loro insegnamento è stato quello di ripudiare e respingere qualunque forma di fascismo. Il motto continuerà ad essere sempre quello: ORA E SEMPRE RESISTENZA

Lo studente riconosce due del branco. In mille al corteo antifascista

Ne ha riconosciuti due. Due aggressori su sei. Uno, il leader di CasaPound Giuseppe Savuto, 22 anni, è indagato per lesioni gravi con tre informative della Digos inviate in Procura dopo aver ascoltato altri testimoni che hanno assistito all´aggressione di martedì. «Giuseppe Savuto - racconta Francesco Traetta, bloccato su un divano con una costola fratturata - è il leader di CasaPound. L´ho riconosciuto subito.
L´altro si chiama Silvio. Frequentava il mio stesso liceo ma gli amici mi dicono che avrebbe chiesto il nulla osta per cambiare istituto. Erano nel branco che mi ha picchiato martedì con calci e pugni mentre uscivo dal Margherita di Savoia. Grandi e grossi, indossavano abiti neri e verdi, alcuni di loro con le teste rasate». È sdraiato sul divano, Francesco.
Sul divano dell´appartamento nell´antico borgo del Casale di Posillipo in cui abita con il padre pompiere, Luigi, la madre inglese Lisa, docente universitaria, il fratello maggiore Gabriel. Una casa piena di libri. Una famiglia unita, perbene, con due figli cresciuti con un´educazione che mescola la cultura italiana e la tradizione anglosassone. Nella piccola ma accogliente abitazione, al piano terra del borgo del Casale, alcuni amici cucinano gli spaghetti e preparano tartine.
«Mi hanno aggredito - spiega Francesco - perché ho organizzato nel mio istituto, d´intesa con il preside, un incontro con sei esponenti dell´Associazione partigiani. Una colpa grave per quei fascisti di CasaPound che vorrebbero cancellare la memoria del nostro paese e che tutti hanno visto nei giorni scorsi affacciati all´ex convento mentre ostentavano il saluto romano. Gente arrivata da diversi angoli della Campania. Fascisti e picchiatori, una feccia che vorrebbe inquinare il quartiere di Materdei. Ma se credevano di intimidirmi si sbagliano. Mi alzerò da questo divano ancora più convinto delle mie idee». Francesco deve rimanere quindici giorni immobilizzato. «Poi dovranno visitarmi».
Una prognosi di trenta giorni. Per lui hanno manifestato in mattinata a Materdei mille studenti di diversi licei che hanno aderito all´assemblea e al corteo organizzato della "Rete antirazzista e antifascista napoletana". In mille in corteo, con un grande striscione. Un messaggio a CasaPound: "Jatevenne". Sgomberare CasaPound è la parola d´ordine. Da Alessandro del liceo Genovesi a Davide della "Rete".
In piazza anche i consiglieri comunali Francesco Minisci (Sinistra) e Francesco Nicodemo (Pd) che a Palazzo San Giacomo avevano ricevuto assieme al sindaco una delegazione di studenti e dove la Iervolino aveva ribadito: «Nessun atto di violenza, da destra o da sinistra, è ammissibile. Continueremo a lavorare per raggiungere un clima di reciproco rispetto. Tutto ciò in coerenza con la realizzazione dei valori antifascisti che la Costituzione esprime e ai quali l´amministrazione si è sempre ispirata e intende ispirarsi».
Mentre il consigliere comunale Pdl Luciano Schifone invita a «non alimentare odio». Mille in corteo. Anche tanta gente di Materdei, tra loro Luciano Perna dell´associazione Cires: «Il nostro è un quartiere civile. Non abbiamo bisogno di fascisti che sbarcano con la pretesa di inquinare la nostra storia antifascista».

da Indymedia

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