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sabato 17 ottobre 2009

Il buono, il brutto, il cattivo.

Un'ora e mezza di dibattito, con rare asprezze tutte innescate da Ignazio Marino, che ha punzecchiato Pierluigi Bersani sul nucleare e la scelta di candidare Antonio Bassolino come capolista e Dario Franceschini sull'immigrazione e il conflitto di interessi. Oggi è stato il pomeriggio del dibattito televisivo a tre con i candidati alla segreteria del Partito democratico. La sfida l'ha trasmessa la tv del partito, "Youdem", i giornalisti della Rai Tiziana Ferrario e Maurizio Mannoni hanno svolto il ruolo di moderatori. Rigido il contenitore: dodici domande poste dai conduttori (sei a testa alternate), risposta di due minuti dei candidati, in ordine ogni volta rimescolato.

Appello finale al voto. Bersani: "Se ci mettiamo dalla parte dei più deboli, di chi lavora e di chi produce possiamo fare una società migliore per tutti. Aiutateci". Franceschini: "So che c'è molta delusione del partito. Ma il 25 ottobre è importante per il Paese, più gente verrà e più chi verrà eletto avrà forza politica". Marino: "La campagna elettorale è stata un'esperienza che mi ha arricchito. Possiamo costruire, con i voti di tanti, un partito laico, che decide e torna al governo del Paese". Prima erano stati affrontati praticamente tutti i temi balzati alle cronache del dibattito politico delle ultime settimane. Dalla sanità alla crisi economica, dalla laicità alla giustizia passando per le questione interne al Pd, come le alleanze e l'istituto delle primarie.

Sanità. Marino ha citato l'articolo 32 della Costituzione (quello che sancisce il diritto universale alla salute), elencato i dati sulle persone che si spostano dal Sud al Nord per avere cure migliori (un milione ogni anno), sull'efficienza diversa tra le varie parti d'Italia, richiamato la necessità di un piano generale di ristrutturazione degli ospedali (600 su 1000 sono stati costruiti prima del 1940). Ha attaccato Bersani: "Un errore candidare Bassolino e Loiero, nelle loro Regioni la sanità ha fallito", e proposto: "La politica deve uscire dal controllo della sanità smettendo di nominare i primari". Bersani vuole il livellamento di qualità: "Ci sono eccellenze e buchi neri, facciamo in modo di imparare dalle eccellenze". Franceschini ha lanciato l'idea di cominciare a dare l'esempio: nelle Regioni governate dal Pd gli assessori regionali smettano di nominare i direttori sanitari.

Scuola e università. Ironico Bersani: "Chissà perché quando sento parlare del ministro Gelmini dietro vedo sempre Tremonti". L'ex ministro ha una suggestione: prendendo spunto dalla riforma parlamentare del sistema sanitario del 1978, "cominciamo a discutere di una rifondazione, parlamentare, del nostro sistema che sta deperendo". Marino è per l'applicazione decisa del principio del merito nella scelta dei docenti: "Da noi solo lo 0,05 dei professori universitari di ruolo è sotto i 35 anni, in Inghilterra sono il 16. E il merito è pure che se un professore è lì dagli anni ottanta e non produce dal punto di vista scientifico, possiamo dirgli di accomodarsi fuori". Per Franceschini la destra "ha tradito" questo settore, che va rilanciato perché è fondamentale per l'economia italiana. E al merito di Marino ha aggiunto il concetto di uguaglianza, intesa come pari possibilità negli studi: "Devono andare di pari passo".

Giustizia e Berlusconi. Lo spunto è una domanda sulla possibilità che possa cominciare un dialogo con la maggioranza per ridisegnare il sistema giudiziario. Duro Franceschini: "Non c'è spazio per un confronto per chi calpesta le regole e attacca le istituzioni di garanzia. D fronte a questo dobbiamo fare opposizione, non è questione di antiberlusconismo". Il segretario in carica ha aggiunto: "E' stato un grave errore non aver fatto, quando potevamo, un legge sul conflitto di interessi. Se vinco mi batterò e dirò no a una stagione di inciuci che ce lo impedì". Il riferimento è alla Bicamerale tra Berlusconi e D'Alema, che è il principale sostenitore di Bersani, il quale non ha incassato e ha replicato punzecchiando Walter Veltroni, uno sponsor di Franceschini: "Ricordo che questa legislatura l'abbiamo iniziata parlando con Berlusconi". Poi ha aggiunto: "Il più grande antiberlusconiano è quello che riesce a mandare a casa il premier. Non dobbiamo occuparci degli affari di Berlusconi, ma della giustizia civile, il servizio che manca a questo paese". Marino è per dare "più risorse alla magistratura" che deve rimanere un "potere indipendente". Il senatore chirurgo ha attaccato i due avversari ricordando la legislatura tra il 1996 e il 2001, l'occasione persa di fare una legge sul conflitto di interessi. Franceschini ha interloquito: "Non ero nemmeno parlamentare".

Crisi economica. Per Marino è necessario trovare risorse per le persone più deboli, e il governo non lo sta facendo. Ha proposto di diminuire il carico fiscale sugli stipendi, le imprese e le pensioni. Le risorse andrebbero reperite dall'aumento delle aliquote di tassazione sulle rendite finanziarie e i grandi patrimoni. Marino vorrebbe anche maggiori investimenti sulle energie rinnovabile piuttosto che sul nucleare, pretendendo risposte immediate dagli avversari. Bersani gli ha risposto a stretto giro: "Al nucleare non ci penso neanche, lo potevo fare quando ero al governo e non l'ho fatto". L'ex ministro vuole un grande piano per le piccole opere (di cui si farebbero carico i comuni facilitati dallo Stato centrale attraverso deroghe dal Patto di stabilità) e un sostegno ai redditi medio bassi, specialmente tenendo conto che "tra quest'anno e il prossimo avremo un milione di disoccupati in più". Franceschini ha richiamato le proposte lanciate nelle prime settimane della sua segreteria, concentrandosi sull'emergenza: l'assegno di disoccupazione per tutti e il sostegno ai poveri con il contributo di solidarietà dai redditi alti. Ha detto: "La colpa principale del governo è di non aver messo in campo misure per l'emergenza e nascosto il problema".

Patto Draghi. Ai candidati è stato chiesto un parere sulle idee lanciate qualche giorno fa dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi: l'innalzamento dell'età pensionabile affiancato da una riforma degli ammortizzatori sociali. Franceschini ha ribadito la propria approvazione e la necessità di un "patto fra generazioni" per garantire il futuro dei più giovani, Marino si è detto a favore della revisione dell'età pensionabile sebbene "con oculatezza", tenendo conto dei lavori usuranti e della condizione delle donne, a cui va garantito in parallelo più appoggio prima e durante la vita lavorativa. Il senatore chirurgo ha ripreso l'idea di un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato, che abbia all'interno l'indicazione di un salario minimo garantito. Secondo Bersani la discussione sulle pensioni, tutta centrata sull'eventuale innalzamento dell'età di accesso, parte da un presupposto sbagliato: andrebbe avviata una riflessione per chiedersi se "i pilastri che abbiamo ideato sin qui sono in grado di reggere" o se siano necessari degli aggiustamenti, con particolare riferimento alla parte contributiva del sistema.

Omofobia e temi etici. Inevitabile la domanda sul caso Binetti e il trattamento delle questioni etiche. Franceschini ha rivendicato di aver "rotto il tabù del voto su tutte le questioni, a cominciare dalla scelta del gruppo al Parlamento di Strasburgo". Con Paola Binetti "c'è un problema serio, ha votato con la destra su una legge" coerente con uno dei principi fondativi del Pd, la lotta alla discriminazioni. In generale, il segretario in carica è per il riconoscimento delle unioni civili sui modello dei Dico mai approvati dall'ultimo governo di centrosinistra ma è contrario all'adozione per le coppie gay. Sul testamento biologico, se il problema è "lasciarsi morire" la scelta, per Franceschini, spetta alla persona. Bersani ha commentato così il caso Binetti: "Se sei eletto devi accettare la disciplina di partito, salvo deroghe stabilite da un organismo statutario. E' ora di darci questa struttura". Lo stesso vale per le eventuali sanzioni. Sul testamento biologico l'ex ministro si è scaldato: "Come devo morire io non può decidere né Gasparri né Quagliariello". Marino ha richiamato la necessità, su questi temi, "di un metodo di lavoro laico, e se serve di un voto" a cui adeguarsi, come non ha fatto ad esempio Dorina Bianchi che si è schierata con la maggioranza facendo passare l'inchiesta conoscitiva sulla pillola abortiva. Per quanto riguarda il testamento biologico, il senatore chirurgo è per "il diritto di scelta", le unioni civili le vorrebbe sul modello dell'Inghilterra e quanto alla Binetti "il problema doveva essere risolto due anni fa quando proprio sull'omofobia votò contro la fiducia al governo Prodi".

Immigrazione. Secondo Bersani gli immigrati sono "una risorsa" che comporta dei problemi, che non vanno scaricati tutti, come è ora, sui ceti popolari. Sì a un "multiculturalismo" con dei paletti culturali, come il no al burqa, perché "l'integrazione bisogna farla guardandosi negli occhi". Marino ha denunciato il bluff del governo sui respingimenti, visto che dal mare arriva appena il dodici per cento delle entrate illegali nel nostro territorio. Perciò "più risorse alla polizia di frontiera" e sì al voto amministrativo per chi nasce sul suolo italiano. Franceschini ha ammesso l'errore fatto dal centrosinistra sui problemi dell'immigrazione, quando si sono sottovalutate le preoccupazioni dei cittadini per la sicurezza. Ha risposto a una frecciata di Marino che ha letto due sue dichiarazioni in apparente contrasto sul tema dei respingimenti: "Chi è in mare si salva", poi si controlla se ha i requisiti per rimanere.

Informazione. Si parla soprattutto di Rai, Marino e Franceschini vogliono la riforma che la liberi dal controllo dei partiti: il senatore chirurgo è per il modello fondazione, il segretario vuole un amministratore unico nominato dal Parlamento. Bersani ha fatto un discorso più generale e proposto che anche il mondo dell'informazione nel suo complesso (Internet compreso) sia sottoposto alle leggi anti - concentrazioni, per tutelare "il diritto del cittadino a un'informazione plurale".

Partito. Tutti e tre i candidati si sono detti a favore del mantenimento delle primarie, Bersani ha specificato di volerle "rafforzare un po'". Divergenza sul tema del cosiddetto lodo Scalfari, ovvero l'accordo precedente al voto che impegna i candidati a riconoscere la vittoria di chi ottiene la più voti rendendo l'eventuale secondo turno, che lo statuto impone nel caso nessuno ottenesse la maggioranza assoluta delle preferenze, un mero passaggio formale. Franceschini e Bersani sono a favore, Marino contrario: "Le regole sono regole, non si possono cambiare davanti a un caffé". Il partito che verrà Bersani lo vuole rivolto "ai ceti popolari" e strutturato come "una comunità di protagonisti". Franceschini manterrebbe la collegialità che ha rivendicato per questi ultimi mesi di gestione e progetta di aprire ai giovani: "Una parte della mia squadra sarà fatta in base al merito". Marino sogna un Pd senza correnti che "non vogliono il rinnovamento" e ha citato il caso di una diciannovenne che in un collegio di Torino ha battuto Fassino.

Alleanze. Il senatore chirurgo è per aprire "alle forze di sinistra che si sono allontanate: socialisti, ambientalisti, radicali". Considera l'Italia dei valori un "alleato naturale" e l'Udc incompatibile, visto che nel voto sull'omofobia ha dimostrato di essere "contro l'uguaglianza delle persone". Franceschini ha sottolineato di non voler metter in discussione il bipolarismo e l'alternanza, ha criticato chi (D'Alema) si batte per il ritorno del sistema elettorale proporzionale per "rafforzare il centro per poi scoprire che si allea con Berlusconi e noi restiamo all'opposizione per trent'anni". Il segretario in carica ha promesso alleanze solo "attorno a un programma per governare". Bersani rivuole "il cantiere dell'Ulivo", con l'attenzione alle forze civiche e all'associazionismo. L'ex ministro considera poi una priorità la riforma la legge elettorale in vigore, che manda in Parlamento i nominati dalle segreterie dei partiti ma è più vago sulle alleanze, parlando per ora solo della necessità di "un percorso comune" con le altre forze, "con l'obiettivo di superare i problemi che ci sono".

da aprileonline

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