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mercoledì 21 ottobre 2009

Il Compagno Berlusconi da Putin, relazioni sbilanciate


Il viaggio "top secret" del nostro premier non può che suscitare qualche perplessità. "E' tutto molto strano", si fa prendere dalla curiosità Emma Bonino: "L'idea che per tre giorni vadano a caccia di cervi mi sembra poco probabile". Poco si sa della trasferta russa del Cavaliere ma l'occasione è ghiotta per porre quella che è diventata la domanda-chiave della nostra politica estera: sono ben calibrati, i rapporti che l'Italia ha con la Russia?Sarà ospite di Putin fino all'alba di venerdì, quando tornerà in patria giusto in tempo per il Consiglio dei ministri. Eppure, nell'agenda ufficiale governativa, il viaggio del premier non risulta. E solo dopo che il 'Corsera' ne ha dato notizia, Palazzo Chigi ha ammesso a denti stretti che, in effetti, Berlusconi farà una visita "strettamente privata". Asciutta conferma da Mosca di Dimitri Peskov, il portavoce di Putin. Al seguito solo scorta, maggiordomo e il consigliere fidatissimo per gli affari internazionali, Valentino Valentini (l'uomo di fiducia per gli affari esteri della società che costruisce il gasdotto North Stream).

Dossier urgenti da approfondire? Difficile sapere se a dominare i colloqui saranno gli scenari di geopolitica (come la questione iraniana o quella energetica), o viceversa Silvio e Vladimir si concederanno qualche battuta di caccia e un po' di relax. Tanto, in Russia, nessuno può permettersi di spiare e comunque le residenze private di Putin sembrano essere luoghi ideali per intrecciare ozi privati e interessi di potere.
Non mancherà uno scambio di regali per i rispettivi compleanni: quello di Berlusconi risale al 29 settembre, l'anniversario di Putin è del 7 ottobre. L'anno scorso il premier russo offrì all'amico uno spettacolino di danza del ventre. Il Cavaliere ricambiò a Villa La Certosa con fuochi d'artificio e l'imitazione di Sarkozy a cura di un attore del Bagaglino. Putin stupì Berlusconi con un torneo di arti marziali, quest'ultimo lo sfidò in una nuotata nel Golfo di Marinella. Ma si capisce che, nell'ottica del Cavaliere, il premier russo incarna un modello di relazioni internazionali dov'è impossibile districare affetti e interessi, simpatie e convenienze.

Soprattutto la Russia, per l'Italia che affronta l'inverno, significa approvvigionamento energetico.
E guarda caso, ieri sera Berlusconi ha fatto gli onori di casa nel teatro veneziano La Fenice all'Emiro del Qatar venuto a inaugurare un rigassificatore. Mentre l'agenzia libica Jana informa che il presidente del Consiglio tornerà presto a Tripoli per l'ennesima volta, a saldare certi conti con l'altro suo grande amico, il Colonnello Gheddafi.

"Poco si sa della trasferta russa di Silvio Berlusconi - scrive Franco Venturini sul Corsera - ma l'occasione è egualmente ghiotta per porre quella che è diventata la domanda-chiave della nostra politica estera: sono ben calibrati, i rapporti che l'Italia ha con la Russia?"

Lo scorso 16 settembre, David H. Thorne, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, intervistato dal Corsera non aveva fatto sfoggio di diplomazia dichiarando che "Anche se Usa e Italia cooperano strettamente su numerosi temi, ci sono, comunque, alcune posizioni della politica estera italiana che continuano a preoccuparci". Il riferimento, esplicito, era alla politica energetica italiana: "Una delle più grandi preoccupazioni della politica ameri¬cana è la dipendenza energetica del¬l'Europa. Che non dipenda da una sola fonte e che le diversifichi: Nord Africa, Iran, Russia...", aveva chiosato il diplomatico statunitense.

E qui sta il problema, una politica estera accorta, esercitata da un Paese non esattamente in ascesa sulla scena mondiale quale è l'Italia, pone questioni cruciali di opportunità e di bilanciamento. Due aspetti che mancano nelle relazioni tra Roma e Mosca. Soprattutto alla luce dei cambiamenti politici intercorsi tra il precedente governo Berlusconi e quello attuale. In passato, Silvio Berlusconi aveva rapporti personali e privilegiati tanto con Bush quanto con Putin. Ma poi alcune cose sono cambiate: da quando Parigi e Berlino sono in buona sintonia con Washington la 'rendita irachena' di cui fruiva l'Italia nei rapporti transatlantici si è dissolta. Obama ha preso il posto di Bush alla Casa Bianca. E anche Putin ha cambiato casella, pur continuando, dalla poltrona di premier, a tirare le fila del potere russo. L'attuale governo Berlusconi ha tenuto conto di queste evoluzioni?

Sembra proprio di no. Pur volendo assumere per buona la validità del progetto South Stream (cui sta per associarsi anche la Francia), occorre però dire che altra cosa è appoggiare di fatto Gazprom nello strangolamento del gasdotto alternativo Nabucco voluto dall'Europa e sostenuto dagli Usa. E ciò a dispetto dei problemi che Nabucco sta incontrando nell'individuare i suoi futuribili fornitori.
Altra cosa, inoltre, è acquistare dalla Russia gas dell'Asia Centrale (in tal modo Mosca detta legge più facilmente in quell'area), e accrescere la vulnerabilità dell'Europa orientale che si trova aggirata a nord e a sud dai gasdotti concordati dalla Russia con Germania e Italia.

da Indymedia

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