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giovedì 29 ottobre 2009

'Cosa bianca', bipolarismo addio

Rutelli, Tabacci, Dellai presentano la 'Kadima' italiana. Il nome non esiste ancora, i promotori dell'appello per il "cambiamento e il buongoverno" per ora non si sbilanciano, ma il progetto lo illustrano chiaramente: basta con il bipolarismo attuale, sistema istituzionale (e legge elettorale) preferibilmente tedesco, stop alla "Guerra dei 15 anni" e via ad una "nuova offerta politica", perché "le due attuali parti contrapposte non ce la fanno"

A presentare il 'manifesto' dei quella che si può definire per ora la 'Cosa bianca' sono Francesco Rutelli, Bruno Tabacci,il Presidente della provincia di Trento e "inventore" del simbolo della Margherita Lorenzo Dellai, Andrea Mondello (presidente della Camera di commercio di Roma), Giuliano Da Empoli, assessore alla Cultura del comune di Firenze, e Wilma Mazzocco (presidente di Federsolidarietà).
"L'Italia vive una stagione difficile - si legge nell'appello - la crisi è superabile, ma la politica non ce la fa".
Tra gli undici firmatari figurano anche il sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il presidente del Consiglio comunale di Parma Elvio Ubaldi, Giuseppe Vita (presidente del gruppo editoriale Springler), la deputata ed ex ministro degli Affari regionali del governo prodi, Linda Lanzillotta, e Roberto Mazzotta ( banchiere e presidente dell'Istituto Sturzo).

"Occorre dire una verità - prosegue il documento-, le due attuali parti contrapposte non ce la fanno". Dunque, "occorre tirare le conseguenze da questa verità", vale a dire "occorre costruire una nuova offerta politica: c'è un largo spazio di opinione insoddisfatta e di potenziali consensi per chi sappia rappresentare in modo credibile l'interesse generale e organizzare le nuove opportunità del futuro". Conclude il documento: "A questa larga parte dell'Italia va proposto un serio progetto politico democratico, liberale, popolare, di cambiamento e buongoverno".

Bruno Tabacci, presentando il documento-manifesto che avvia ufficialmente la costruzione di un nuovo soggetto centrista, cita l'ex presidente del Consiglio che due giorni fa ha liquidato con poche parole l'eventuale abbandono del Pd da parte di Rutelli ("Se qualcuno se ne va non succede niente"): "Non è così - ribatte Tabacci - questa iniziativa ne muoverà altre. Per fare cosa? Per diventare finalmente un Paese normale".
L'esponente Udc spiega che "bisogna ricostruire le base per una buona politica", perché "in questi 15 anni il Paese è andato indietro, non avanti". Inutile, avverte, mettersi sin da ora a 'pesare' in termini di adesioni la nuova iniziativa: "Adesso stiamo indicando un percorso, che io credo dovrebbe essere apprezzato dal Pd, che non può aspirare a coprire tutti gli spazi; così come dovrebbe essere apprezzato da Casini, che può avere un grande ruolo, a patto che vada oltre l'Udc". Tabacci si dice sicuro "che Casini dimostrerà grande interesse" per l'iniziativa e che in fondo anche a Bersani non dispiacerà troppo. "Lui non può richiamare all'ordine Rutelli- dice parlando con i giornalisti- perché noi rafforziamo il centro e lo avviciniamo al Pd". Anche perché non è detto che la campagna acquisti vada tutta a discapito dei Democratici.
"Il Berlusconi di ieri sera a Ballarò è una macchina impazzita. Del resto nelle critiche di Pisanu al Pdl si capisce che di là c'è malessere".

Anche Lorenzo Dellai spiega che "oggi parte un percorso politico" che ha come obiettivo non la creazione di "un piccolo partito degli scontenti". Si tratta, dice, di raccogliere "il disagio che c'è in giro: si sta insieme perché si ha un'idea di futuro, non per il collante dello scontento".
"Non abbiamo deciso di fare un club di riflessione culturale né un piccolo partitino di scontenti o un partito legato a singole persone -ha spiegatoli presidente della provincia di Trento-. Così come questo progetto politico non è un risvolto tecnico del congresso del Pd. Non bisogna leggere ogni iniziativa con la lente delle polemiche contingenti".

Ma, "manifesti" a parte, la nascita di un nuovo movimento politico che andrebbe a collocarsi al centro del sistema politico, accanto allo spazio già occupato dall'Udc, non è impresa facile. Finora non ci sono venti deputati e dieci senatori disposti a seguire Rutelli nella nuova avventura politica (quei numeri sono la quota minima per formare due gruppi parlamentari).
Secondo le indiscrezioni, Rutelli riuscirebbe a farsi seguire da non più di cinque o sei parlamentari del Pd. Tra questi, oltre a Linda lanzillotta, ci sarebbero Donato Mosella, Gianni Vernetti, Marco Calgaro. Potrebbero aggregarsi intorno all'ex presidente della Margherita anche alcuni deputati dell'Italia dei valori (Pino Pisicchio, Aurelio Misiti), tre ex della Lista Dini (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni, Ricardo Merlo) e due ex Pdl (Giorgio La Malfa, Paolo Guzzanti). Rutelli non gradirebbe invece l'adesione al suo neomovimento dei teodem del Pd, a iniziare da Paola Binetti.
Neppure sfiorati dalla tentazione di seguire Rutelli sono i suoi più stretti collaboratori degli ultimi anni: Paolo Gentiloni ( ex ministro), Ermete Realacci (deputato), Francesco Ferrante (ex senatore), Roberto Della Seta (senatore), Stefano Menichini (direttore del quotidiano Europa).


http://www.aprileonline.info/notizia.php?id=13320

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