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martedì 27 ottobre 2009

Conclusa l'odissea dei migranti. Un morto.

Si e' conclusa con un morto, un somalo di 25 anni, e con una scia di polemiche l'odissea nel Canale di Sicilia dei 300 migranti dalla settimana scorsa in balia del mare in burrasca.
I profughi, tra i quali vi sono 46 donne, molte delle quali in avanzato stato di gravidanza, e 29 bambini, sono approdati questa sera nel porto di Pozzallo con i volti segnati dalla terribile traversata.
Alcuni di loro, febbricitanti e in stato confusionale, sono stati subito trasferiti in ospedale; gli altri hanno raccontato a fatica i dettagli di questo terribile viaggio.

Gli immigrati, in gran parte eritrei, sono stati assistiti al loro arrivo dai medici della task force inviata dal Viminale, che ha allestito sulla banchina un Centro di primo soccorso e accoglienza.
Proprio il ministero dell'Interno ha sottolineato in una nota che "e' stato fatto tutto il possibile - in collaborazione con Libia e Malta - per soccorrere l'imbarcazione".
E a sostegno di questa tesi ha comunicato che due degli scafisti che hanno organizzato il viaggio, sono stati gia' arrestati in Libia da uomini delle polizie italiana e libica.
Ma il ministro degli Esteri Franco Frattini, che ha affrontato oggi la questione a Lussemburgo in sede europea, e' meno diplomatico: "Come sempre l'Italia ha fatto il suo dovere: non ha voltato le spalle dall'altra parte".
Un'affermazione che nasconde una polemica, neanche troppo velata, nei confronti del governo maltese, come testimoniano anche le dichiarazioni di numerosi esponenti politici e associazioni umanitarie.
Per tre giorni, infatti, Malta e' rimasta sostanzialmente a guardare nonostante le sollecitazioni delle autorita' italiane.
Cosi' gli unici a fornire assistenza agli immigrati sono stati i 22 uomini d'equipaggio della petroliera livornese Antignano, al comando del capitano Mariano Adragna. L'operazione di soccorso e' scattata venerdi' pomeriggio, dopo l'Sos lanciato con un satellitare da alcuni eritrei che hanno telefonato ai loro parenti residenti in Italia: "Ci sono onde altissime, rischiamo di affondare. Aiutateci...". L'imbarcazione è stata localizzata nel Golfo della Sirte, al confine tra le acque libiche e quelle maltesi.
Dalla centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma l'allarme e' stato subito smistato alle navi in transito nella zona, dove imperversava una bufera con mare forza 7 e raffiche di maestrale superiori ai 30 nodi.
La richiesta e' stata raccolta dal mercantile italiano che, nonostante la burrasca, ha subito prestato soccorso agli immigrati, lanciando in mare viveri e generi di prima necessita' senza avvicinarsi troppo allo scafo.
La petroliera, lunga 176 metri , 40 mila tonnellate di stazza lorda, avrebbe rischiato infatti di travolgere come un fuscello la piccola barca di legno.
Per tre notti e tre giorni la Antignano ha scortato come un angelo custode quei 300 disperati, navigando a ridosso del barcone per proteggerlo dal mare in tempesta. Una nave militare libica, che aveva tentato di raggiungere il convoglio per riportare indietro gli immigrati, e' stata invece costretta a invertire la rotta per le proibitive condizioni del mare.
Ma l'atteggiamento piu' sconcertante, come viene definito da piu' parti, sarebbe stato ancora una volta quello della Marina maltese, subito informata dell'emergenza dal Comando generale delle capitanerie di porto.
Nonostante la segnalazione della presenza dell'imbarcazione in difficolta' nelle acque di loro competenza, le autorita' della Valletta si sono limitate a "monitorare" la situazione, inviando un pattugliatore che ha seguito da lontano la lunga e faticosa navigazione del barcone.
"Il soccorso spettava all'Italia" ha spiegato il portavoce delle Forze armate, Ivan Consiglio, che ha negato qualsivoglia problema di sicurezza visto che gli immigrati "erano scortati da una nave italiana".
Un'affermazione che pero' cozza in maniera stridente con l'immagine di quel morto e con i volti segnati dalla salsedine e dalla paura di 300 disperati che dopo avere rischiato la vita sperano adesso di non essere rispediti indietro.

http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=133364

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