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venerdì 16 ottobre 2009

Il 17 ottobre in piazza a Roma contro il razzismo dilagante e in difesa della democrazia


(Roma) A vent'anni dalla manifestazione antirazzista del 7 ottobre 1989 seguita all'uccisione di Jerry Maslo, Sabato 17 ottobre, Manifestazione Nazionale Antirazzista indetta dal Comitato 17 ottobre, promossa da centinaia di associazioni, sindacati, politici (ad oggi hanno aderito 367 organizzazioni sociali e politiche, testate giornalistiche, singole personalità). Tra le richieste: regolarizzazione per tutti, abrogazione del pacchetto sicurezza, rottura del legame tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, chiusura definitiva dei Centri di identificazione ed espulsione, diritto di asilo per rifugiati e profughi, no alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti, diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti, mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro, contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender e a fianco di tutti i lavoratori per la difesa del posto di lavoro.

L’appuntamento è alle 14.30, da Piazza della Repubblica, da dove partirà il corteo di protesta, per denunciare che il razzismo non è stato sconfitto e continua a provocare vittime.

In occasione della manifestazione nei giorni scorsi l’Arci ha lanciato un appello (firmato, tra gli/le altri/e, dal premio Nobel Dario Fo al giurista Stefano Rodotà, dagli scrittori Antonio Tabucchi e Andrea Camilleri agli editori Inge e Carlo Feltrinelli, da Livio Perpino e Guido Neppi Modana a Luigi Ciotti, da Fiorella Mannoia e Moni Ovadia a Erri De Luca e Giorgio Bocca) in difesa dei diritti dei migranti, contro il reato di clandestinità, per salvaguardare i valori di uguaglianza e solidarietà che stanno alla base della nostra Costituzione.

''L'introduzione del reato di immigrazione clandestina, il prolungamento della detenzione amministrativa e l'ulteriore limitazione della possibilità per i migranti di accedere a servizi fondamentali - si legge nell'appello - accentuano in maniera drammatica la curvatura proibizionista e repressiva delle politiche migratorie del nostro Paese. A essere travolti sono i principi fondamentali di eguaglianza e di solidarietà che costituiscono il cuore della nostra carta costituzionale''. ''Punendo la condizione di irregolarità in quanto tale - prosegue l'appello - e senza prevedere vie praticabili di uscita da tale situazione, si crea nel sentire collettivo l'immagine del migrante come nemico nei cui confronti tutto e' lecito e possibile, anche la delega della sicurezza pubblica ai privati, organizzati in ronde e organizzazioni consimili. Così si apre la strada, come molti fatti di questi giorni dimostrano, a una società razzista, dominata dall'intolleranza e dall'odio''. ''Il nostro Paese - ricorda il documento - ha già vissuto la vergogna delle leggi razziali: non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo. E' lo stesso sistema democratico nato dalla Resistenza contro il fascismo e scritto nella Costituzione a essere in pericolo. A fronte di ciò è necessaria una reazione forte e consapevole che coinvolga le coscienze individuali e collettive, i cittadini e le organizzazioni democratiche nella loro pluralità e differenza''.

I/le sottoscrittor* dell'appello si augurano che la manifestazione di sabato sia animata da una grande e unitaria partecipazione, per dare voce e visibilità a quella parte del paese che vuole fermare il razzismo dilagante e difendere la democrazia.

In piazza scenderà l’Italia che “non ci sta” alle esplosioni di violenza di cui sono state/i vittime cittadini e cittadine innocenti negli ultimi tempi.

Nel mondo quasi un miliardo di persone - una su sette - sono migranti. 4 milioni di migranti vivono in Italia, regolari e non, impiegati prevalentemente nei settori dell'edilizia, agricoltura e servizi alla persona. Migranti che non attentano alla sicurezza del Paese, ma che “Possono essere una forza positiva, contribuendo in modo significativo allo sviluppo umano", come sottolineato dal recente Rapporto, Overcoming barriers: Human mobility and development (una pubblicazione indipendente commissionata dall'UNDP. Jeni Klugman è l'autore principale del Rapporto 2009). Una migrazione che apporta i suoi benefici, ma a condizione che si crei un ambiente politico a sostegno, che riduca barriere e altri vincoli, e che soprattutto guardi alle persone, a quegli uomini e donne il cui spostamento è conseguenza obbligata di conflitti, disastri naturali o gravi sofferenze economiche.

"Il 17 ottobre sarò nuovamente in piazza per manifestare contro il sempre più incalzante razzismo che, alimentato da alcuni discutibilissimi provvedimenti governativi, è presente in settori sempre più ampi della popolazione”, dichiara l'assessora al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili della regione Lazio Alessandra Tibaldi, invitando la società civile e le istituzioni democratiche a far sentire forte la propria voce reclamando, contro questo intollerabile ondata xenofoba coerentemente con il dettato costituzionale, pari diritti e opportunità per tutte e tutti: dal lavoro alla salute, dalla casa all'istruzione. Per questo è importante abrogare il sedicente pacchetto sicurezza e avviare una politica dell'accoglienza che parta dalla regolarizzazione generalizzata dei migranti, a prescindere dalla loro condizione lavorativa".

Un invito avanzato da più parti, e raccolto dalle migliaia di persone che aderendo all’invito di scendere in piazza sabato grideranno il loro no al razzismo, chiamandolo senza reticenze col suo nome. Un razzismo che, come ricordava nei giorni scorsi il Segretario del Pd Franceschini “mortifica la dignità di esseri umani che cercano qui da noi quella stessa speranza che cercavano, al di là del mare o appena fuori dai nostri confini, i nostri padri e i nostri nonni”. Per questo “ Bisogna considerare la cittadinanza come grande e potente motore di integrazione”, quella invocata anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini, che, richiamandosi al messaggio francescano (l’attenzione per gli ultimi), e ravvisandone la straordinaria corrispondenza con il mondo moderno, esorta ai valori del dialogo tra culture invitando alla ricerca di un possibile e comune punto di incontro e di reciproco arricchimento tra i popoli, che rappresentano una speranza viva e forte per la nostra epoca.

Dunque, no all’equazione immigrati=insicurezza. “Basta istigare paure, basta ostilità contro gli immigrati. Si deve allargare ai loro figli e a chi nasce e cresce in Italia la legge sulla cittadinanza”, ha dichiarato ieri Il segretario della Cisl, Bonanni, che chiede per gli/le immigrati/e “Pari impegni, pari condizioni". "Quale società e quale globalizzazione si vogliono costruire senza integrazione? Sarebbe un mondo infernale - continua Bonanni - Quale pace, senza soccorrere chi ha meno? Quale giustizia, se ai giovani s'insegnano cinismo e indifferenza? Quale umanesimo, se le persone sono considerate diverse?

“Gli extracomunitari – per leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini - non possiamo usarli il giorno e metterli nelle catacombe di notte, sfruttarli di giorno e poi farli diventare invisibili, dei fantasmi". "Ho paura di uno Stato -ha detto Casini intervenendo ieri all'assemblea dell'Anci a Torino - che invece di guidare verso un processo di integrazione che va di pari passo con la sicurezza instilla paure e dice alla gente che deve avere paura". Secondo Casini ci vuole "una grande operazione culturale" perché, dice, "il tema dell'integrazione è l'unico che salverà questo Paese e io sono convinto che lo jus soli sia un fatto di civiltà".

da Indymedia

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